Più sanità, istruzione e turismo, meno industria: come cambia il Recovery Plan

Nella nuova tabella che assegna le risorse del Recovery Fund alle diverse missioni a rimetterci è l’industria. Guadagnano infatti i capitoli dedicati a Salute, Istruzione e Ricerca, Infrastrutture per una mobilità sostenibile e Inclusione e coesione, mentre a rimetterci è la missione dedicata a Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, di cui fa parte la componente dedicata a Digitalizzazione e Innovazione del sistema produttivo, e quella dedicata a Rivoluzione verde e transizione ecologica.

Pubblicato il 08 Gen 2021

2020

Nella battaglia tutta politica per il Mes a rimetterci potrebbe essere l’industria. Alle pressanti richieste di ItaliaViva di richiedere almeno una parte dei 36 miliardi del Mes per rafforzare la sanità, il Governo ha deciso di rispondere aumentando la dote di risorse del Recovery Fund dedicate alla sesta missione (Salute), portandole da 9 a 18 miliardi. A crescere significativamente è anche la dote assegnata alla quarta missione dedicata a Istruzione e Ricerca che passa complessivamente da 19,13 a 26,08 miliardi, portando da 10,65 a 15,37 i miliardi per la componente del Potenziamento del diritto allo studio e da 8,48 a 10,71 le risorse per la componente Dalla ricerca all’impresa.

Nella partita delle riallocazioni guadagnano anche la terza missione dedicata alle Infrastrutture per una mobilità sostenibile (ora a 32 miliardi, erano meno di 28) e la quinta missione per Inclusione e coesione che passa da 17,2 a 21,28 miliardi.

A crescere complessivamente sono anche le risorse complessive: da 196,5 a 209,8 miliardi per la parte del Recovery & Resilience Facility  oltre a 12,19 miliardi per il React-EU, con un conto che supera i 222 miliardi rispetto ai 208,7 a disposizione (i circa 13 miliardi in più sono però da tagliare, probabilmente una “riserva” in caso di qualche bocciatura).

Per le voci che crescono ci sono però, nonostante l’aumento complessivo del totale, anche vittime. La più illustre è proprio la prima missione dedicata a Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, che perde (da 47,21 a 43,75 miliardi) e quella dedicata a Rivoluzione verde e transizione ecologica che complessivamente passa da 74,3 a 67,44 miliardi.

A perdere è soprattutto la componente dedicata a Digitalizzazione e innovazione del sistema produttivo, che passa da oltre 32,4 miliardi a 25,75 miliardi (-6,65 miliardi). Calano le risorse per la prima componente di questa missione, Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella P.A., che passa da a 11,31 miliardi a 10 miliardi. A crescere sono invece le risorse stanziate per la terza componente, Turismo e cultura, da 3,5 a 8 miliardi.

Come cambia la componente per l’industria

Come visto nella missione Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura a rimetterci di più è la seconda componente. Che intanto cambia nome e da Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione diventa Digitalizzazione e Innovazione del sistema produttivo.

Le sue anime diventano cinque con le seguenti risorse assegnate:

Transizione 4.018,8 miliardi
Innovazione e tecnologia dei microprocessori0,75 miliardi
Digitalizzazione PMI e Fondo di Garanzia0,8 miliardi (da React-EU)
Banda Larga, 5G e monitoraggio satellitare4,20 miliardi
Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione2 miliardi

Rispetto alla versione precedente spariscono i riferimenti a Patent Box, Agricoltura Digitale e Editoria 5.0.

Dal punto di vista dell’allocazione delle risorse spicca la drastica riduzione del Transizione 4.0, che già era passato dai 24,8 miliardi di euro di una prima bozza a 21,7 miliardi e ora si ferma a quota 18,8 miliardi, perdendo 2,9 miliardi.

La ragione è, verosimilmente, lo stralcio del credito d’imposta per l’acquisto dei beni strumentali non 4.0, che sarà finanziato con risorse dello Stato, e forse anche il complessivo restyling del Piano di cui vi abbiamo parlato qui.

Crescono invece le risorse per l’elettronica (da 600 a 750 milioni) e quelli per la banda ultralarga e il 5G che, insieme al monitoraggio satellitare, salgono da 3,53 a 4,20 miliardi.

Cresce anche il pacchetto internazionalizzazione, che passa da 450 milioni a 2 miliardi.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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