La spinta sulla digitalizzazione e l’avvento dell’AI stanno cambiando le carte in tavola nella sfida per la competitività. Oggi il fattore di differenziazione competitiva più rilevante non è più la capacità di possedere materialmente le tecnologie più avanzate, ma la capacità di comprenderle, governarle e sfruttarle per trarne i benefici promessi. Più che installare sensori o implementare software, oggi è imprescindibile coltivare un nuovo patrimonio di competenze, capace di dialogare con macchine sempre più intelligenti senza abdicare al ruolo decisionale umano. Su questo terreno si sono confrontati Paolo Foglio, Manufacturing Digitalization Strategy Manager di Iveco Group, e Gabriele Guzzetti, Operations Director di Galbusera, entrambi membri del comitato scientifico della fiera SPS Italia, con i quali abbiamo discusso ricavandone un insegnamento fondamentale: che la formazione continua e il pensiero critico sono i pilastri di una manifattura che voglia realmente essere a prova di futuro.
COMPETENZE
Industria 4.0, la sfida non è l’AI ma il pensiero critico
L’avvento dell’AI nel settore manifatturiero, che si somma alla rivoluzione operata dal paradigma dell’industria 4.0, rende indispensabile una riflessione seria sull’evoluzione delle competenze. Paolo Foglio di Iveco Group e Gabriele Guzzetti di Galbusera evidenziano la necessità di unire hard skills e soft skills, tenendo il pensiero critico come ‘timone’ per governare la tecnologia senza subirla.

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