Spada (Assolombarda): “Rafforzare Industria 4.0 e ripristinare il Patent Box”

Il convegno annuale degli industriali lombardi mette in evidenza la centralità della transizione digitale e green per le imprese e l’economia del Paese: il presidente Spada chiede al Governo di rafforzare Industria 4.0, ripristinare il Patent Box e presentare una strategia nazionale per l’idrogeno e di svincolare gli investimenti strategici dal Patto di Stabilità

Pubblicato il 03 Lug 2023

Un momento dell'assemblea generale di Assolombarda a Milano


L’Italia e la sua industria, per continuare a crescere, devono spingere sull’Industria 4.0, incentivare lo sviluppo di proprietà intellettuale, sostenere l’innovazione e la pluralità tecnologica. È questa la linea da seguire, chiara e netta, emersa dall’assemblea generale di Assolombarda, che come di consueto ha chiamato a raccolta imprenditori e politici, e che per l’edizione 2023 si è svolta negli spazi del gruppo Camozzi, in via Rubattino a Milano.

Una location non casuale e che esalta la spinta innovativa di Camozzi e della manifattura italiana e lombarda, in quanto in occasione dell’evento associativo è stato anche inaugurato il nuovo Camozzi Research Center, che l’azienda dalle radici bresciane ha sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) che ha sede a Genova.

Sul palco dell’assemblea annuale degli industriali lombardi si sono alternate le più alte cariche politiche e associative, nazionali e regionali, dalla premier Giorgia Meloni al presidente di Assolombarda, Alessandro Spada.

I vari interventi hanno delineato le prospettive politiche ed economiche secondo punti di vista diversi, ma con alcune linee guida e obiettivi comuni, innanzitutto: la necessità di proseguire sulla strada dell’innovazione e della transizione digitale, di pari passo con quella sostenibile, trovando nuovi finanziamenti e nuove misure per sostenere le aziende nell’opera di ammodernamento e sviluppo.

Spada: “Rafforzare l’Industria 4.0, ripristinare il Patent Box”

Il presidente di Assolombarda ha sottolineato la centralità dell’innovazione per le imprese e l’economia del Paese: “Va rafforzata l’Industria 4.0, ripristinato il Patent Box nella sua forma originaria e sostenuta l’innovazione, sempre con un approccio di pluralità tecnologica”, per poter industrializzare tutte quelle soluzioni di accumulo, efficientamento, produzione di energia, oggi non ancora competitive ma di cui abbiamo bisogno se veramente vogliamo raggiungere gli obiettivi al 2050.

Nel breve termine “siamo consapevoli che l’elettrico rappresenti una tecnologia con specifici benefici”, osserva Spada, “ma riteniamo che le prospettive di medio e lungo termine siano maggiormente a favore di un mix di soluzioni e tecnologie più ampio. Anche per questo chiediamo al Governo che venga presentata quanto prima una Strategia nazionale per l’idrogeno”.

Spada: “Orgogliosi del nostro modello manifatturiero”

Secondo i dati di una ricerca inedita svolta da Fondazione Edison, quasi l’80% dell’export manifatturiero italiano viene realizzato da imprese medie, medio-grandi e grandi con un numero di occupati che va da 50 a un massimo di 4.999 addetti. Queste imprese sono in totale 9mila. A queste si aggiungono altre 27mila piccole imprese con un numero di addetti che va da 10 a 49, che coprono un restante 13%. Le imprese con più di 5mila addetti, invece, sono 13 e pesano per meno del 7% dell’export. Il nostro Paese, insomma, non è né penalizzato dalla mancanza di grandi gruppi industriali, né tanto meno schiacciato su imprese di piccole dimensioni.

È proprio “la taglia delle nostre imprese che ci permette di essere leader a livello internazionale in quei segmenti produttivi in cui qualità, innovazione e flessibilità costituiscono fattori competitivi”, tiene a precisare il numero uno di Assolombarda: “dobbiamo essere profondamente orgogliosi del nostro modello manifatturiero, spesso accusato ingiustamente di fare pochi investimenti, di essere poco tecnologico, di non essere sufficientemente competitivo e di essere, perciò, inadatto a competere nella sempre più dura arena del mercato globale. Niente di più lontano dalla realtà”.

Un nuovo piccolo ‘miracolo economico’

L’industria manifatturiera del Paese, dopo aver contribuito con una crescita del 14% del suo valore aggiunto alla ripresa economica del 2021, nel 2022 è aumentata ancora dello 0,3%. A questo si aggiunge la crescita del PIL dello 0,6% nel primo trimestre di quest’anno: più di Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e anche degli Stati Uniti.

E ancora nel 2022 l’export manifatturiero ha segnato il record di 594 miliardi di euro su un totale di 625 miliardi. “Un nuovo piccolo ‘miracolo economico’ reso possibile dalla reattività e competitività della nostra manifattura”, sottolinea Spada.

Spada: “Svincolare gli investimenti strategici dal Patto di Stabilità”

Il presidente degli industriali lombardi si rivolge poi direttamente al presidente del Consiglio: “chiediamo al presidente Meloni di promuovere un forte sforzo per far passare, a livello europeo, il principio per cui gli investimenti strategici per il Paese non siano sottoposti al Patto di Stabilità. Mi riferisco, per esempio, al caso della sanità, uno dei molteplici settori in cui i nostri territori rappresentano un’eccellenza del modello di collaborazione tra pubblico e privato. La Lombardia, con oltre 210 milioni di euro di finanziamenti, è la prima regione in Italia per contributo dell’Unione Europea alla ricerca sulle scienze della vita. Una filiera che genera 27 miliardi di valore aggiunto l’anno e che, comprensiva di indotto, pesa per il 13% del PIL regionale. Tutti investimenti che nella filiera della salute generano crescita, benessere, coesione sociale, ricerca, innovazione, tech transfer e nuova industria, per il territorio, per il Paese, per l’Europa e che, di conseguenza, non dovrebbero essere sottoposti al Patto”.

Bonomi: “Industria che funziona fa bene al Paese”

Sulla stessa linea d’onda il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: “è necessario sostenere l’industria non per una questione corporativa ma per l’interesse del Paese”. Bisogna “stimolare gli investimenti in Green e Digitale ad esempio con misure per il credito d’imposta”, e “bisogna mettere soldi perché le transizioni hanno un costo sociale ed economico”, le transizioni sono una grande opportunità “ma occorre sostenerle in maniera adeguata”.

Mentre sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Bonomi commenta: “non c’è visione in questo Piano, e c’è invece un frazionamento troppo marcato di finanziamenti e interventi ai vari livelli istituzionali e territoriali”.

Le risposte di Meloni

Il prossimo percorso politico nazionale indicato da Meloni – insieme agli altri ambiti che interessano il Paese e i suoi cittadini – mette in primo piano il tema dello sviluppo tecnologico: “ad esempio, stiamo lavorando per varare a breve un Chips Act italiano, in linea con quello europeo, per una politica sui semiconduttori che si deve inserire in un piano più ampio, in grado di favorire la crescita hi-tech del Paese. Occorre creare le condizioni per agevolare le imprese che operano in Italia e richiamare qui altre aziende dall’estero”.

Come farlo? Modalità e soluzioni possono essere diverse. Innanzitutto, “con una tassazione favorevole per le imprese che investono in innovazione e in capitale umano”, anticipa Meloni, che rimarca: “la transizione digitale e quella verde sono scelte strategiche dell’Europa, ma poi non si possono ‘punire’ o frenare i Paesi, come il nostro, che fanno investimenti in questa direzione. Bisogna computare questi investimenti nel calcolare il rapporto deficit/Pil di un Paese, e questa è una sfida prioritaria da affrontare”.

Molto pragmatismo e un po’ di sovranismo tecnologico

Un’altra sfida è poi quella dell’approvvigionamento e gestione “delle materie prime critiche e rare, una delle maggiori urgenze del nostro tempo”, mentre la premier fa anche notare: “per realizzare la transizione ecologica non possiamo certo smantellare la nostra economia e le nostre imprese, la sostenibilità ambientale deve camminare di pari passo con la sostenibilità economica e sociale”, attraverso un approccio molto pragmatico e concreto, non ideologico.

“È ora di tornare padroni del nostro destino economico e di sviluppo”, auspica il presidente del Consiglio, “limitando la dipendenza da Paesi terzi, innanzitutto negli ambiti strategici che riguardano le tecnologie e le fonti di approvvigionamento” per far funzionare le imprese. Insomma, una ricetta per affrontare il futuro che comprende molto pragmatismo e anche un po’ di sovranismo tecnologico.

Il nuovo Camozzi Research Center

Al termine degli interventi sul palco, è stato ufficialmente inaugurato il Camozzi Research Center (CRC), che “nasce con l’ambizione di essere un hub di conoscenza avanzata a servizio di tutte le divisioni del gruppo”, spiegano i vertici dell’azienda bresciana.

Ecco come: “collaborando con i vari team di ricerca presenti nelle nostre divisioni e con partner esterni industriali e istituzionali, il CRC coordina tutte le attività di ricerca e sviluppo più avanzate, con l’obiettivo di acquisire quelle conoscenze scientifiche e tecnologiche che saranno fondamentali per plasmare i processi industriali del futuro”.

Stampa 3D, materiali avanzati, automazione industriale, robotica, manutenzione predittiva, controllo di processo intelligente sono solo alcuni dei campi in cui il CRC è già al lavoro con diversi progetti, “condotti in collaborazione con realtà accademiche di riconosciuto standing internazionale”, spiegano in Camozzi, “tra queste il Politecnico di Milano, presente all’interno del CRC con un laboratorio dedicato all’automazione e al controllo dei processi industriali del futuro, e l’Istituto Italiano di Tecnologia, con cui è attivo un joint-lab multidisciplinare”.

Valuta la qualità di questo articolo

C
Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5