Cloud, la scommessa di Walmart

Il marchio di grande distribuzione Walmart aprirà un centro di elaborazione dati cloud per ottimizzare le prestazioni aziendali e ridurre i tempi. Come partner ha scelto Microsoft.

Pubblicato il 17 Nov 2018

Walmart cloud computing


Walmart fa sul serio. La nota catena di negozi di vendita al dettaglio ha annunciato la realizzazione di una cloud-factory per ottimizzare il lavoro dei dipendenti e ottenere migliori risultati in tempi più brevi. L’area verrà realizzata con il supporto di Microsoft, che per l’occasione ha messo a disposizione ben 30 ingegneri. L’operazione è solo una delle tappe della digital transformation di Walmart.

Un luogo super-innovativo

L’area cloud verrà realizzata all’interno dell’hub di Austin, in Texas, ed entrerà in funzione a gennaio del 2019. Il luogo verrà allestito con dispostivi di ultima generazione che funzioneranno con Azure, software a firma Microsoft per il cloud-computing che Walmart ha scelto come provider.

Per un colosso come Walmart la tecnologia cloud è utile non solo per la vendita dei prodotti, ma anche per le operazioni di registrazione dei clienti, le relazioni con i fornitori e il controllo della produttività.

Una volta che gli ingegneri avranno completato tutti i lavori, i dirigenti e i lavoratori sparsi in tutti i negozi della catena potranno lavorare e vedere le informazioni in remoto, senza dispersione di tempo e energia. Si tratta del primo cloud pubblico ad essere impiegato da una multinazionale. Il progetto di realizzazione dell’area cloud fa parte di una collaborazione pluriennale con l’azienda fondata da Bill Gates.

Il digitale come valore aggiunto

L’apertura del maxi-centro cloud è solo l’ultima delle novità in fatto di innovazione tecnologica in casa del colosso statunitense. Da qualche anno Walmart risulta fra i big della grande distribuzione più sensibili al tema del digitale. Non come un’idea astratta, ma come strategia da mettere in atto per raccoglierne i frutti.

I principali cambiamenti riguardano l’inserimento di sensori IoT ( per risparmiare energia e migliorare l’efficienza dei macchinari), sistemi avanzati di big data analysis (per raccogliere le informazioni) e programmi di virtualizzazione (utili nella progettazione di nuovi stabilimenti).

Ma è l’intelligenza artificiale ad occupare una posizione strategica nella digital-tranformation di Walmart. Di recente la multinazionale ha annunciato la creazione di Sam’s Club Now, un supermercato senza casse dove sarà possibile fare la spesa pagando con un’app sullo smartphone.

Ma Walmart non trascura nemmeno l’e-commerce, tanto che nell’ultimo anno si è classificata in seconda posizione (dopo Amazon) nel commercio online alimentare, registrando un fatturato di 1,78 miliardi di dollari e un market share dell’11%. Clay Johnson, vicepresidente della catena, ha dichiarato che la svolta digitale rappresenta un investimento verso il futuro del commercio.

Il cloud per tutte le imprese

Ma il cloud-computing rappresenta un aiuto anche per le piccole e medie imprese? La risposta è sì. I vantaggi reali come la flessibilità, la sincronizzazione del lavoro e l’indipendenza da altri programmi sono garantiti per tutte le aziende al di là della tipologia o del settore.

Con il cloud tutte le fasi del processo aziendale migliorano, diventando più veloci e meno dispendiose. Secondo una ricerca di IDC il settore manifatturiero è il primo settore che investirà in cloud pubblico (19,7 miliardi di dollari), seguito dai servizi professionali (18,1 miliardi) e bancari (16,7 miliardi). Numeri che ne evidenziano il valore e la fiducia da parte degli imprenditori.

Insieme alla robotica e alle stampanti 3D, il cloud computing è un elemento fondamentale del manufacturing 4.0, dove tradizione e innovazione si uniscono abbattendo i costi e ottimizzando le prestazioni. Una dimostrazione è fatturazione elettronica in cloud che rispetto a quella cartecea consente di risparmiare ad una Pmi quasi 12 euro.

Negli ultimi anni sono nate molte start-up che forniscono servizi di trasmissione informatica, proprio per la crescente domanda. Questo mese NiceLabel ha lanciato Label Cloud, un sistema di progettazione e realizzazione di etichette tutto in cloud, dove utenti, disegnatori e stamperie possono accedere per visualizzare i bozzetti. Per le imprese B2B esistono software per la ricerca di fornitori e la pubblicità di annunci per acquisire nuovi clienti.

La diffusione del cloud in Italia

Gli Stati Uniti sono il paese dove le tecnologie cloud sono più diffuse, ma anche nel resto del mondo si sta iniziando a considerarlo come supporto importante. Per l’indagine Cloud: Opening Up the Road to Industry 4.0, condotta da Oracle e Intel, 6 manager su 10 dei paesi Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) ritengono fondamentale dotarsi di un’infrastruttura Cloud per capitalizzare al meglio gli investimenti in innovazione, declinati nelle direttrici principali della robotica (62%) e dell’AI (60%).

Da noi le imprese hanno compreso la validità della nuvola, con forti investimenti in macchinari e nelle infrastrutture. Primeggiano le multinazionali, seguite dalle aziende con meno di 250 dipendenti e le piccole e medie stanno accelerando.

Secondo uno studio dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, le il mercato Cloud italiano vale 2,34 miliardi di euro, in crescita del 19% rispetto al valore di consuntivo del 2017 (pari a 1,97 Miliardi). Restiamo indietro nell’adozione di un team, dato che ad oggi solo l’8% delle aziende intervistate dichiara di avere un team dedicato al Cloud e il 13% di volerlo introdurre.

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Matteo Melani

Giornalista toscano, scrive di tecnologia, storie e società per quotidiani, settimanali e mensili. Dal 2015 ha affiancato alla sua attività di giornalista quella di ufficio-stampa e content-writer.

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