Credito d’imposta senza accordi sindacali? L’ira di Bentivogli: la formazione non è un bancomat

Pubblicato il 21 Nov 2017

Marco Bentivogli

Il testo del disegno di legge di Bilancio, come è noto, introduce all’articolo 8, in via sperimentale per un anno, il credito d’imposta per le spese in formazione 4.0. Una norma tanto attesa quanto sofferta, che alla fine – se pur in maniera meno forte di quanto ci si attendesse – è comunque approdata nel disegno di legge. La formazione – questa è la logica della norma – è un requisito ormai imprescindibile per creare o consolidare le competenze necessarie a padroneggiare le nuove tecnologie, elemento chiave dell’impresa 4.0.

La norma prevede, al secondo comma, che le spese siano «pattuite attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali». Una scelta politica che vuole legare le spese in formazione alla contrattazione di secondo livello, per creare quel legame tra la formazione del lavoratore e chi gli interessi dei lavoratori è chiamato a rappresentarli

I sette emendamenti “anti-sindacato” e la reazione di Bentivogli

Nella valanga di emendamenti presentati in Commissione Bilancio al Senato sul DDL di Bilancio non mancano però le voci contrarie. Sono ben 7 infatti gli emendamenti (dall’8.5 all’8.11) – provenienti non solo dall’area di centro destra, ma anche dal PD – che chiedono di eliminare proprio le parole: «, pattuite attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali» dal comma 2 dell’articolo 8.

La reazione del sindacato non si è fatta attendere. A prendere l’iniziativa il segretario della FIM CISL Marco Bentivogli, che ha rilasciato la seguente nota:

“Ci giunge notizia della presentazione di un emendamento in Commissione Bilancio in Senato per togliere dal capitolo formazione e credito d’imposta ad essa collegata.

L’emendamento propone la cancellazione di ogni riferimento alla contrattazione collettiva aziendale per poter accedere al credito d’imposta. Tale passaggio è invece fondamentale per coinvolgere i lavoratori, responsabilizzare imprese e sindacato sulla qualità e l’utilità della formazione su cui ricevere sgravi. Inoltre, senza contratto aziendale, diventa discrezionale e unilaterale la scelta del datore di lavoro sulle posizioni professionali da coinvolgere.

Industry 4.0 deve garantire anche la partecipazione e la dignità sul lavoro. Il nostro paese spende poco e male sulla formazione, alla vigilia della quarta rivoluzione industriale ciò rappresenterebbe un autogol imperdonabile ad opera di chi vede nella formazione un bancomat senza criteri e partecipazione“.

Gli emendamenti sono ancora in discussione, ma entro questa settimana la Commissione dovrà terminare i lavori perché da lunedì la parola passerà all’Aula.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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