DIGITAL TRANSFORMATION

Il Digitale in Italia continua a crescere: nel 2026 il mercato varrà 92 miliardi

Lo scorso anno il mercato digitale italiano ha realizzato una crescita del 2,4%, portandosi a un valore complessivo di 77 miliardi di euro. E il settore continuerà a crescere fino a raggiungere quasi i 92 miliardi di euro nel 2026. La trasformazione digitale si conferma una leva economica molto rilevante e il suo ruolo nella ripresa economica del Paese è stato e sarà sostanziale. I numeri e le tendenze rilevati nel rapporto ‘Il Digitale in Italia 2023’ di Anitec-Assinform

Pubblicato il 04 Lug 2023

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Il Digitale in Italia continua a correre: lo scorso anno il mercato italiano ha realizzato una crescita del 2,4%, per un valore complessivo di 77,1 miliardi di euro, con andamenti differenziati tra i diversi segmenti. Nel 2023 questa crescita aumenterà ancora, al +3,1%, e l’anno prossimo tornerà a essere superiore a quella dell’economia nel suo complesso, con un nuovo balzo stimato al +4,3%.

Non solo. Le previsioni per il prossimo triennio (2024-2026) sono orientate a una crescita ancora più sostenuta, e si basano sull’ipotesi di un minore impatto dell’inflazione e su un maggiore impiego delle risorse economiche messe a disposizione dal Pnrr per la digitalizzazione. È prevista quindi una crescita media annua del mercato digitale nel periodo 2022-2026 del 4,5%, fino a raggiungere quasi i 92 miliardi di euro nel 2026.

Un mercato dunque che procede a gran ritmo, come certifica Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT, che a Roma, presso The dome Campus Luiss, ha presentato il rapporto annuale ‘Il Digitale in Italia 2023’, in occasione dell’evento ‘Digitale per crescere’.

La trasformazione digitale “si conferma una leva economica molto rilevante e il suo ruolo nella ripresa economica del Paese è stato e sarà sostanziale, soprattutto adesso”, sottolinea Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform. E guardando al futuro: “dobbiamo spingere su interventi anticiclici, portando avanti le riforme e le politiche pubbliche che consentano all’innovazione di fiorire, in un contesto competitivo, dando spazio ai giovani e ai loro talenti”.

Ma se la tendenza positiva del mercato digitale è chiara, allo stesso tempo restano tuttavia delle criticità, prime tra tutte la carenza di competenze digitali e l’eterogeneità nella diffusione delle tecnologie tra classi dimensionali di impresa e tra territori.

Il trend di crescita degli investimenti in digitale delle piccole e medie imprese italiane rimane più lento rispetto a quanto registrato dalle grandi imprese. Nel 2022 c’è stato un incremento del 2,5% per le piccole imprese, del 4,1% per le medie e del 5,9% per le grandi, a conferma della correlazione tra dimensioni aziendali e spesa digitale: più i contesti organizzativi aumentano di dimensioni, maggiore è la spesa destinata alla digitalizzazione.

Inoltre, l’analisi geografica del mercato digitale italiano identifica nelle regioni del Nord Ovest e del Centro le aree caratterizzate da una maggiore capacità di spesa in tecnologia, rappresentando quasi il 62% della spesa complessiva.

“Occorre finanziare la crescita digitale, che è poi il presupposto per altri ambiti di crescita, tra cui quello della sostenibilità”, osserva Maurizio Marchesini, vice presidente Confindustria per le filiere e le medie imprese. Che chiede alla politica nazionale esplicitamente: “abbiamo bisogno di un piano di investimento massiccio, di almeno 8 o 9 miliardi l’anno, e in modo continuativo e solido per almeno 5 anni”.

Il mercato digitale italiano e i suoi settori

Tornando ai numeri del rapporto Anitec-Assinform, il mercato digitale ha consolidato nel 2022 una crescita del 2,4%, con un valore complessivo di 77,1 miliardi di euro. L’aumento più rilevante ha riguardato i Servizi ICT (+8,5% e 14,8 miliardi di euro), sostenuto principalmente dai servizi di Cloud Computing e di Cybersecurity.

Andamenti particolarmente positivi si sono avuti nel segmento dei Contenuti e Pubblicità Digitali (+6,3% e 14,5 miliardi di euro) e in quello del Software e Soluzioni ICT (+6,2% e 8,6 miliardi di euro).

Il mercato relativo a Dispositivi e Sistemi ha evidenziato una netta inversione di tendenza dopo la crescita consistente registrata nel 2021. Infatti, nel corso del 2022 ha subito un calo dell’1%. È infine proseguito il trend negativo dei Servizi di Rete Tlc (-2,7%). Se il progresso del mercato digitale è in parte frenato dalle componenti tecnologiche più mature, sarà invece trainato dai prodotti e servizi più innovativi, ovvero Digital Enabler e Transformer, il cui incremento medio annuo nel periodo 2022-2026 dovrebbe attestarsi su circa il 13%.

L’economia dei dati “fa ormai parte della politica industriale, ed esiste uno spazio competitivo per il nostro Paese”, sottolinea Agostino Santoni, vice presidente Confindustria con delega al Digitale. E spiega: “la leadership moderna dell’imprenditore e del manager che gestisce un’impresa deve esse fatta con un co-pilota, che sono i dati e l’intelligenza artificiale. Queste nuove soluzioni e opportunità sono da portare nei progetti di ri-disegno delle imprese, per trasformare i modelli di business, e i loro risultati. Questa è una buona ricetta per la leadership aziendale moderna”.

Filiere e Supply chain sempre più connesse

La combinazione di più tecnologie digitali e di una maggiore velocità dell’innovazione rispetto al passato sta disegnando un’industria completamente diversa, che vedrà filiere e Supply chain sempre più connesse e circolari. Fondamentale è il ruolo abilitante dei Digital Enabler nel trasformare produzione e processi, nel creare nuovi modelli di business, sfide competitive, come pure nuovi mercati.

Non a caso “stiamo assistendo a dinamiche a doppia cifra nella crescita di Digital Enabler e Transformer”, rileva Gay: “dal Cloud computing, alle piattaforme di Cybersecurity, alle soluzioni di Big data management, essenziali per organizzare e gestire l’architettura del patrimonio informativo di imprese e istituzioni pubbliche e pertanto presupposto per l’adozione di strumenti per l’analisi evoluta e la valorizzazione dei dati, tra cui spiccano soluzioni di Intelligenza artificiale e Blockchain”.

Cloud e AI sulla cresta dell’onda

Il Cloud prosegue il trend di crescita (+24% e 5,2 miliardi di euro) e si conferma tra le principali tecnologie che abilitano la trasformazione digitale e l’innovazione di modelli di business. Sono cresciuti con tassi molto elevati anche l’Intelligenza artificiale (+32% e 435 milioni di euro) e la Blockchain (+28% e 42,5 milioni di euro).

In questi due casi, soprattutto nel secondo, i valori dei mercati risultano ancora di dimensioni molto contenute, tuttavia, grazie a investimenti diffusi in tutti i settori, il loro trend rimarrà molto sostenuto.

A doppia cifra sono cresciute anche le soluzioni di Big data management (+14% e 1,5 miliardi di euro), essenziali per organizzare e gestire l’architettura del patrimonio informativo di imprese e istituzioni pubbliche, e le piattaforme di Cybersecurity (+14% e 1,6 miliardi di euro), per garantire la protezione di dati e asset tecnologici a fronte della crescita esponenziale delle minacce cyber.

La potenziale (e attesa) spinta del Pnrr

La sfida per la digitalizzazione delle PMI è agli inizi ma il piano nazionale di Transizione 4.0 e il Pnrr costituiscono delle opportunità significative. Proprio l’utilizzo delle risorse stanziate dal Pnrr, insieme al contesto economico internazionale, “rappresentano due fattori significativi che influenzeranno l’immediato futuro del mercato digitale”, fanno notare in Anitec-Assinform: “un uso efficiente dei fondi messi a disposizione dal Pnrr è il primo passo in questa direzione”.

Ma c’è bisogno di una politica industriale che promuova la competitività delle imprese, che aumenti la loro produttività e rafforzi la collaborazione all’interno della filiera.

Inoltre, sono necessari “interventi di regolazione pro-concorrenziali che spingano l’innovazione, sostengano la formazione del capitale umano e sostengano la collaborazione tra imprese per aumentare scala e durabilità degli investimenti”, rimarca Gay: “sono queste le leve che possono consentire al mercato digitale di crescere, alle tecnologie di essere abilitatori della trasformazione, ai giovani di essere protagonisti del mondo di oggi e di quello che verrà”.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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