Il 2025 passerà alla storia come l’anno in cui è definitivamente “evaporata l’illusione” che la dimensione economica dell’Unione possa tradursi automaticamente in potere geopolitico. A dirlo è l’ex presidente della BCE e autore del recente Rapporto sulla Competitività dell’Unione, Mario Draghi. Dal palco del Meeting di Rimini, l’ex Presidente del Consiglio ha di fatto certificato la fine di un’epoca: quella in cui si è potuto credere che la dimensione economica, forte di 450 milioni di consumatori, fosse di per sé sufficiente a garantirle un peso geopolitico.
L’EUROPA NEL MONDO
Draghi a Rimini “L’illusione europea è finita, ora serve una strategia tecnologica comune”
Dal palco di Rimini, Mario Draghi certifica la fine dell’illusione di un’Europa geopoliticamente forte solo perché economicamente grande. Per diventare “attore protagonista”, l’UE deve agire su due fronti: completare il mercato interno e scalare sulle tecnologie critiche. Draghi denuncia l’immobilismo del settore pubblico, a fronte di imprese già proiettate nel futuro, e indica la via d’uscita nella fine della frammentazione nazionale, da superare con investimenti su larga scala finanziati da debito comune europeo.

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