Elettronica italiana, cresce l’export. E ora l’industria punta all’Africa

Anie registra volumi in aumento nelle vendite all’estero delle aziende del Belpaese. I piani di sviluppo del Ghana già nel mirino

Pubblicato il 13 Dic 2017

Africa

Ora l’industria italiana dell’elettronica guarda all’Africa. È questa la nuova frontiera su cui spinge Anie, l’associazione di Confindustria che riunisce le imprese del settore elettronico ed elettrotecnico, per guadagnare nuove quote di mercato all’estero. Quest’anno le esportazioni sono cresciute del 5%, dopo un 2016 debole nell’andamento degli scambi globali. Nel secondo semestre dell’anno più della metà delle oltre 1.300 imprese affiliate ad Anie, il 53% per la precisione, ha dichiarato ordini verso l’estero in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E questi numeri lasciano intendere che anche i primi mesi del 2018 mostreranno un andamento positivo.

Secondo Anie, “un elemento favorevole è dato dalla peculiarità di questa nuova fase del ciclo economico internazionale, che per la prima volta dall’inizio della crisi vede un riavvio degli investimenti globali e legati, in particolare, al settore manifatturiero”.

Il ruolo dell’export

Nel 2007 le imprese di Anie sviluppavano i loro profitti per lo più in Italia. Dieci anni dopo le esportazioni pesano per il 55% sui fatturati di queste aziende, che a livello aggregato valgono 74 miliardi euro. L’Istat ha rilevato che gli operatori del settore elettronico ed elettrotecnico che esportano dall’Italia sono cresciuti del 20% in un anno. “Un analogo incremento ha caratterizzato nell’ultimo quinquennio anche il numero di imprese a controllo nazionale residenti all’estero”, aggiungono da Anie. Nel solo segmento dell’elettronica, dato Istat, le aziende italiane che hanno introdotto sul mercato internazionali innovazioni sono il 35%.

Per sostenere questa crescita, Anie per il 2018 ha già organizzato missioni internazionali e partecipazioni a fiere in Germania, Stati Uniti, Emirati arabi, Azerbaijan, Iran, Regno Unito, Russia, Norvegia, Algeria, Brasile, Perù, Marocco e area del Sudest asiatico. A giugno una delegazione iraniana sarà in Italia per un focus sulle tecnologie della pulizia.

La strada verso l’Africa

Il mercato più promettente appare quello oltre il Mediterraneo. Oggi l’industria italiana dell’elettronica e dell’elettrotecnica esporta già verso l’Africa il 12% dei volumi destinati a Paesi extra-Ue. I flussi sono cresciuti a un tasso medio annuo del 3% dal 2007. In particolare Anie guarda con attenzione allo sviluppo del Ghana.

Dall’associaizone spiegano che “il governo ghanese si è posto l’obiettivo di raddoppiare la quota di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili, raggiungendo il 10% sul totale entro il 2020 e sono attesi interventi anche nell’ambito delle reti elettriche, con l’obiettivo di raggiungere il pieno accesso all’elettricità per la popolazione locale entro il 2020”. Il Paese stima che ogni anno i consumi elettrici cresceranno del 7% per il prossimo decennio. Inoltre il Ghana conta di dover costruire entro il 2027 almeno 200mila unità abitative, per far fronte ai bisogni della popolazione, e ha pianificato 20 miliardi di dollari di investimenti nelle ferrovie, per raggiungere una rete di cinquemila chilometri e dotare la capitale, Accra, di una metropolitana.

Valuta la qualità di questo articolo

Z
Luca Zorloni

Cronaca ed economia mi sono sembrate per anni mondi distanti dal mio futuro. E poi mi sono ritrovato cronista economico. Prima i fatti, poi le opinioni. Collaboro con Il Giorno e Wired e, da qualche mese, con Innovation Post.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5