Con una decisione in parte inattesa i massimi vertici di Comau sono cambiati: Pietro Gorlier è stato infatti nominato Amministratore Delegato di Comau in sostituzione di Paolo Carmassi; Alessandro Nasi viene invece riconfermato Presidente. Il nuovo Ceo ha una storia professionale di più di 30 anni nell’automotive: il suo precedente incarico è stato quello di Chief Parts and Services Officer in Stellantis globale per Stellantis ma ha ricoperto diversi altri ruoli manageriali quali quello di Presidente & Ceo di Mopar, Ceo di Magneti Marelli e Chief Operating Officer (COO) della Regione Emea in FCA.
Mike Manley lo aveva nominato in questo ruolo nel 2018 – è lui che ha annunciato l’accordo con i sindacati per lavorare in sicurezza durante la pandemia – ma si era fatto il suo nome anche per prendere il posto del compianto Sergio Marchionne. Le sue competenze tecniche lo hanno fatto apprezzare un po’ ovunque e ora il suo compito sarà traghettare Comau nel suo diventare un’entità indipendente. Alessandro Nasi commenta così: “Non ho dubbi che Pietro farà leva sulla sua esperienza nel settore e sulla sua conoscenza dei mercati globali per rafforzare il nostro percorso di business attraverso l’innovazione e l’eccellenza, portando valore aggiunto per i nostri clienti”.
Indice degli argomenti
“Grazie Comau!”, firmato E. Musk
Comau è ormai un nome storico nel settore dell’automazione industriale: il marchio torinese è stato infatti fondato nel 1973. Oggi è conosciuto in tutto il mondo per i suoi prodotti e ha gradualmente aggiunto alla sua consolidata esperienza nell’automotive quella in settori emergenti quali le energie rinnovabili, la logistica, la digitalizzazione – il suo software MI.RA/Dexter semplifica le applicazioni complesse – e i veicoli elettrici e relative batterie.
Non è quindi un caso che qualche mese fa Elon Musk abbia detto, durante un dibattito nel corso dell’Italian Tech Week 2021, che Tesla, nella sua vita, è stata vicina al fallimento varie volte con “il periodo più complesso e doloroso è stato tra il 2017 e il 2019” e Comau ha contribuito a far superare all’azienda quel production hell che ha rischiato di mandarla a gambe all’aria. Musk ha ricordato la vicinanza di John Elkann in quel periodo difficile e il presidente di Stellantis gli ha risposto dicendosi “lieto che Comau sia riuscita ad aiutare Tesla nel trovare una soluzione”, realizzando parte delle linee di assemblaggio della Model 3.
I veicoli elettrici e le loro batterie
Nel 2020 Comau ha creato Laser Lab, un laboratorio per lo sviluppo di processi e applicazioni avanzate di saldatura laser che possano supportare le aziende nella progettazione, nell’implementazione e nell’ottimizzazione delle saldature laser per l’assemblaggio delle batterie per i veicoli elettrici. Fra le collaborazioni illustri, che hanno portato ad assemblare all’interno del Laser Lab più di 200 prototipi di batterie elettriche, segnaliamo Leclanché e Geely Automotive Holdings.
Comau è entrata anche nei consorzi European Battery Alliance, Batteries European Partnership Association e la European Technology and Innovation Platform oltre a collaborare con l’UK Battery Industrialization Centre e con il Progetto rigenerazione batterie insieme alla onlus Class e a Cobat. Sulla base di queste esperienze è nato il robot Comau NJ-220 che, grazie alla sorgente Laser brevettata LHYTE (Laser hybrid technology) permette di alternare saldature con laser a fibra e a diodi. Una termocamera incorporata verifica in tempo reale le temperature perché, come noto, il Litio ha tendenza a incendiarsi.
Turnover accelerato
Questi robot sono usati da Tesla nei suoi stabilimenti americani, cinesi e tedeschi ma Comau sta già pensando anche alle soluzioni automatizzate per il disassemblaggio e il ri-assemblaggio di pacchi e moduli batteria. Un’azienda che guarda in avanti, quindi, mettendo a frutto il suo background di decenni (l’esperienza nell’assemblaggio delle scocche torna molto utile nel posizionamento delle pesanti batterie delle elettriche nelle piattaforme) guidata da Pietro Gorlier, un manager di provate capacità.
Eppure questo avvicendamento mette in allarme i sindacati, dato che Paolo Carmassi ha deciso di lasciare l’azienda dopo meni di 2 anni dalla sua nomina.
La notizia non arriva inaspettata poiché il cambio al vertice era nell’aria già da tempo. Fiom-CGIL comunica che “questo ennesimo cambio della dirigenza Comau desta preoccupazione tra i lavoratori, poiché negli ultimi mesi sono diverse le figure aziendali che hanno deciso di lasciare i loro incarichi. La Fiom-CGIL auspica che nel più breve tempo possibile il nuovo CEO prenda l’impegno di rappresentare ai dipendenti e alle loro rappresentanze sindacali le prospettive industriali e produttive di Comau”.
Edi lazzi e Antonino Inserra, rispettivamente segretario provinciale e responsabile Comau di Fiom-CGIL, ribadiscono le loro preoccupazioni per i “continui cambi al vertice di Comau. L’organico dello stabilimento di Grugliasco è passato dai circa 1100 dipendenti di fine 2018 agli attuali 850 e sono stati anche ceduti alcuni dei capannoni. Occorre capire quali siano le intenzioni di Stellantis per Comau: la società è sul mercato per essere ceduta oppure ha ancora trova una collocazione nell’attuale piano Industriale di Stellantis? I lavoratori hanno il diritto di conoscere il loro futuro”.
Per Comau, azienda apprezzata Oltreoceano anche da Mullen, possiamo parlare di un ‘male oscuro’ o si tratta di un’incertezza connessa al suo prossimo cambio di assetto societario?