Perizie 4.0 firmate da agronomi, l’ira degli ingegneri: “Esperti di allevamenti, non di robot”

Da questa estate i periti agrari e i dottori agronomi sono soggetti autorizzati a svolgere perizie sui macchinari agricoli 4.0 al fine dell’ottenimento del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali. Le ire dei laureati in ingegneria

Pubblicato il 12 Nov 2021

Agricoltura 4.0


Ingegneri sul piede di guerra: da questa estate i periti agrari e i dottori agronomi sono soggetti autorizzati a svolgere perizie sui macchinari agricoli 4.0 al fine dell’ottenimento del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali.

Le ire dei laureati in ingegneria hanno trovato spazio sulla pagina Facebook “Ingegneri sezione B”, sulla quale da giorni compaiono post caustici sull’argomento. “Che senso ha conseguire la laurea in ingegneria elettronica se le stesse cose possono essere fatte da chi ha studiato botanica e allevamento di bovini?”, si chiedono sarcasticamente gli ingegneri della pagina.

Il tema è quello dell’ampliamento della platea di professionisti che possono svolgere le perizie sui macchinari, anche agricoli, che rientrano nell’elenco di quelli contemplati dal Piano Transizione 4.0: verifiche obbligatorie per conseguire i crediti di imposta su investimenti di valore superiore a 300 mila euro.

Che cosa dice la legge

D’altra parte, da tempo periti agrari e agronomi si battevano per ottenere la possibilità di svolgere questo compito sui macchinari agricoli. La loro battaglia era stata portata avanti in particolare dal deputato del Movimento 5 stelle Giuseppe L’Abbate, che ha presentato un emendamento al Dl Semplificazioni e governance del PNRR.

A luglio, le commissioni Affari costituzionali e ambiente hanno approvato l’emendamento migliorativo della Legge di Bilancio (articolo 1, comma 1062, della legge di bilancio 2021).

“Con grande soddisfazione il Conaf – comunicava ufficialmente questa estate il Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali – accoglie la modifica che consentirà ai dottori agronomi e dottori forestali, tecnici che conoscono le peculiarità del mondo agricolo, di stilare le perizie tecniche richieste all’impresa agricola per ottenere il credito di imposta”. La presidente Sabrina Diamanti aveva dichiarato la sua soddisfazione: “Ci complimentiamo con i componenti delle commissioni, capaci di comprendere l’importanza dell’emendamento. Era un atto necessario per il buon funzionamento della legge”.

Perché gli ingegneri sono arrabbiati

La questione ha scatenato la polemica degli ingegneri.

In un post della pagina, viene fatta chiarezza sulle perizie relative alle macchine 4.0. In particolare si ricorda che “la legge n.178 del 30/12/2020 art.1 comma 1062 autorizza tutti gli ingegneri ed i periti industriali iscritti nei loro rispettivi albi a redigere tali certificazioni. Quindi anche gli ingegneri edili o civili possono farle, questo perché, a logica del legislatore, gli ingegneri edili e civili almeno l’esame di elettrotecnica, impianti ad uso civile ed informatica li hanno fatti e pertanto hanno un minimo di competenze. Ovvio che è maggiormente indicata la figura dell’ingegnere industriale e dell’informazione, visto che la materia industria 4.0 l’hanno approfondita nei loro mirati piani di studio”.

Vengono quindi indicati gli esami universitari specifici “che conferiscono all’ingegnere un minimo accettabile di preparazione alle certificazioni sul 4.0”.

L’elenco comprende:

▪ Elettrotecnica
▪ elettronica
▪ sistemi elettrici
▪ tecnologia meccanica
▪ impianti industriali
▪ gestione della qualità del prodotto
▪ informatica

“Una macchina industria 4.0 a destinazione agricola è pur sempre un robot quindi davvero non si capisce come possa un perito agrario, il quale ha studiato botanica e floricoltura, avere le competenze per cimentarsi nell’elettronica avanzata”, tuonano gli ingegneri tramite le loro tastiere.

L’ira verso l’Ordine degli ingegneri

Tramite i social, la pagina degli ingegneri laureati di primo livello ha anche lanciato un’azione concreta per manifestare il proprio dissenso, in particolare nei confronti del silenzio da parte dell’Ordine nazionale: “Fatevi sentire e non accettate tutto passivamente”, dicono, invitando tutti gli iscritti a mandare Pec di protesta all’indirizzo del proprio Ordine, chiedendo perché “non si è opposto sul fatto che anche i periti agrari e dottori agronomi, alla pari degli ingegneri elettronici, possano eseguire perizie asseverate sulle macchine industria 4.0 a destinazione agricola”.

Osservano poi gli ingegneri: “La macchina industria 4.0 a prescindere dalla sua forma geometrica e dalla sua destinazione d’uso, è pur sempre un Robot. In materia di robotica, i periti agrari e dottori agronomi, quali competenze hanno? Quali esami specifici in microelettronica hanno sostenuto all’università?”.

E in un altro post denunciano “il vergognoso silenzio da parte del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che ha consentito senza colpo ferire, il regalare le competenze degli ingegneri in ambito industriale a chi ingegnere non è”.

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Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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