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Macchine utensili, nel 2025 l’export traina a ribasso il mercato. Per il 2026 si attende una lieve ripresa



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I dati di preconsuntivo di Ucimi-Sistemi per Produrre evidenziano un 2025 fiacco per i costruttori di macchine utensili: la produzione registra un a lieve crescita (+1,5%), ma l’export è in forte contrazione. Per il 2026 ci si attende un lieve miglioramento, con la produzione che dovrebbe registrare una crescita del 2,6%.

Pubblicato il 16 dic 2025



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Il 2025 è stato un anno debole per i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, con la produzione che si è attestata a 6.420 milioni di euro, dato che segna un aumento di appena l’1,5% sull’anno precedente.

Dopo un 2024 complicato, il 2025 è stato influenzato in particolare dalla contrazione dell’export (-13,2%) che ha interessato quasi tutti i principali mercati di destinazione del Made in Italy, a fronte di una ripresa del consumo interno (+ 20,5%).

È la situazione fotografata dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre nei preconsuntivi del 2025.

Per il 2026 è atteso un lieve miglioramento, con la produzione che dovrebbe assestarsi a 6.590 milioni, registrando così un aumento del 2,6% rispetto al 2025.

Macchine utensili, l’andamento dell’export

Il 2025 è stato caratterizzato da una significativa contrazione dell’export, che si è ridotto a 3.710 milioni, il 13,2% in meno del 2024.

Analizzando i dati relativi al periodo gennaio-settembre 2025 (ultimo dato disponibile), si nota che la contrazione maggiore ha riguardato l’export verso la Germania (196 milioni di euro, -29,7%) e gli Stati Uniti (423 milioni di euro, -8,1%).

Contrazioni più ridotte, seppur significative, hanno interessato altri mercati di riferimento dell’export delle macchine utensili, come la Francia (145 milioni, -0,5%) e l’India (135 milioni -4,2%).

In controtendenza l’export verso la Polonia, che si è attestato a 135 milioni di euro, registrando un aumento del 13,3% sul 2024.

Il dato di export/produzione è tornato a scendere fermandosi a 57,8%.

Il mercato interno

Sul fronte interno la ripresa del consumo, cresciuto del 20,5% a 4.465 milioni, ha trainato la crescita delle consegne dei costruttori italiani sul mercato domestico che si sono attestate a 2.710 milioni, il 32% in più rispetto all’anno precedente.

Nonostante gli incrementi di questi due indicatori siano significativi, i risultati sono poco soddisfacenti perché restano ancora molto inferiori ai valori ottenuti negli anni precedenti.

Il commento di Rosa: “Export zavorrato dalla geopolitica”

“Dopo un 2024 davvero complicato, il 2025 si è confermato l’anno di inversione di tendenza con il passaggio dal segno meno alla crescita, seppur timidissima, registrata dal dato di produzione. In realtà non ci aspettavamo fosse l’export a zavorrare il risultato finale come invece è accaduto”, commenta Riccardo Rosa, presidente di Ucimu-Sistemi per Produrre.

Secondo Rosa, le cause sono sistemiche: “L’instabilità geopolitica internazionale, i conflitti aperti in Europa e Medio Oriente, la guerra dei dazi del presidente Trump e il conseguente nuovo (dis)ordine del commercio mondiale hanno messo a dura prova le nostre esportazioni”.

Analizzando il fronte interno, il presidente sottolinea come la performance sia stata migliore delle attese, ma non ancora sufficiente: “I costruttori italiani hanno recuperato solo una piccola porzione del terreno perso nel biennio precedente, complici le criticità legate a Transizione 5.0“.

Una misura che, spiega Rosa, “dopo essere partita con imperdonabile ritardo, ha subito diversi aggiustamenti, divenendo facilmente utilizzabile solo negli ultimi mesi di operatività, salvo poi chiudere improvvisamente con più di un mese di anticipo”.

Tuttavia, nota il presidente, “i risultati ottenuti hanno dimostrato l’utilità del 5.0, oltre ovviamente al 4.0, come misura volta a sostenere gli investimenti in nuove tecnologie”.

Le richieste per il 2026: burocrazia zero e piano triennale

Guardando al futuro, l’attenzione si sposta sulla definizione della Legge di Bilancio 2026.

“L’auspicio è che i provvedimenti di incentivo previsti dagli organi di governo in discussione in queste settimane di definizione della Legge di Bilancio 2026, siano effettivamente di semplice utilizzo e rapida operatività“, afferma Rosa.

“Noi costruttori italiani chiediamo semplicemente chiarezza e immediatezza. Per funzionare, la misura deve prevedere poca burocrazia e deve essere rilasciata e resa disponibile fin dalle prime settimane dell’anno nuovo. Solo così il provvedimento potrà portare reali benefici”, sottolinea.

Un plauso arriva invece sulla prospettiva temporale: “Apprezziamo molto il recentissimo annuncio del governo di voler puntare sulla pluriennalità del provvedimento. Poter disporre di una misura dall’inizio del 2026 al 2028 è certamente una scelta oculata, in grado di permettere alle aziende clienti di pianificare gli acquisti e ai costruttori di organizzare la produzione”.

Strategia estera: l’errore sul Mercosur e i nuovi presidi

Rosa commenta anche i dati e le prospettive per l’export sottolineando che la crisi della Germania e i dazi USA impongono un cambio di strategia.

“L’indebolimento di alcuni mercati tradizionali e la chiusura di aree come la Russia impongono un lavoro ancora più intenso verso aree ‘alternative’ tra cui i paesi del Mercosur”, spiega.

Su questo punto, il presidente è critico verso la posizione italiana: “Desta sconforto leggere sui giornali che l’Italia è tra i paesi che mettono in dubbio il prosieguo dell’iter per la chiusura dell’Accordo EU-Mercosur. Tornare sui propri passi ora sarebbe un grave errore”.

L’associazione si sta muovendo concretamente in Sud America: “Oltre alle missioni esplorative svolte in Brasile, pensate per rafforzare le partnership con il sistema locale fatto di istituzioni, imprese e organizzazioni di rappresentanza, Ucimu ha avviato interessanti interlocuzioni con le organizzazioni di rappresentanza industriale dell’Argentina”.

L’attenzione è rivolta anche ai “paesi associati” come il Cile, dove è allo studio un Centro Tecnologico con università locali. Focus anche sul Messico, dove da inizio 2025 è operativa l’Oficina Italiana de Promoción Mexico per coprire anche il Nord America. Senza dimenticare l’Oriente: “India e paesi del Sud-est asiatico sono per noi osservati speciali”, aggiunge Rosa, citando il rinnovo delle reti operative in India e Vietnam.

L’appello all’Europa: “Correggere i tempi e le modalità della transizione verso la mobilità green”

Sul fronte europeo, Rosa attende di capire come l’economia e l’industria manifatturiera tedesca risponderanno alle misure messe in campo dal governo Merz, ma rivolge l’attenzione soprattutto alle strategie di Bruxelles.

“L’auspicio — conclude — è che l’Ue intervenga per correggere i tempi e le modalità della transizione verso la mobilità green, così da evitare il rischio di desertificazione industriale del Vecchio Continente. Il principio di neutralità tecnologica è a nostro avviso l’unica corretta risposta a questa situazione”.

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