Le proposte degli industriali europei per governare la doppia transizione digitale ed ecologica

Confindustria, BDI e Medef, associazioni che rappresentano rispettivamente gli industriali italiani, tedeschi e francesi, hanno firmato una dichiarazione congiunta con alcune proposte per guidare l’industria europea verso la doppia transizione (digitale e green). Le proposte riguardano gli interventi normativi e i piani strategici da realizzare per la decarbonizzazione del settore, per assicurare le risorse finanziarie necessarie agli investimenti delle imprese, rafforzare la leadership digitale dell’Unione europea e la resilienza del mercato interno.

Pubblicato il 11 Nov 2021

manifattura circolare

Conseguire l’obiettivo di una crescita priva di emissioni di carbonio, favorendo la decarbonizzazione dell’economia senza pregiudicare la competitività delle imprese europee: questo è lo scopo della dichiarazione congiunta di Confindustria, BDI (l’associazione che rappresenta gli industriali tedeschi) e la francese Medef.

La dichiarazione – che presenta proposte per guidare le imprese manifatturiere nella transizione green del settore – giunge al culmine di due giornate di lavori, che hanno visto le tre associazioni riunirsi a Parigi in occasione del Forum Economico (9-10 novembre).

Un’occasione in cui gli industriali si sono confrontati con i rispettivi rappresentanti governativi per tracciare la direzione da seguire per consentire alle imprese europee di realizzare la grande trasformazione sociale legata alla doppia transizione, in vista della Presidenza Francese del Consiglio dell’Unione Europea (primo semestre del 2022).

Le proposte di Confindustria, BDI e Medef per la decarbonizzazione dell’industria europea

Transizioni che l’industria europea non può affrontare senza una regolamentazione finanziaria adeguata che fornisca certezza giuridica, promuova la competitività, sfrutti il potenziale di innovazione e sostenga il progresso tecnologico.

Occorre dunque, sottolineano le associazioni, una strategia di politica industriale europea rafforzata, includendo programmi specifici per la conversione industriale dei settori economici chiave.

Una conversione che richiederà alle imprese di mobilitare ingenti risorse e che richiede, da parte dell’Unione Europea, la capacità di mobilitare significativi finanziamenti privati.

“Al fine di garantire gli investimenti necessari per sostenere la doppia transizione, l’Europa deve mobilitare 330 miliardi di euro l’anno per la transizione ecologica e 125 miliardi di euro l’anno per il digitale. Insieme agli sforzi dei bilanci nazionali ed europei, sarà decisivo il ruolo del settore privato”, commenta Geoffroy Roux de Bézieux, Presidente di Medef.

Non solo: per raggiungere questi obiettivi si dovranno mettere in campo una serie di azioni mirate al rafforzamento del sistema industriale europeo, a partire da misure affidabili di protezione contro la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.

In questo ambito, i rappresentanti delle tre associazioni esprimono la loro preoccupazione riguardo la proposta di diminuire gradualmente le quote gratuite per i settori coperti dal nuovo Carbon Border Adjustment Mechanism, che espone le aziende a maggiori rischi di delocalizzazione, limitando anche le loro risorse finanziarie per investire in tecnologie a bassa emissione di carbonio.

L’auspicio espresso nella dichiarazione congiunta è quello, dunque, che per questi settori le quote gratuite e le compensazioni per i costi indiretti rimangano pienamente operative.

Si dovrà lavorare poi per fare passi avanti sulla tariffazione globale del carbonio in quanto il solo sforzo dell’industria europea – che ammonta all’8% delle emissioni globali di gas serra –  non sarà sufficiente per raggiungere gli obiettivi internazionali di contrasto ai cambiamenti climatici.

Inoltre, nel frattempo che si realizza la conversione del settore, sarà necessario lavorare per una maggiore autonomia energetica dell’Unione, attraverso il completamento del mercato europeo dell’energia. Un tassello chiave per la realizzazione di questo progetto è la realizzazione del mercato interno del gas naturale – commodity chiave del processo di decarbonizzazione – che permetterà di promuovere l’efficienza del mercato, rafforzare la competitività dell’Europa e aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti.

In parallelo si dovrà lavorare anche sulla crescita di un’economia europea dell’idrogeno e sull’elettrificazione sostenibile dell’industria che, combinate, permetteranno di rafforzare l’integrazione e la resilienza del sistema energetico europeo.

Sostenere gli sforzi di digitalizzazione e promuovere le competenze necessari

A questi sforzi dovrà affiancarsi un ancora maggior impegno sulle tecnologie digitali, attraverso iniziative comuni come Gaia-X e l’IPCEI sul Cloud, ma anche attraverso la regolamentazione di asset strategici, come la futura legislazione sui dati (Data Act).

Essenziali per consolidare la leadership europea in materia di tecnologie digitali saranno anche maggiori investimenti sull’Intelligenza Artificiale (AI).

A questo proposito, si sottolinea nel documento, al regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale (presentato lo scorso 21 aprile) andrebbe accompagnato un piano d’azione sull’uso industriale dell’AI, della robotica e di altre tecnologie basate sui dati, in linea con il ruolo svolto dai Digital Innovation Hub.

Altro tassello chiave sarà il rafforzamento della capacità di produzione nel settore dei semiconduttori, attraverso l’IPCEI (Important Projects of Common European Interest) sulla Microelettronica (attualmente in discussione), che dovrà partire dai risultati positivi ottenuti dal primo IPCEI sul tema per estendere il suo campo di applicazione al campo delle tecnologie di comunicazione.

Gli interventi della Commissione, sottolineano gli industriali, non solo dovranno dare la massima priorità all’espansione delle capacità di produzione necessarie per all’industria europea, ma dovranno lavorare anche sulle competenze di progettazione indispensabili alle strategie future.

“Esortiamo il governo francese a cogliere l’occasione della prossima Presidenza semestrale dell’UE da gennaio 2022 per finalizzare il lavoro legislativo sull’AI, la sicurezza informatica e l’economia delle piattaforme. Alla luce dell’attuale carenza di semiconduttori e della crescente domanda futura, poi, l’Europa ha bisogno di una strategia olistica e a lungo termine per i semiconduttori. Il secondo IPCEI sulla microelettronica sarà un tassello decisivo verso la sovranità digitale dell’Europa”, commenta Siegfried Russwurm, Presidente di BDI.

Facilitare gli investimenti attraverso un’adeguata regolamentazione finanziaria

Importante sarà assicurare sostegno finanziario alle imprese, sia PMI che grandi aziende, negli investimenti che dovranno fare per attuare la doppia transizione.

Per le tre associazioni questo vuol dire salvaguardare la fornitura di prestiti bancari al settore aziendale, ma anche rafforzare la capacità dei mercati dei capitali di fornire finanziamenti esterni, sia azionari che obbligazionari, sia implementando l’Unione dei Mercati dei Capitali – e in particolare mitigando gli ostacoli normativi al rilancio della cartolarizzazione – sia attraverso un approccio allineato alla finanza sostenibile.

Allo stesso modo, la revisione di Solvency II – direttiva dell’Unione europea che ha lo scopo di estendere la normativa di vigilanza prudenziale di Basilea II al settore assicurativo – deve sostenere il ruolo delle assicurazioni nella ripresa e nella transizione, trasformandola riduzione dei requisiti patrimoniali per gli assicuratori europei da obiettivo temporaneo a obiettivo permanente.

Inoltre, l’emergere di norme e regolamenti ESG deve tenere in debito conto le grandi esigenze di investimento per affrontare la transizione in tutti i settori. In questo ambito, sottolinea il documento, si dovrà intervenire a livello globale per lavorare per l’armonizzazione degli standard di reporting degli investimenti ESG, così come per la definizione di tassonomie di finanza sostenibile e di economia circolare e per l’allineamento dei quadri di divulgazione ESG, assicurando un’implementazione coerente e garantendo un level playing field.

Rafforzare la capacità delle imprese europee di far fronte ai rischi geopolitici

Nel documento, inoltre, i presidenti delle tre associazioni sottolineano la necessità di azioni europee volte a proteggere le imprese dalle tensioni internazionali (come quelle tra Stati Uniti e Cina) e dai cambiamenti delle relazioni geopolitiche, come lo spostamento del centro di gravità mondiale verso l’Indo-Pacifico.

Allo stesso tempo, la pandemia ha mostrato che l’Europa può trovarsi in una posizione vulnerabile a fronte di perturbazioni nelle catene di approvvigionamento globali. Rafforzare l’impronta europea delle attività industriali sensibili e strategiche per garantire la competitività delle imprese è dunque un passo fondamentale.

Su questo tema, Bonomi, Russwurm e Roux de Bézieux lanciano un appello diretto alle istituzioni europee per:

  • tutelare maggiormente il mercato interno dalla concorrenza sleale di Paesi terzi e contrastare l’impatto degli effetti negativi delle distorsioni e dei sussidi illeciti nei Paesi terzi
  • lavorare per rimuovere gli ostacoli al commercio internazionale
  • lavorare alla resilienza del mercato europeo, attuando strumenti ed organi dedicati, come uno Strumento Europeo Anti-Coercizione che copra le sanzioni extraterritoriali, uno Statuto Europeo di Blocco riformato, e un comitato di resilienza
  • definire una strategia comune europea per gli approvvigionamenti, basata su accordi commerciali conclusi con i partner stranieri (scorte comuni, diversificazione, ecc.) e adottare rapidamente strumenti che permettano la reciprocità nell’accesso al mercato, come lo Strumento di Approvvigionamento Internazionale (IPI)
  • promuovere il multilateralismo, anche attraverso un ulteriore sviluppo e rafforzamento dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC)
  • impegnarsi una gestione davvero comune dei flussi migratori

“Senza misure e azioni realistiche e ragionevoli, il rischio di creare ulteriori pericolose distorsioni competitive e di causare desertificazione industriale e depressione economica in interi territori dell’Unione è estremamente concreto. Le scelte dei co-legislatori europei e delle autorità nazionali nel prossimo futuro determineranno il successo o il fallimento non solo del progetto europeo di trasformazione verde, ma anche del processo di integrazione europea”, commenta il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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