Il mercato del Digitale ha retto alla crisi, Gay: “Ora lavorare a crescita strutturale”

I dati diffusi da Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT, mostrano che il mercato del digitale ha retto meglio di altri l’impatto della pandemia. Nel 2020 si è registrata soltanto una lieve flessione (-0,6%), mentre per il 2021 si prevede una crescita del 3,5%. Il Presidente Gay mette però in guardia sulla necessità di passare da un’ottica emergenziale a una di crescita strutturale, sapendo sfruttare gli incentivi e le riforme previsti dal Piano Nazionale di Ripesa e Resilienza.

Pubblicato il 06 Mag 2021

digitale Anitec-Assinform

Nel 2020 il mercato del digitale ha chiuso meglio del previsto, con una lieve flessione dello 0,6% e l’ultimo trimestre del 2020 ha lasciato intravedere l’inizio di un recupero progressivo che fa ben sperare per il 2021: i dati diffusi da Anitec – Assinform (l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT) parlano infatti di una crescita attesa del 3,5% nel 2021.

Una crescita che deve essere sfruttata, passando da un’ottica emergenziale a una strutturale, come spiega Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform.

“Il 2020 ci ha consegnato un Paese molto più digitale, in continuo progresso e con una dotazione di sistemi, reti e servizi in grado di attenuare gli effetti del lockdown. Ora è importante accelerare e costruire su questi progressi, passando da un’ottica emergenziale a un’ottica strutturale, con gli investimenti contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e le importanti riforme previste, per fare ripartire il Paese e diventare più competitivi”, commenta.

Il mercato del digitale ha retto meglio rispetto ad altri settori

I dati relativi alle performance del mercato digitale italiano nel 2020 parlano, infatti, di un lieve calo (-0,6%). Il mercato è arrivato a 71,5 miliardi di euro (71.504 milioni), con una dinamica meno drammatica rispetto ad altri settori e nettamente migliore delle aspettative formulate lo scorso novembre, quando era stato previsto un calo più marcato (-2%).

Per tutti i comparti i dati a fine anno si sono rivelati migliori delle attese, a esclusione dei servizi di rete, per effetto della pressione sulle tariffe. La progressione è stata netta, anche se inferiore a quella del 2019, per Servizi ICT (12.702 milioni, +3,3%) e Dispositivi e Sistemi (19.368 milioni, +1,3%).

Anche per i Contenuti Digitali e Digital Advertising (12.623 milioni, +4,4%) l’andamento è stato molto positivo rispetto alle dinamiche generali. In calo, oltre ai servizi di rete (19.294 milioni, -6,9%), anche Software e Soluzioni ICT (7.517 milioni, -2,3%).

Le componenti più innovative, o Digital Enabler, hanno confermato il loro ruolo trainante anche nel 2020, soprattutto Intelligenza artificiale, Cloud, Blockchain, Cyber security, Piattaforme per la gestione Web, ovvero le componenti utilizzate in modo più diffuso per la gestione dell’emergenza: dal lavoro collaborativo in remoto alla telemedicina, dalla didattica a distanza alla logistica e allo shopping online. Queste, nell’insieme, sono cresciute con tassi a due cifre e hanno visto progredire la loro quota dell’intero mercato digitale, dal 19,5% del 2019 al 21% del 2020.

“Queste dinamiche confermano la centralità delle tecnologie digitali nell’anno dell’emergenza sanitaria ed economica. Ma oggi non basta accontentarsi della capacità del digitale di fornire soluzioni in un momento difficile. Bisogna farlo diventare il vero cardine della ripartenza: generatore e propagatore di innovazione diffusa. L’agenda, le priorità di investimento e i finanziamenti ci sono, ora bisogna dare concreta esecuzione agli interventi, con competenza e garantendo tempi rapidi” aggiunge Gay.

Nel 2021 il mercato crescerà del 3,5%

Per il 2021, sia l’evoluzione e il controllo dell’attuale emergenza che l’aumento di fiducia nel clima economico complessivo lasciano intravedere un recupero del mercato, con una crescita prevista del 3,5% e dinamiche in miglioramento in tutti i comparti e Digital Enabler.

A eccezione dei servizi di rete, in calo ma in maniera meno sostenuta, continueranno a crescere con tassi a due cifre le componenti associate a una digitalizzazione e automazione sempre più accentuata dei processi collaborativi a diversi livelli (dalla scuola alla sanità, ai servizi al cittadino fino all’e-commerce) e le soluzioni per la digitalizzazione delle filiere, un processo che aveva rallentato la sua corsa nel 2020. Tra i Digital Enabler a maggiore crescita, avremo Intelligenza Artificiale, Blockchain, Cloud, Big Data, Cybersecurity, Piattaforme per la gestione Web.7

Queste dinamiche si riferiscono alla sola crescita fisiologica, a cui si aggiungerà l’ulteriore aumento degli investimenti in digitale che saranno finanziati dal PNRR e per i quali non è stata ancora resa pubblica la pianificazione anno per anno.

Ma avere il digitale non basta, sottolinea Gay. “La ripartenza – sottolinea il Presidente di Anitec-Assinform – sarà possibile solo con una politica di ricostruzione fondata sull’investimento in eccellenze produttive e di servizio, capaci di creare valore attraverso il digitale, sia nel settore privato che pubblico. Si potrà creare valore a tutti i livelli: con una migliore qualità di beni e servizi vecchi e nuovi, con la sburocratizzazione dei processi amministrativi, con l’adeguamento o il ripensamento della legislazione (creata per il mondo fisico e non per quello online), aumentando la sostenibilità e garantendo maggiore inclusione sociale”.

Per questo, conclude Gay, gli investimenti programmati Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono per il Paese una grande opportunità che si ha il dovere di sfruttare per cambiare davvero passo e digitalizzare il sistema Italia.

“L’obiettivo è cambiare passo, dare impulso alla digitalizzazione della PA e della Sanità, accelerare lo sviluppo delle infrastrutture a banda ultra larga, sostenere le startup innovative e colmare il gap di competenze digitali, anche riconvertendo lavori in phase out. Mai come oggi la sfida è complessa ma possibile”, conclude.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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