Industria 4.0: parte da Bologna la “rivoluzione” dei Competence Center

A Bologna nasce BI-REX, il primo competence center del piano industria 4.0. Nel consorzio 5 università, due enti di ricerca e 45 imprese.

Pubblicato il 13 Dic 2018

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Cinque mesi di negoziazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, un finanziamento di 9,2 milioni di euro, a cui si aggiungono agli oltre 15 milioni di euro di investimento dei partner privati, oltre oltre trenta progetti collaborativi di innovazione ricerca industriale e sviluppo sperimentale focalizzati principalmente su connettività, automazione, manifattura avanzata e big data.

Sono questi i numeri di  BIREX il primo Competence Center del Piano Industria 4.0, che si è costituito presso l’Università di Bologna. Il Consorzio Pubblico-Privato BI-REX (Big Data Innovation & Research EXcellence) che raggruppa in un partenariato pubblico-privato 57 attori tra Università, Centri di Ricerca e Imprese è, infatti, il primo a partire tra gli otto Centri di Competenza selezionati dal MISE

Che cosa è BI-REX

Il progetto punta su filiere come la meccatronica, l’automotive, il biomedicale, e l’agrifood, tutto settori che vedono  l’Emilia Romagna come eccellenza a livello internazionale, e che porterà alla creazione di un centro di alta specializzazione al servizio delle imprese, preferibilmente Pmi,  di tutta Italia, per dare assistenza e indirizzo nell’adozione di tecnologie abilitanti. In primis i big data di rilevanza industriale, ma anche la cyber security, la manifattura additiva, quella predittiva e la robotica collaborativa, ma anche la formazione su Industria 4.0 e l’avvio di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale.

Il Competence Center BI-REX realizzerà un articolato programma di attività finalizzato alla realizzazione, da parte delle imprese fruitrici, di nuovi prodotti e processi (o al miglioramento di quelli esistenti) tramite lo sviluppo e l’adozione di tecnologie avanzate in ambito Industria 4.0. In questo modello anche le PMI hanno la possibilità di essere protagoniste, attingendo a tecnologia, ricerca, competenze, messe a disposizione dalle Università, dai Centri di Ricerca e dai grandi player, valorizzando le loro caratteristiche di flessibilità e artigianalità attraverso modelli produttivi più vicini alle richieste dei nuovi mercati.

Punto centrale del progetto sarà la realizzazione di un impianto pilota dimostrativo delle principali tecnologie digitali di fabbricazione (additive, fotoniche e robotiche, con monitoraggio, controllo e gestione online della qualità del processo sulla linea produttiva tramite IoT industriale e industrial cloud), per costituire una linea di produzione completa, dalla polvere al prodotto finito. Un laboratorio che possa realizzare prodotti dimostrativi delle nuove tecnologie e al tempo stesso essere luogo della sperimentazione in cui applicare le tecnologie abilitanti.

Cinque Università, due enti di ricerca e 45 imprese 

Per avviare il competence center, quindi è stato creato un consorzio che raggruppa in un partenariato pubblico-privato 57 attori tra Università, Centri di Ricerca e Imprese. Un nucleo fortemente radicato nel territorio emiliano-romagnolo, ma con attività estese anche ad altre regioni, fra cui Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia e Trentino-Alto Adige e si aprirà a connessioni con tutti gli altri sette Competence Center che verranno costituiti in Italia, oltre a quelli Europei.

Sono cinque le Università coinvolte: Bologna, che ha guidato la presentazione della proposta, la negoziazione e la costituzione del centro, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e gli Atenei di Ferrara, Modena Reggio-Emilia e Parma. Vi partecipano due Enti di Ricerca nazionali, CNR e INFN, oltre all’Is Ortopedico Rizzoli, ASTER, Bologna Business School, CINECA e Fondazione Golinelli che ospiterà il centro nella sua fase di avvio.

Le imprese sono 45 che operano in diversi settori, tra cui meccatronica, servizi, finanza, ICT, biomedicale, agro-alimentare, energia, ambiente ed automotive, che daranno sostegno finanziario diretto, oltre a fornire servizi e tecnologie: Sacmi (che esprime il Presidente del Consorzio, Ing. Domenico Bambi), Bonfiglioli Riduttori, FerraraBio, IMA, Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna, SAMP, Aetna Group, Consorzio Nazionale Servizi, Modis Consulting, Poggipolini, Rekeep, UPMC Italy, CAMST, Conad, Ducati Motor Holding, Eni, Gruppo Hera, Link Italia, Marposs, Rem Tec, Alascom Services, Circle Touch, CRIF, Eurocoating, Filippetti, Marposs Italia, Nanosurfaces Industries, Service, Altair Engineering, Intesa SanPaolo, Manz Italy, Parametric Technology Italia, Siemens, TIM, Datariver, IBM Italia, DVP Vacuum Technology, Eascon Engineering, Energy Group, Etna Biotech, Fancy Pixel, Juno Design, Kaitek, Nextema, Nier Ingegneria.

La Rete Alta Tecnologia

Gli enti pubblici dell’Emilia-Romagna parteciperanno principalmente attraverso i laboratori della Rete Alta Tecnologia, valorizzando così competenze e infrastrutture acquisite con i finanziamenti regionali. Di qui il sostegno della Regione EmiliaRomagna, che vede in Bi-Rex uno strumento di aggregazione dei suoi attori dell’innovazione, in linea con la sua Smart Specialisation Strategy. 

La Regione Emilia-Romagna, quindi, metterà a disposizione del consorzio ulteriori spazi presso il Tecnopolo ex-Manifattura Tabacchi, consentendo a Bi-Rex di beneficiare della massa critica di competenze e infrastrutture che si verrà a creare dalla sinergia con il data centre del Centro Meteo Europeo e i centri di Supercalcolo e Big Data di Cineca e INFN.

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Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

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