Agricoltura 4.0, l’UNI pubblica la PDR 91:2020 con le linee guida per individuare i macchinari agevolabili con il credito d’imposta al 40%

L’ente italiano di normazione UNI ha pubblicato una Prassi di Riferimento (UNI/PdR 91:2020) che fornisce le linee guida per individuare quali beni strumentali per l’Agricoltura 4.0 e l’Agricoltura di precisione possano accedere alle agevolazioni previste dal piano Transizione 4.0. Il documento individua 14 tipologie di macchinari agricoli e illustra alcuni esempi che meglio permettono di comprendere le condizioni che permettono di rispondere ai requisiti

Pubblicato il 27 Ott 2020

Agricoltura 4.0

Il 21 ottobre l’ente italiano di normazione UNI ha annunciato la pubblicazione della Prassi di Riferimento UNI/PdR 91:2020 dal titolo “Linee guida per l’interpretazione dei requisiti cui agli allegati A e B della legge 232/2016 per l’Agricoltura 4.0 e di Agricoltura di precisione”. Il documento sull’Agricoltura 4.0 è scaricabile gratuitamente (previa registrazione) dal Catalogo UNI.

La Prassi di Riferimento è frutto dei contributi proposti dal Gruppo di Lavoro “Agricoltura 4.0” del Polo Tecnologico “Andrea Galvani” di Pordenone e si pone l’obiettivo di fornire linee guida utili per esaminare le principali tecnologie e attrezzature utilizzate in agricoltura, nel settore zootecnico e in quello lattiero-caseario, individuando in quali casi e in che modo sia possibile soddisfare i requisiti previsti dalla legge 232/2016 per l’accesso ai benefici fiscali, rappresentati a partire dal 2020 dal credito d’imposta “Transizione 4.0”.

Le prassi di riferimento rientrano tra i “prodotti della normazione” come previsti dal Regolamento UE n. 1025/2012 e sono documenti che introducono prescrizioni tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di condivisione ristretto ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI. Sono disponibili per un periodo non superiore a 5 anni, entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo oppure devono essere ritirate.

Opportuno quindi sottolineare come tra gli autori della UNI/PdR 91, oltre al Polo Tecnologico di Pordenone, sia presente una rappresentanza di Federunacoma-Confindustria, la Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura, a garanzia di una qualificata partecipazione delle imprese del settore alla stesura del documento.

Il passaggio dall’iperammortamento al credito d’imposta

Nell’introduzione gli autori ricordano che il “vecchio” iperammortamento, “per le caratteristiche dello strumento e della fiscalità delle organizzazioni operanti nel settore agricolo, assoggettate a reddito domenicale o reddito agricolo, risultava a queste ultime di scarso o nullo interesse. Con la trasformazione di tale incentivo in credito d’imposta (…) si è assistito ad un crescente interesse da parte delle aziende agricole alla fruizione dei benefici previsti”.

Più avanti si segnala come “la documentazione di prassi (in particolare la circolare di Agenzia delle Entrate 4/E del 30.03.2017), pur disciplinando l’applicazione dell’incentivo a tutti i settori economici, prende a riferimento il settore industriale della manifattura discreta non entrando nel merito di altri settori. (…) Da qui l’utilità di una Prassi di Riferimento che consenta di fornire linee guida per interpretare la normativa agevolativa, pensata inizialmente per il comparto produttivo industriale, ed estesa ad altri settori, come quello sanitario, operando per similitudine e delineando le modalità e i limiti applicativi delle agevolazioni al settore agricolo e a quelli ad esso correlati (zootecnico, lattiero-caseario, ecc.)”.

Agricoltura 4.0, le definizioni

Al paragrafo 3 la PdR contiene ben 37 termini e definizioni. Se alcuni sono sicuramente utili a comprendere e circoscrivere un contesto complesso e poco conosciuto (es. 3.1.4 Agricoltura di precisione; 3.1.14 Farm Management Information System; 3.1.19 Internet of Farming), altri termini non sembrano immediatamente riconducibili al settore agricolo e generano quindi perplessità sulla pertinenza, non essendo mai citati nel testo dei successivi articoli (es.: 3.1.1 additive manufacturing; 3.1.6 Augmented Reality; 3.1.24 Quantum computing).

Il paragrafo 5 illustra cosa si intenda con Agricoltura 4.0 che, si spiega, “riguarda l’applicazione delle Information and Communication Technology (ICT) e dell’Internet of Things (loT) nel settore agricolo”.

Agricoltura 4.0 influenza con la tecnologia il mondo dell’agricoltura in 3 aree: tecnologia per l’agricoltura di precisione, automazione dei processi attraverso l’applicazione dei concetti di robotica ed altre tecnologie abilitanti, tecnologie per la trasmissione e per l’elaborazione dei dati.

In effetti un quadro più completo si ottiene leggendo anche il successivo paragrafo 6.3.2. che illustra le molte applicazioni delle tecnologie abilitanti al settore.

I beni materiali oggetto dell’incentivo

Il paragrafo 7 entra quindi nel merito delle singole tipologie di beni materiali. La PdR esamina ben 14 diverse tipologie, illustrandone le caratteristiche e le modalità di soddisfacimento dei requisiti:

  • Macchine trattrici
  • Macchine seminatrici
  • Nebulizzatori, atomizzatori, sprayer, impolveratori
  • Macchine semoventi, falciatrici, mietitrebbiatrice, vendemmiatrice, raccoglibietole, scavaraccoglipatate
  • Macchine semoventi per la raccolta di ortaggi a foglia
  • Macchine raccoglitrici/imballatrici
  • Macchine mungitrici e sale di mungitura
  • Macchine spandiconcime
  • Botte liquame/digestato
  • Altre macchine per lavorazione
  • Sistemi automatici di preparazione pasti per gli animali da allevamento
  • Vasche per il latte
  • Telecamere per rilevazione insetti nocivi
  • Macchine piantapali per vigneto o per frutteto

Il prospetto 2 sintetizza per ogni tipologia di prodotto la categoria entro la quale sia possibile categorizzare il bene secondo quanto descritto nell’allegato A della legge 232/2016, adottando, quando necessario, quel criterio di similitudine già adottato nel settore sanitario e in altri contesti.

Infine, in appendice B sono illustrati alcuni casi d’uso che meglio permettono di comprendere le condizioni che, secondo gli estensori della PdR, permettono di rispondere ai requisiti. Sono trattati ben 9 esempi, sicuramente rappresentativi della maggior parte delle casistiche presenti.

Un documento da migliorare

La UNI/PdR 91 si presenta quindi come un tentativo ambizioso e lodevole di fare chiarezza e fornire strumenti utili alle imprese del settore. Il testo non risulta sempre di immediata comprensibilità e appare in alcuni casi disomogeneo, così come appare a prima vista disomogenea la scelta dei beni presi in esame.

Tuttavia, il limite forse più evidente è quello di non sottolineare come l’agricoltura 4.0 sia basata – come industria 4.0 – sulla interconnessione tra macchine e sistemi informativi, con l’obiettivo primario di digitalizzare processi e aumentare la produttività attraverso un utilizzo intensivo dei dati. Il sistema informativo è quindi uno dei perni fondamentali su cui articolare la transizione 4.0, ma questo elemento sembra trascurato dalla trattazione.

Nell’indicare le modalità di soddisfacimento dei requisiti e negli esempi in appendice B la PdR focalizza l’attenzione sulle modalità tecnologiche di scambio dati, limitandosi a citare l’esistenza di server remoti o sistemi logistici senza entrare nel merito di quali siano i flussi di informazioni gestite e in quale modo. In altre parole, sembra mancare una architettura dei processi, dell’organizzazione e dei flussi informativi che è alla base di ogni progetto di digitalizzazione. Ciò risulta ancor più critico se si osserva che nel settore molte attività sono affidate a imprese terze, che intervengono con le proprie macchine. In questo caso è di particolare importanza stabilire quali dati sono scambiati tra il sistema informativo del committente, quello dell’impresa proprietaria del bene, incaricata di eseguire il lavoro, e la macchina che opera in campo.

Vi sono poi alcune semplificazioni che rischiano di ottenere un effetto contrario a quello che la PdR si pone come obiettivo, come nel caso in cui, per le macchine connesse alle trattrici, si afferma che se è applicata la logica M2M ciò sia sufficiente a garantire il soddisfacimento dei requisiti come insieme trattrice+macchina operatrice attraverso le dotazioni della trattrice. In effetti ciò è vero solo se tramite la trattrice si stabilisce una interconnessione in grado di assegnare alla macchina operatrici istruzioni relative alla specifica attività di quest’ultima e di raccogliere dati di ritorno relativi al processo gestito.

In conclusione, vale la pena di ricordare quanto riportato dalla circolare 4/E dell’Agenzia delle Entrate (pag. 48): “Le macchine che possono fruire della maggiorazione in esame sono agevolabili solo nella misura in cui siano utilizzate secondo il paradigma di “Industria 4.0″ e non soltanto per le loro caratteristiche intrinseche”.

La PdR 91 può quindi rappresentare un ottimo supporto a condizione che ne siano compresi gli obiettivi e che le imprese siano guidate a intraprendere progetti di “Agricoltura 4.0” indirizzati ad applicare il paradigma 4.0 ancor prima che a godere del beneficio fiscale. Un’ottica rovesciata, indirizzata al mero ottenimento del credito d’imposta, rischierebbe di dare origine a interconnessioni e integrazioni studiate solo per il beneficio fiscale e inutili per l’impresa, con il rischio che lo scambio dati possa essere presto abbandonato mettendo a repentaglio il mantenimento del beneficio in caso di controlli.

La prassi di riferimento

Come dicevamo all’inizio la norma è disponibile sullo Store UNI, ma ora è stata resa disponibile anche sul sito della Camera di Commercio di Verona a questo link

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Paolo Gianoglio
Paolo Gianoglio

Direttore Innovazione, Sviluppo e Relazioni Associative ICIM Group

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