Riforma degli ITS, via libera da parte della Camera: dalle ITS Academy al ruolo centrale delle imprese, ecco cosa prevede il testo

La Camera ha approvato in prima lettura e con 409 voti a favore, 7 contrari e 4 astensioni, il testo della riforma degli ITS, che in seguito alla promulgazione della legge assumeranno il nome di ITS Academy. La riforma aumenta il raggio di competenza degli ITS nella formazione degli studenti, dei docenti e nella formazione continua dei lavoratori per assicurare alle imprese le competenze di cui hanno bisogno e al sistema le skill necessarie per affrontare la trasformazione digitale e green del Paese. I percorsi formativi delle ITS Academy saranno, inoltre, strettamente legati agli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Pubblicato il 21 Lug 2021

03.Foto ITS Lombardia Meccatronica - Lezione

Oltre 1 miliardo di euro (a valere sul PNRR) per la creazione di un percorso di formazione biennale post diploma che lavorerà in parallelo con le imprese: è quanto prevede la riforma degli ITS, che la Camera ha approvato in prima lettura (con 409 voti a favore, 7 contrari e 4 astensioni) il 20 luglio.

La riforma punta a rafforzare il ruolo degli ITS – che ora prenderanno il nome di ITS Academy – presenti sul territorio nazionale nella formazione delle figure professionali e delle competenze necessarie alle aziende. Una legge che punta a  rispondere al problema del mismatch di competenze tra domanda e offerta e a creare le figure professionali necessarie ad attuare le riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Sarà proprio quest’ultimo il focus prioritario per gli ITS nel primo quinquennio dall’attuazione della riforma (art.2, comma 2 del testo), soprattutto al fine di sostenere la trasformazione digitale e verde del Paese e “anche ai fini dell’espansione dei servizi digitali negli ambiti dell’identità, dell’autenticazione, della sanità e della giustizia, all’innovazione, alla competitività e alla cultura, alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica nonché alle infrastrutture per la mobilità sostenibile”.

Il testo estende il raggio di competenza degli ITS, includendo la formazione professionale e l’aggiornamento in servizio, anche dei docenti. Le nuove ITS Academy assumeranno un ruolo di rilievo anche nelle nuove politiche attive per il lavoro: dovranno, precisa il testo, accompagnare i giovani nella transizione nel mondo del lavoro, anche attraverso la promozione di accordi con enti che si occupano di formazione continua e di trasferimento tecnologico (con un’attenzione particolare alle PMI).

Come cambia la governance degli ITS con la riforma: l’impresa al centro del Sistema

Il Dpcm del 2008 aveva già individuato aree tecnologiche considerate strategiche per lo sviluppo economico e la competitività del Paese sulle quali deve concentrarsi l’attività di ciascun ITS, vale a dire:

  • transizione ecologica, compresi i trasporti, la mobilità e la logistica
  • transizione digitale
  • nuove tecnologie per il made in Italy, compreso l’alto artigianato artistico
  • nuove tecnologie della vita
  • i servizi alle imprese e agli enti senza fine di lucro
  • tecnologie per i beni e le attività artistiche e culturali e per il turismo
  •  tecnologie dell’informazione, della comunicazione e dei dati

Ciascuna ITS Academy può operare anche in più di un ambito strategico. Al termine dei percorsi di formazione di primo e secondo livello verrà rilasciato un diploma che diventa effettivamente un’alternativa alla laurea, anche se vale come diploma di istruzione terziaria.

Ogni percorso formativo richiede, come standard minimo, uno stage aziendale o un tirocinio formativo obbligatorio, della durata di almeno il 30% delle ore complessive previste dal percorso.

A cambiare è la governance degli ITS Academy, dove le imprese assumono un ruolo centrale. Il testo prevede, infatti, che il presidente della fondazione dell’ITS Academy (che svolge il ruolo di legale rappresentate) sia espressione dell’impresa che guida la fondazione stessa.

Inoltre, il testo specifica in più punti, che i percorsi formativi sono conformati in modo da affrontare il problema del disallineamento tra le competenze in possesso dai giovani e dalla forza lavoro con le skill e le figure professionali richieste dal mondo del lavoro, in termini di competenze digitali necessarie per promuovere l’innovazione tecnologica del Paese e per rispondere ai fabbisogni formativi espressi dai settori produttivi del territorio.

Il testo prevede anche la rimozione del Consiglio di indirizzo e della Giunta Esecutiva, l’introduzione di un direttore amministrativo e di un Coordinamento nazionale. Quest’ultimo si riunirà a cadenza almeno annuale e sarà formato da:

  • rappresentanti Ministero dell’Istruzione, del Ministero dell’Università e della ricerca, del Ministero dello Sviluppo economico, del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, del Ministero della Transizione ecologica, della Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la trasformazione digitale
  • Conferenza delle regioni e delle province autonome
  • Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (Indire)
  • associazioni imprenditoriali rappresentative a livello nazionale
  • associazioni più rappresentative degli Istituti tecnici superiori

Il Comitato nazionale avrà il compito di integrare e aggiornare i percorsi formativi in linea con i bisogni derivanti da politiche nazionali, europee e dal PNRR in materia di innovazione tecnologica, innovazione digitale, transizione ecologica, politiche per l’occupazione, politiche attive e politiche di genere di ciascun Ministero, nonché di piani di orientamento dei giovani e delle famiglie finalizzati alla promozione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore.

Il Comitato, inoltre, sarà incaricato del dialogo con le parti sociali – e con tutti i soggetti pubblici e privati che abbiano un rilevante interesse allo sviluppo del Sistema, anche per consolidare e riequilibrare sul territorio l’offerta formativa – e di attualizzazione delle aree tecnologiche di riferimento degli ITS Academy e dei relativi ambiti e figure professionali di riferimento nazionale.

I criteri di selezione per gli insegnanti e per l’accreditamento degli ITS Academy

Il testo approvato rimuove, inoltre, i limiti alle docenze da parte di figure che provengono dal mondo del lavoro ma che non sono in possesso di requisiti accademici, specificando che la conduzione del percorso formativo questa deve essere affidata a un coordinatore tecnico-scientifico o a un comitato di progetto in possesso (così come vale per i membri del comitato di progetto) di “un curriculum coerente con il percorso”.

Più in dettaglio, nei percorsi formativi possono operare docenti, ricercatori ed esperti reclutati dalla fondazione ITS Academy, che devono essere scelti:

  • per almeno il 60%, tra soggetti provenienti dal mondo del lavoro, compresi gli enti di ricerca privati, e aventi una specifica esperienza professionale in settori produttivi correlabili all’area tecnologica di riferimento dell’ITS Academy
  • per almeno il 20 per cento, tra soggetti in servizio presso le scuole del sistema nazionale di istruzione, le strutture formative accreditate dalle regioni per l’alta formazione, le università o gli enti di ricerca pubblici e i competence center, i centri di trasferimento tecnologico e i digital innovation hub, operanti nell’ambito dell’area tecnologica di riferimento dell’ITS Academy

Le modalità relative all’accreditamento degli ITS Academy saranno stabilite dal Ministro dell’Istruzione, in accordo con le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, con un decreto che verrà emanato entro 90 giorni dall’entrata in vigore della riforma.

L’accreditamento ha una validità quinquennale ed è legato al rispetto degli standard e ai requisiti minimi stabiliti dalla legge, che prevedono anche la dotazione di infrastrutture necessarie per assicurare la formazione a distanza (art.7, comma 4b).

La Regione deve provvedere alla revoca l’accreditamento nel caso che per tre anni consecutivi l’ITS Academy riceva un giudizio negativo riferito almeno al 50% dei corsi valutati nelle rispettive annualità del triennio precedente. Alla revoca consegue la perdita dell’abilitazione al rilascio dei diplomi e della possibilità di accedere al sistema di finanziamento.

Le ITS Academy possono stabilire con le università patti federativi allo scopo di realizzare percorsi flessibili e modulari per il conseguimento (anche in regime di alto apprendistato), di lauree a orientamento professionale, per incrementare le opportunità di formazione e ulteriore qualificazione professionalizzante dei giovani, a livello terziario, ai fini di una rapida transizione nel mondo del lavoro.

Allo stesso modo, questi accordi possono essere stipulati per creare percorsi di upskilling e reskilling destinati ai lavoratori, anche licenziati e collocati in cassa integrazione guadagni per effetto di crisi aziendali e di riconversioni produttive, allo scopo di facilitarne il reinserimento in occupazioni qualificate.

Il sistema di finanziamento

La riforma prevede anche la creazione di un Fondo per l’istruzione e la formazione tecnica superiore, con una dotazione pari a 68 milioni di euro per l’anno 2021 e a 48 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022.

Per il 70%, le risorse destinate alle ITS Academy proverranno dai piani territoriali regionali, mentre il restante 30% verrà assegnato a titolo premiale in base alla quota capitaria riferita al numero degli allievi dei corsi che nell’anno precedente hanno conseguito un giudizio positivo da parte del sistema di monitoraggio e valutazione, curato da Indire.

Le risorse sono destinate a finanziare la realizzazione degli ITS Academy, le infrastrutture necessarie, (con particolare riferimento agli obiettivi correlati all’attuazione del PNRR), le misure per il riequilibrio territoriale (con particolare attenzione al Mezzogiorno), anche attraverso la costituzione dei campus multiregionali e multisettoriali (anche residenziali) e l’erogazione di borse di studio per i giovani meritevoli.

I fondi verranno utilizzati, inoltre, per le misure nazionali di sistema per l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie e per finanziare l’anagrafe degli studenti, la banca dati nazionale e il sistema di monitoraggio e valutazione.

In virtù dell’urgenza di attuare le azioni previste dal PNRR, la riforma prevede un periodo di transizione di due anni dalla sua entrata in vigore. In questo periodo potranno considerarsi accreditati tutti gli istituti tecnici superiori che, alla data di entrata in vigore della legge, abbiano almeno un percorso attivo e dispongano di sedi e laboratori anche in via non esclusiva.

La riforma approvata in prima lettura dalla Camera, con qualche modifica rispetto al testo presentato inizialmente in Commissione tre settimane fa, era da tempo attesa, come sottolinea il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

“L’approvazione, avvenuta all’unanimità, è la riprova dell’interesse del Parlamento, che ringrazio, per una delle riforme strategiche per il futuro della formazione, su cui investiamo anche con il PNRR. Il governo seguirà l’iter del provvedimento anche al Senato. Continueremo a lavorare con il Parlamento per una riforma che è attesa da tempo”.

“La riforma degli ITS Accademy, il post diploma non universitario, è un risultato storico che aiuterà sempre di più ragazzi e famiglie nonché il sistema produttivo del Paese. Non a caso passa sostanzialmente all’unanimità”, commenta Gabriele Toccafondi, deputato di Italia Viva e relatore del provvedimento.

Grande soddisfazione per l’approvazione a Montecitorio anche da parte di Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, che definisce gli ITS “una realtà importante e non ancora adeguatamente valorizzata nel nostro Paese, e che per questo ha bisogno di un intervento normativo per ridefinire obiettivi e mission”.

“La pdl licenziata da Montecitorio, presentata anni fa a firma mia e della collega Valentina Aprea, vuole dare risposte concrete alla crescente domanda di figure specializzate da parte delle imprese e vuole gettare le basi per attuare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, evitando che le considerevoli risorse europee stanziate possano essere sprecate”, aggiunge.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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