i dati della ricerca 2024

Digitalizzazione: Italia al 23° posto in EU, ma in cima per progetti AI nel pubblico

Il rapporto 2024 dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia, realizzato da TEHA Group in collaborazione con Fondazione IBM Italia, evidenzia che l’Italia è leader nei progetti di intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione, ma affronta sfide significative nelle competenze digitali, con un basso tasso di laureati in ICT e sottorappresentazione femminile. Le priorità strategiche individuate dall’Osservatorio includono il miglioramento delle competenze digitali e l’inclusione, la promozione della formazione interdisciplinare e l’interoperabilità dei dati per sostenere l’innovazione.

Pubblicato il 29 Nov 2024

Immagine di FellowNeko da Shutterstock


L’Italia è 2° in UE per numero di sperimentazioni totali dell’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione e 1° per numero di progetti implementati: è quanto emerge dall’edizione 2024 dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia, realizzato da TEHA Group in collaborazione con Fondazione IBM Italia.

Il documento, tuttavia, restituisce la fotografia di un’Italia a luci e ombre e che si muove tra sfide e successi, quella fotografata nel campo della trasformazione digitale a livello europeo.

Sono diversi i punti critici: solo il 46% degli adulti italiani in possesso di competenze informatiche di base, uno dei tassi più bassi di laureati in discipline ICT (1,5%) e una significativa sotto-rappresentazione femminile nel settore digitale (16% della forza lavoro).

D’altra parte il Paese vanta il primato europeo per progetti di Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione, il 6° posto per copertura 5G e si distingue per i 48 miliardi di euro destinati – attraverso il PNRR – alla transizione digitale, la quota più alta tra i grandi Paesi europei.

Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia, i principali risultati dell’edizione 2024

Il rapporto è stato redatto mettendo al centro il Tableau de Bord, uno strumento avanzato che ha misurato – basandosi su 33 indicatori chiave e oltre 5.200 osservazioni puntuali per un periodo di sette anni – il posizionamento dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei in tre ambiti: cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione.

Il Rapporto 2024 dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia evidenzia i risultati considerando i tre ambiti individuati dal Tableau de Bord: cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione.

Per quanto riguarda la digitalizzazione dei cittadini, nel contesto europeo l’Italia si posiziona al 23° posto, con solo il 22% della popolazione dotata di competenze digitali superiori a quelle di base. Tuttavia, cresce l’uso di Internet, con l’85% degli italiani online almeno una volta a settimana, con un incremento del 3% rispetto al 2023.

Lato imprese la situazione presenta delle sfide specifiche: solo il 28% delle aziende italiane ha raggiunto un livello di intensità digitale alto o molto alto, segnalando la necessità di rafforzare l’integrazione tecnologica nei processi produttivi. Incoraggiante, però, è l’aumento di esperti ICT, dal 3,9% del 2022 al 4,1% del 2023.

Quanto alla Pubblica Amministrazione i servizi digitali offerti a cittadini e imprese stanno migliorando, ma solo il 68,5% degli italiani interagisce online con la PA, un dato che rimane ancora al di sotto della media europea.

È evidente che, nonostante i progressi, molto lavoro rimane da fare per colmare il divario digitale e rendere l’Italia più competitiva nel panorama digitale europeo. Emerge però un dato rilevante: in ambito pubblico, l’Italia è 2° in UE per numero di sperimentazioni totali dell’intelligenza artificiale nella P.A. e 1° per numero di progetti implementati.

Italia sopra la media UE per la Cybersecurity

Per quanto concerne la Cybersecurity, l’Italia registra un posizionamento migliore rispetto alla media europea in tutti e 3 gli indicatori, ossia:

  • imprese che adottano misure per la sicurezza ICT (10° in UE)
  • imprese che hanno definito o aggiornato le policy di sicurezza ICT negli ultimi
    due anni, 8°
  • imprese che informano i dipendenti sugli obblighi di sicurezza ICT (9°)

Sostenibilità e digitale ancora troppo scollegati

Nel cluster relativo alla Sostenibilità, l’Italia si posiziona sopra alla media europea relativamente al tasso di penetrazione degli Smart Meter (4° in UE, con il 100%).

Resta tuttavia ancora poco valorizzato l’apporto della tecnologia all’interno delle aziende: l’Italia è infatti 19° per intensità di utilizzo delle tecnologie ICT per la sostenibilità (comprendendo solo il 60% delle imprese contro una media europea del 66%).

Le priorità strategiche dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia

L’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia ha infine individuato tre priorità strategiche per sostenere e accelerare la trasformazione digitale del Paese.

In primis è urgente valorizzare il ruolo di etica, inclusione e collaborazione nel percorso di digitalizzazione del Paese.

Questo significa assicurare un adeguato coordinamento centrale e una visione unitaria nella gestione dei progetti di digitalizzazione della PA, nonché guidare le organizzazioni, a partire dalle PMI, sull’evoluzione e sulle opportunità indotte dal digitale e dall’AI sul posto di lavoro, anche tramite la valorizzazione dei network tra imprese come strumento in grado di stimolare l’innovazione e la collaborazione.

La seconda priorità si concentra sulla promozione di un approccio multidisciplinare alla formazione digitale. È essenziale rafforzare il sistema di Vocational Education and Training (VET), anche tramite attività di awareness e comunicazione.

Si propone inoltre l’introduzione dell’obbligo – all’interno dei curricula universitari in ambito ICT – di almeno un corso riguardante il legame tra digitalizzazione, governance, etica e sostenibilità, mentre per i curricula non legati al digitale almeno un corso sull’AI.

Si suggerisce inoltre di prevedere schemi di finanziamento per la formazione e il lifelong learning, per esempio sulla base di Individual Learning Account, e di sviluppare una strategia di attrazione dei giovani talenti digitali dall’estero.

L’Osservatorio evidenzia anche la necessità di facilitare l’interoperabilità dei dati e una regolamentazione pro-innovazione, ad esempio promuovendo l’interoperabilità tra le banche dati delle piattaforme pubbliche attraverso l’adozione di standard comuni, il rafforzamento delle infrastrutture digitali centralizzate e gli incentivi alla condivisione sicura dei dati tra enti.

Sono inoltre da favorire la diffusione delle sandbox regolamentari come strumento in grado di sostenere l’innovazione e la crescita, mentre è auspicabile una co-regolamentazione tra regolatori, società civile e grandi piattaforme, che sia basata sul rischio.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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