Auto elettriche, meno complessità e più automazione: ecco la strategia di Fanuc spiegata dal Ceo dell’azienda

Secondo il Ceo di Fanuc, la diffusione delle auto elettriche trainerà l’utilizzo dei robot industriali nell’industria dell’automotive. L’azienda, dunque, ha sviluppato nuovi robot industriali dedicati al settore e si prepara ad aumentare la propria capacità produttiva per far fronte all’aumento della domanda di automazione.

Pubblicato il 21 Gen 2022

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La diffusione delle auto elettriche trainerà l’adozione di robot industriali: è quanto sostiene Fanuc, azienda che opera nel campo della robotica, del controllo numerico e dell’automazione industriale.

Secondo il Ceo dell’azienda, Kenji Yamaguchi, l’automazione contribuirà a ridurre il costo finale dei veicoli elettrici. Sarà proprio la robotizzazione delle linee produttive a fare da propulsore per la diffusione di massa delle auto alimentate a batterie.

Rispetto ai tradizionali motori a combustione, le batterie utilizzate per alimentare le auto elettriche sono meno complesse da realizzare dal punto di vista meccanico e più semplici da assemblare, con movimenti ripetitivi. Per questa ragione, la produzione di batterie rappresenta un’operazione facile da automatizzare, ideale quindi per l’impiego di bracci robotizzati.

La diffusione dei veicoli elettrici favorirà l’automazione dei processi nell’automotive

E, in effetti, le gigafactory – dove vengono prodotte le batterie agli ioni di litio, utilizzate proprio per alimentare i veicoli elettrici –  sono stabilimenti caratterizzati da un alto grado di automazione. Un esempio è la gigafactory di Tesla a Reno, in Nevada, dove la linea produttiva è automatizzata al 90%.

“Le linee produttive dell’automotive dedicate alla realizzazione di veicoli elettrici (EV) richiedono un numero maggiore di robot rispetto alle linee tradizionali”, commenta Yamaguchi.

Un settore che l’azienda conosce molto bene, poiché rappresenta una delle sue industrie di riferimento. “Le case automobilistiche di tutto il mondo stanno spostando la loro attenzione verso l’elettrificazione, pertanto ci aspettiamo che i relativi investimenti in robot industriali accelerino”, aggiunge Yamaguchi.

Secondo Yamaguchi, l’automazione contribuirà a tagliare i costi di produzione delle batterie, che costituiscono una parte decisiva per quanto concerne l’attuale costo elevato dei veicoli elettrici. L’automazione porterà anche alla produzione di massa, che a sua volta produrrà economie di scala per la diffusione dei veicoli elettrici.

Un settore su cui le aziende dell’automotive stanno puntando, sia in risposta alla crescente domanda di prodotti sostenibili da parte dei consumatori, che per adeguarsi alle scelte prese dai governi per rispettare gli obblighi presi nella lotta ai cambiamenti climatici.

Tra questi vi è l’impegno dell’Unione Europea di abbattere il 100% delle emissioni immatricolando dal 2035 solo auto elettriche, che spinge dunque le aziende dell’industria automobilistica a riconvertire la produzione.

Lo dimostrano anche i dati di mercato: nel 2021, infatti, le vendite di auto elettriche (EV, quindi veicoli alimentati a batteria e plug in – ibridi) a livello globale sono aumentate dell’80% rispetto all’anno precedente, segnando il 7,2% del totale delle nuove auto immatricolate.

Da Fanuc nuovi robot industriali per la produzione di auto elettriche

Anche l’assemblaggio dei motori elettrici e degli inverter è un’operazione facilmente automatizzabile, data la loro struttura non particolarmente complessa.

Fanuc ha quindi sviluppato nuovi robot industriali dedicati all’industria dell’auto e alla produzione di auto elettriche: sollevatori robusti per i pacchi batterie, e nuovi bracci robotizzati dalla cinematica agile per la saldatura e per l’assemblaggio di batterie e altri componenti anche in spazi difficili da raggiungere.

Non solo automotive. Yamaguchi riconosce come vi siano anche altre industrie che stanno mostrando interesse nei confronti dell’adozione di robot, come quella delle costruzioni e la logistica.

“Credo che la domanda di robot collaborativi, che lavorano insieme agli operatori, crescerà. I robot collaborativi si arrestano immediatamente se entrano in contatto con le persone. Richiedono meno spazio perché non hanno bisogno di recinzioni di sicurezza, stiamo quindi registrando un certo interesse nei confronti dei cobot da parte anche delle piccole fabbriche”, spiega.

L’obiettivo di Fanuc è supportare tutti i clienti nell’evoluzione delle loro modalità e capacità produttive. L’azienda sta quindi lavorando per rafforzare la propria capacità di produzione, con l’obiettivo strategico di essere sempre più competitiva sul lungo termine.

Attualmente, gli stabilimenti produttivi di Fanuc in Giappone fabbricano 8.000 robot industriali al mese, con la possibilità di espandere la capacità produttiva fino a 11.000 unità. E per il futuro, l’azienda nipponica punta a realizzare prodotti di sempre più facile utilizzo, modelli che offrano funzioni speciali alla portata di tutti, come controlli di facile programmazione e la possibilità di operare in totale sicurezza vicino alle persone.

“Siamo ad un punto di svolta per quanto riguarda l’industria automobilistica: il futuro della produzione di auto punta dritto nella direzione dell’elettrico”, commenta Marco Delaini, Managing Director di Fanuc Italia.

“Il layout delle fabbriche sta già cambiando. È inevitabile immaginare una filiera automotive tecnologicamente avanzata, dove i robot si occuperanno di eseguire azioni ripetitive in grandi quantità e gli operatori supervisioneranno l’intera produzione dedicandosi a compiti di analisi e ottimizzazione performance e all’assemblaggio particolarmente complessi, supportati anche da robot collaborativi per l’interazione intelligente tra uomo e macchine”, conclude.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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