L’export traina la meccanica italiana: nel primo semestre del 2022 vale oltre 17 miliardi (+9% sul 2021)

I dati diffusi da Anima Confindustria sottolineano un buona dinamica per l’export delle aziende della meccanica italiana, con le esportazioni che sono cresciute nel primo semestre del 2022 del 9% rispetto allo stesso periodo del 2021, per un valore di 17,1 miliardi di euro. Gli Stati Uniti tornano ad essere il primo Paese di destinazione, mentre crollano le esportazioni verso la Cina (-34%).

Pubblicato il 23 Nov 2022

meccanica

L’export continua a trainare la meccanica italiana: i dati diffusi da Anima Confindustria, l’organizzazione industriale di categoria che all’interno di Confindustria rappresenta le aziende della meccanica varia e affine, sottolineano infatti un aumento dell’export del 9% rispetto al 2021 nel primo semestre del 2022, per un valore totale di 17,1miliardi di euro.

Il principale mercato di destinazione rimane l’area UE, che fa segnare +15% e oltre 8 miliardi di euro di esportazioni nei primi sei mesi del 2022, mentre la crescita maggiore in termini percentuali avviene nel continente americano: +37% in America settentrionale e +17% nel Centro e Sud America.

“L’export rappresenta un elemento fondamentale per le imprese della meccanica italiana, con una quota sul fatturato del 57% per i settori rappresentati da Anima”, commenta Marco Nocivelli, presidente di Anima Confindustria.

“Significa che oltre la metà dei nostri prodotti viene venduta fuori dai confini nazionali, a conferma di quanto siano apprezzate le tecnologie made in Italy. Non dimentichiamo che la meccanica rappresenta una vera eccellenza italiana nel mondo, al pari di altri settori più ‘famosi’ come il food o la moda”, aggiunge.

Gli Usa tornano il primo mercato di destinazione, crolla l’export verso la Cina

Gli Stati Uniti tornano a essere la prima meta di destinazione dei prodotti della meccanica italiana, con 1,93 miliardi di importazioni dall’Italia – in crescita del +40% rispetto al primo semestre 2021 – mentre la Germania scala in seconda posizione, raggiungendo 1,82 miliardi e +16%.

Buoni risultati anche nel resto dell’Europa, con l’aumento maggiore che si registra per l’export verso la Spagna (+22%), la Francia (+11%) e il Regno Unito (+4%).

Si registra, invece, un crollo delle esportazioni verso la Cina, con -34% rispetto al primo semestre 2021 e 600 milioni di euro di valore generato.

Da segnalare anche un buono sviluppo dell’export oltreoceano verso il mercato australiano, canadese e indiano, dove la crescita va dal +14% al 20%.

“Segnali che fanno ben sperare”, sottolinea Nocivelli, soprattutto nell’ottica di una situazione interna che è caratterizzata da incertezze, legate ai rincari delle materie prime e dei prezzi energetici e di tutte le altre difficoltà (come quella legata al reperimento delle materie prime) che stanno ostacolando l’attività delle imprese.

Difficoltà che richiedono azioni a sostengo delle esportazioni, puntando su sviluppo delle tecnologie e innovazione per far sì che le imprese mantengano il passo in un contesto sempre più competitivo.

Nocivelli: “Proteggere il PNRR dall’assalto delle aziende straniere”

Una situazione che ha già portato Anima Confindustria a sottolineare la necessità di sostenere l’export,  alla luce degli ostacoli che stanno frenando la crescita sul fronte interno.

Un impegno che, spiega il presidente Nocivelli, proseguirà anche nei prossimi mesi e che vedrà Anima Confindustria collaborare con ITA/ICE e il Ministero degli Affari Esteri con l’obiettivo di incrementare i contatti delle aziende manifatturiere con l’estero, partecipando a missioni e fiere in tutto il mondo e organizzando eventi sul territorio nazionale.

“Allo stesso tempo collaboreremo pienamente con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per proteggere le nostre aziende dal rischio di ‘assalti alla diligenza’ del PNRR da parte di imprese straniere, che utilizzando la leva del massimo ribasso rischiano di consegnarci infrastrutture mediocri, facendo facilmente zoppicare il volàno dello sviluppo che il nostro Paese auspica grazie agli ingenti fondi stanziati dall’Europa” commenta.

“Senza dimenticare il Piano Transizione 4.0 che rappresenta il vero cuore del nostro export, il fattore differenziante per la diffusione dell’innovazione nella manifattura che permette alle nostre imprese di essere competitive nonostante le ridotte dimensioni rispetto ai nostri diretti concorrenti di Usa, Cina, Germania, Giappone e Corea”, conclude.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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