I crediti d’imposta del Piano Transizione 4.0 potranno essere ceduti a banche e fornitori

Secondo un emendamento proposto dai relatori di maggioranza al disegno di legge di conversione del decreto rilancio, i crediti d’imposta introdotti dal Piano Transizione 4.0 per gli acquisti di beni strumentali e per Ricerca, sviluppo, innovazione e design potranno essere ceduti, anche parzialmente, sia ai propri fornitori che agli istituti di credito

Pubblicato il 26 Giu 2020

transizione

I crediti d’imposta introdotti dal Piano Transizione 4.0 (da quelli per gli acquisti di beni strumentali e immateriali a quelli per Ricerca & Sviluppo, innovazione e design) potranno essere ceduti, anche parzialmente, sia ad altre aziende, inclusi i propri fornitori, che agli istituti di credito (banche e altri intermediari finanziari).

È quanto prevede una modifica al decreto Rilancio proposta dai relatori della maggioranza in Commissione Bilancio alla Camera, che sta lavorando sul testo del decretone per la sua conversione in legge. In particolare, gli onorevoli Marattin di Italia Viva, Misiti del Movimento 5 Stelle e Melilli del PD, hanno presentato 22 emendamenti in vista di una loro approvazione (che non è quindi ancora sicura) in Commissione, tra cui appunto quello dedicato al Piano Transizione 4.0.

La proposta

L’emendamento 122.034 propone l’introduzione nel decreto Rilancio di una norma che va a modificare quanto previsto nella legge di bilancio 2020 sui crediti d’imposta del Piano Transizione 4.0. Si introduce infatti un comma 208-bis, il quale recita: “i soggetti beneficiari del credito d’imposta possono optare per la cessione, anche parziale, dello stesso ad altri soggetti, anche diversi dai propri fornitori di beni e servizi, ivi compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari”.

Ad oggi infatti la stessa legge di bilancio stabilisce esplicitamente che i crediti d’imposta del Piano Transizione 4.0 per gli investimenti in beni strumentali nuovi o per attività di R&S, innovazione e design non possano “formare oggetto di cessione o trasferimento neanche all’interno del consolidato fiscale”. Questa parte verrebbe quindi contestualmente soppressa dal testo della legge di bilancio 2020.

Per scoprire se questa novità (che non prevede ulteriori spese per le casse dello Stato, che per le modifiche al decreto Rilancio hanno comunque un limite massimo di 800 milioni) entrerà ufficialmente nella legge di conversione, bisognerà attendere settimana prossima, quando la Commissione Bilancio voterà gli emendamenti presentati dai relatori di maggioranza.

Gli altri emendamenti di maggioranza

Sono 22, come detto, gli emendamenti al decreto Rilancio presentati in Commissione dai relatori, che intervengono su diversi temi toccati dal maxi provvedimento emanato per far fronte alla crisi connessa all’emergenza Covid-19. L’elenco completo è consultabile e scaricabile in PDF in fondo all’articolo.

Si prevede innanzitutto che una parte (2 miliardi) del Patrimonio Destinato di Cassa Depositi e Prestiti (dedicato all’intervento di quest’ultima nel capitale delle s.p.a. italiane con fatturato superiore a 50 milioni) serva al “sostegno, il rilancio e lo sviluppo di operazioni di mercato effettuate tramite Fondi per il Venture Capital”. Inoltre si stabilisce che un decreto del Ministero dell’Economia, di concerto col Ministero degli Esteri (che deve seguire un accordo tra lo stesso Mes e CDP) sarà determinato il riassetto del gruppo Sace. Per coprire le operazioni di trasferimento delle partecipazioni azionarie potrà essere destinata una quota dei titoli di Stato appositamente emessi e assegnati a CDP dallo stesso decreto Rilancio con il Patrimonio Destinato (che ha un limite massimo di 44 miliardi di euro). Per questa operazione si autorizza il Ministero dell’Economia a spendere fino a 75.000 euro nel 2020 per servizi di consulenza e assistenza da parte di esperti.

Sempre su Sace, la società che sostiene l’internazionalizzazione delle imprese, un emendamento stabilisce che il Ministero dell’Economia e quello degli Esteri devono essere consultati preventivamente anche per le decisioni aziendali relative alla controllata Simest, compresa la nomina dei suoi organi sociali.

Un’emendamento all’articolo 127 del decreto Rilancio allunga fino a fine anno la sospensione dei termini di scadenza di vaglia cambiari, cambiali e altri titoli di credito emessi fino al 30 giugno 2020.

Viene chiarito poi, con un altro emendamento, un tema su cui le casse di previdenza private (quelle di ingegneri, medici, architetti ecc.) avevano insistito molto: le prestazioni di sostegno al reddito erogate ai propri iscritti da queste non concorrono alla formazione del reddito imponibile.

Tra le altre modifiche proposte dai relatori, vi è l’estensione dell’utilizzo del bonus baby sitter per l’iscrizione dei figli a “strutture o spazi normalmente destinati ad attività agrituristiche, di fattoria didattica o di agricoltura sociale” (oltre che a centri estivi); il rinvio dal 30 giugno 2020 al 31 luglio 2021 della scadenza per presentare i dati relativi all’ammontare dei danni subiti a causa del terremoto in Abruzzo del 2009, e la previsione che con un decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si approvino delle linee guida per la programmazione ed esecuzione di indagini sullo stato di conservazione delle gallerie di strade statali e autostrade gestite dall’Anas e dalle altre concessionarie, per eseguire ispezioni e interventi di manutenzione. Per le le gallerie delle altre strade, le linee guida sono stabilite da un altro decreto del Mit che prevede anche l’intesa con la Conferenza unificata.

Qui di seguito è possibile consultare e scaricare in PDF i 22 emendamenti al decreto Rilancio presentati dai relatori in Commissione Bilancio alla Camera.

emendamenti relatori

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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