Transizione 4.0, ecco le prime indiscrezioni su aliquote, tetti e compensazione

Risorse per 25 miliardi di euro a valere sui fondi del Recovery Plan, proroga fino al 2022, nuove aliquote e massimali, possibilità di compensazione più rapida. Sono le prime indiscrezioni relative al nuovo piano Transizione 4.0. Per i beni strumentali la nuova piattaforma sarebbe valida già per gli acquisti effettuati a novembre 2020, ma le nuove aliquote maggiorate varrebbero per un solo anno. Novità anche per la Formazione 4.0. Tutti i dettagli nell’articolo.

Pubblicato il 06 Nov 2020

transizione 4.0


Risorse per venticinque miliardi di euro a valere sui fondi del Recovery Plan, proroga fino al 2022, aliquote aumentate per il 2021, nuovi massimali e possibilità di compensazione più rapida. Sono questi i termini su cui sarebbe stata raggiunta l’intesa tra il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Economia e delle Finanze in relazione al nuovo piano Transizione 4.0. A svelarli un articolo firmato da Carmine Fotina su Il Sole 24 Ore del 6 novembre.

Cominciamo dal periodo. L’attuale piano, che scade a dicembre 2020 con possibilità di consegne fino a giugno 2021, sarebbe rinnovato per due anni (e non per tre, come inizialmente annunciato), con una particolarità: la nuova impalcatura, che  partirà con l’entrata in vigore della legge di bilancio a gennaio 2021, si estenderebbe retroattivamente anche agli investimenti effettuati negli ultimi due mesi del 2020, dal 1 novembre. Il termine della misura viene fissato al 31/12/2022, con possibilità di portare le consegne fino al 30 giugno 2023 in caso di versamento di un acconto pari ad almeno il 20% dell’ordine.

Saranno rivisti tetti e aliquote di tutti gli incentivi parte del piano Transizione 4.0.

Beni strumentali 4.0

Iniziamo dal credito d’imposta per l’acquisto dei beni strumentali 4.0 (ex iperammortamento), che attualmente è del 40% per investimenti fino a 2,5 milioni e del 20% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni. L’aliquota salirebbe al 50% per investimenti fino a 4 milioni e al 30% per la quota di investimenti di valore compreso tra 4 e 10 milioni. Arriverebbe poi una nuova aliquota del 10% per gli investimenti superiori ai 10 milioni (attualmente non agevolati) e i 20 milioni. Attenzione però: le nuove aliquote varranno solo per il 2021, mentre nel 2022 tornerebbero ai valori attuali.

Il periodo di compensazione dei crediti d’imposta, attualmente fissato a 5 anni, scenderebbe a 3 anni a partire già dall’anno in cui si verifica l’interconnessione.

I beni strumentali semplici

Quanto ai beni strumentali semplici, cioè tutti i beni strumentali non 4.0 (ex superammortamento) l’aliquota passerebbe, sempre solo per il 2021, dall’attuale 6% al 10%. Secondo le indiscrezioni de Il Sole 24 Ore l’agevolazione varrebbe “per investimenti effettuati da soggetti con ricavi o compensi inferiori a 5 milioni”. Nessun cenno al tetto dell’incentivo, attualmente fissato a un monte acquisti di 2 milioni di euro. Curiosamente, il periodo per la compensazione passerebbe da 5 anni a 1 anno (scenario sul quale ci permettiamo di esprimere dei forti dubbi).

Sarebbe infine prevista una maggiorazione speciale per quei beni strumentali funzionali all’implementazione dello smart working, per i quali l’aliquota salirebbe al 15%.

I software

Per quanto riguarda i beni immateriali ricompresi nell’allegato B (i cosiddetti software 4.0), l’aliquota attuale del 15% verrebbe innalzata al 20%, con un massimale che salirebbe da 700.000 euro a 1 milione (anche in questo caso soltanto per il primo dei due anni di vigenza della nuova piattaforma).

Importante novità è che sarebbe introdotto un incentivo anche per l’acquisizione di altri software non riconducibili espressamente ai processi di digital transformation secondo il paradigma di Industria 4.0. In questo caso, il credito d’imposta è pari al 6%.

Il periodo di compensazione per i beni immateriali viene portato a 1 anno.

Credito d’imposta per Ricerca, Sviluppo, Innovazione

Anche per il credito d’imposta per Ricerca, Sviluppo, Innovazione ci sarebbero significative novità.

Il credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo, attualmente pari al 12% con massimale di 3 milioni, salirebbe al 20% con massimale a 5 milioni.

Il credito d’imposta per le attività di innovazione tecnologica salirebbe invece dall’attuale 6% al 10% con massimale in aumento da 1,5 a 3 milioni.

L’attuale aliquota riservata ai progetti di innovazione volti ad favorire digitalizzazione e sostenibilità, che oggi vale il 10%, verrebbe portata al 15%.

Infine, il credito d’imposta per le attività di design e ideazione estetica, attualmente pari al 6%, sarebbe alzato al 15% con raddoppio del tetto da 1,5 milioni a 3 milioni.

Le nuove aliquote e i massimali relativi al credito d’imposta per le attività di Ricerca, Sviluppo e Innovazione sarebbero valide per tutti i due anni di proroga e non solo per il primo, come invece nel caso dei beni strumentali.

La formazione 4.0

Novità in vista anche per l’incentivo meno “amato dagli Italiani”, cioè il credito d’imposta per la cosiddetta Formazione 4.0. Al momento la misura copre, con aliquote differenziate comprese tra il 30% e il 50% a seconda delle dimensioni aziendali, il costo orario della manodopera occupata nei percorsi di formazione. Per esempio, una piccola impresa che organizza un corso da 20 ore per tre dipendenti il cui costo orario è pari a 20 euro l’ora riceve un credito d’imposta di 600 euro (3 x 20 x 20 x 50%).

La novità sarebbe che tra i costi ammissibili, come richiesto a più riprese dagli imprenditori, siano incluse anche le spese dirette (leggasi il costo dei formatori ed eventuali spese connesse, ad esempio l’affitto del locale o di attrezzature strettamente necessarie) e non solo il costo orario dei dipendenti in formazione.

La vostra opinione

Voi che cosa pensate di queste prime indiscrezioni sul nuovo impianto del piano Transizione 4.0? Sareste contenti se in legge di bilancio fosse realmente così?

[yop_poll id=”1″]

I commenti

In questo articolo abbiamo commentato le nuove misure con Massimo Carboniero, immediate past president di Ucimu – Sistemi per Produrre. Buona lettura!

Il nuovo impianto del piano Transizione 4.0: che cosa convince e che cosa no

Valuta la qualità di questo articolo

Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5