Ambienti intelligenti, dall’Università delle Marche un progetto per migliorare comfort e sostenibilità degli spazi indoor

Il progetto Sincos vede collaborare l’università delle Marche (sede di Ancona), l’Università di Camerino e aziende del territorio nella creazione di un ecosistema intelligente dove sensori IoT inseriti all’interno di un simulatore di ambiente valutano diversi parametri (tra cui la qualità dell’aria) per capire come la tecnologia può aiutare a migliorare gli ambienti indoor, rendendoli più sostenibili per l’ambiente e più confortevoli per le persone.

Pubblicato il 13 Set 2022

simulatore di ambiente

Creare un ecosistema di dispositivi per il trattamento intelligente dell’aria, concentrandosi soprattutto sulla quantificazione dei parametri ambientali per poter modellare il comfort dell’ambiente di vita: è questo l’obiettivo del progetto Sincos, un simulatore di ambiente sviluppato dall’Università Politecnica delle Marche di Ancora e dall’Università di Camerino, in collaborazione con aziende del territorio.

Il progetto si sviluppa all’interno della piattaforma Miracle, cofinanziata dalla Regione Marche, che rientra nell’ambito del programma Operativo Regionale 2014-2020 (POR 2014-2020). Programma che vede aziende e Università impegnate in diversi studi che si concentrano sulla messa a punto di sensori custom per l’analisi della qualità dell’aria, andando a coinvolgere dispositivi che comunemente si possono trovare  in ogni casa/ambiente, come ad esempio cappe, purificatori, diffusori. Tutto ciò senza trascurare in alcun modo il concetto di sostenibilità ambientale.

Stabilire una simbiosi tra utente, ambiente domestico e ambiente esterno

Molti sforzi sono stati condotti nel mondo dell’ingegneria, proprio nel tentativo di innalzare il livello di qualità degli ambienti indoor, ponendo al centro dell’attenzione le esigenze della persona, cercando di perfezionare e anche di correggere i modelli di valutazione del comfort.

In particolare, i più moderni studi cercano di far emergere relazioni tra i parametri coinvolti, che non sono immediatamente percepibili. La sfida più grande dell’Internet of Things è quella di stabilire una simbiosi tra utente, ambiente domestico e ambiente esterno, in cui al centro vi sia la comunicazione e l’interoperabilità.

Un percorso non privo di ostacoli complessi, come ad esempio quello rappresentato, in tema di comfort, dalla sfera emotivo-percettiva, in cui gli aspetti oggettivi si fondono e mescolano con gli aspetti soggettivi.

Proprio a raggiungere questi risultati punta il progetto Sincos, grazie al simulatore di ambiente allestito all’interno di alcuni locali messi a disposizione dall’Università Politecnica delle Marche.

Un luogo tecnologicamente avanzato e connesso in rete, che riproduce un classico monolocale con soggiorno e cucina, dotato di un piano cottura elettrico e ad induzione e che accoglie gli studenti per diverse attività quotidiane: dallo studio, ai pasti, ai momenti di interazione. Esattamente come accadrebbe all’interno di un appartamento.

All’interno dello spazio sono stati inseriti diversi sensori per poter studiare vari elementi, come ad esempio:

  • il comfort e come varia in base al variare della temperatura
  • la qualità dell’aria
  • il risparmio energetico

Questo vero e proprio laboratorio, è infatti dotato di un impianto di ventilazione controllata con un ventilconvettore caldo-freddo, di una rete di sensori in grado di controllare il comfort termoigrometrico ed acustico dell’ambiente, oltre alla qualità dell’aria presente nel locale.

Tali sensori effettuano, dunque, un monitoraggio dei dati biometrici e raccolgono informazioni oggettive circa gli effetti delle variazioni di temperatura sugli occupanti, dati che vengono raccolti in un database.

Anche la cappa inserita sul piano cottura è dotata di sensori che sono in grado di misurare la temperatura e monitorare la qualità dell’aria, potendo rilevare alcune sostanze presenti, come: Aldeide, Idrocarburi alifatici, Idrocarburi aromatici, Alcani alogenati, Etere, Chetone, Estere, Composti azotati, Idrogeno, Monossido di carbonio, Etanolo, Ammoniaca, Formaldeide, Acetaldeide, Toluene, Xilene, Benzene, Acido acetico, Idrogeno solforato, Metilmercaptano, Trimetilamina.

Ambienti intelligenti che mettono l’uomo al centro

A queste rilevazioni oggettive si aggiungono le informazioni soggettive fornite dagli occupanti stessi attraverso un sondaggio attivo ogni trenta minuti, valorizzando così anche il contributo che deriva dalla componente che emerge dalla sfera emotiva e percettiva, mettendo in questo modo l’uomo in una posizione centrale.

I dati raccolti vengono gestiti con strategie di controllo su Cloud, al fine di arrivare a forme di monitoraggio sempre più avanzate e alla costruzione di sofisticati strumenti predittivi.

Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione sinergica tra l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Camerino e aziende del territorio partner del progetto, quali Elica, Eletica, Bax, Roccheggiani, DevQ e Idea (in qualità di sub-contractor), che hanno messo e mettono a disposizione le loro conoscenze e tecnologie.

Osservare e apprendere come i nostri corpi reagiscono all’ambiente, permette di adattare la tecnologia alle nostre esigenze, in un legame dialettico fatto di bisogni e soluzioni.

Un ambiente intelligente quindi, che pone l’essere umano al centro, e che è in grado non solo di supportare le persone modulandosi in risposta alle loro necessità ma anche rispondendo alle sempre più attuali esigenze di sostenibilità, nell’ottica di una qualità della vita più alta che allo stesso tempo riduca i consumi energetici.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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