Sostegno alle PMI

La Commissione Europea presenta un pacchetto di misure a sostegno delle PMI

Le misure sono volte a fornire un sostegno a breve e lungo termine, alla luce delle difficoltà causate dalle crisi che si sono susseguite negli ultimi tre anni e che hanno impattato particolarmente le PMI. Gli strumenti presentati mirano a semplificare il contesto amministrativo e gli obblighi burocratici, aumentare le opportunità di finanziamento, accrescere le competenze e creare un mercato più equo.

Pubblicato il 12 Set 2023

sostegno PMI UE


La Commissione europea ha presentato una serie di misure volte a fornire un sollievo a breve termine alle PMI, stimolare la competitività a lungo termine e rafforzare l’equità del contesto imprenditoriale in tutto il mercato unico.

Tra le iniziative presentate anche la proposta per un nuovo regolamento sui ritardi nei pagamenti delle transazioni commerciali e una direttiva che stabilisce un sistema fiscale per le PMI europee basato sul principio della “sede principale” (Head Office Tax System).

Il contributo delle PMI alla stabilità e la competitività dell’economia dell’UE

Il pacchetto di misure ha l’obiettivo di sostenere e stimolare la competitività delle PMI che sono indispensabili alla competitività e la stabilità dell’economia dell’Unione – oltre che al raggiungimento degli obiettivi digitali e di sostenibilità –, in quanto:

  • rappresentano il 99% del tessuto imprenditoriale dell’UE
  • sono responsabili della creazione di 2 posti di lavoro su 3
  • generano più della metà del valore aggiunto del settore delle imprese non finanziarie
  • contribuiscono alle economie locali, con il 42% delle PMI situate in una piccola città o in un villaggio
  • contribuiscono significativamente all’innovazione. Nello specifico, le start-up sono responsabili del 34% delle innovazioni sociali e l’89% delle PMI si stanno attivando per essere più efficienti nell’uso delle risorse

Tuttavia, sono proprio queste aziende a soffrire maggiormente le conseguenze di un contesto sempre più incerto e volatile, conseguenza delle diverse crisi che si sono succedute in questi anni.

Nello specifico, le perturbazioni degli ultimi tre anni hanno acceso i riflettori su alcuni problemi particolarmente rilevanti per le PMI, tra cui: competenze normative o oneri amministrativi; ritardo nei pagamenti; accesso a opportunità di finanziamento; mancanza di competenze, incluse quelle manageriali.

Aumentare gli investimenti disponibili per le PMI

In aggiunta agli oltre 200 miliardi di euro disponibili per le PMI nell’ambito dei vari programmi di finanziamento dell’UE fino al 2027, verrà ulteriormente intensificato lo sforzo a sostegno delle piccole e medie imprese europee.

Obiettivo che la Commissione intende aggiungere anche ottimizzando programmi già presenti, come InvestEU, incoraggiando i trasferimenti degli Stati membri ai comparti nazionali di tale sportello e assicurando che una parte della proposta garanzia dell’UE di 7,5 miliardi di euro nell’ambito di un nuovo sportello dedicato della Piattaforma delle tecnologie strategiche per l’Europa (STEP) di InvestEU sia disponibile anche per le PMI.

Una metodologia semplice e standardizzata sosterrà le PMI nella rendicontazione dei temi della sostenibilità, facilitando così l’accesso ai finanziamenti sostenibili.

Il nuovo regolamento sulla lotta ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali

Il nuovo regolamento sulla lotta ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali affronta una pratica sleale ma molto diffusa all’interno dell’UE: basti pensare che sulle oltre 500 fatture emesse all’interno dell’UE ogni secondo la metà viene saldata in ritardo.

Non si tratta di ritardi trascurabili: in alcuni casi è stato rilevato che il tempo medio impiegato da alcune autorità pubbliche per saldare una fattura supera i 200 giorni.

Ritardi che compromettono il flusso di cassa delle PMI e ostacola la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento, fino a essere responsabili di circa 1/4 dei fallimenti dichiarati.

Al contrario, l’analisi realizzata dalla Commissione nell’ambito della proposta di regolamento ha stimato che ridurre tali ritardi farebbe risparmiare alle PMI circa 5 giorni di lavoro (che attualmente sprecano per cercare di recuperare il pagamento dovuto) che pesano sull’economia europea per circa 8,74 miliardi di euro.

Le nuove norme abrogheranno la direttiva del 2011 sui ritardi di pagamento e la sostituiranno con un regolamento. La proposta introduce un limite massimo di pagamento più severo di 30 giorni, elimina le ambiguità e affronta le lacune giuridiche dell’attuale direttiva.

Il testo proposto garantisce inoltre il pagamento automatico degli interessi maturati e delle spese di compensazione e introduce nuove misure di applicazione e di ricorso per proteggere le imprese dai cattivi pagatori.

Il sistema fiscale della sede centrale per le PMI

Il sistema fiscale basato sulla sede centrale (Head Office Tax System) punta invece a semplificare il sistema fiscale attualmente presente nell’UE, che può risultare molto complesso e dispendioso per le piccole e medie aziende europee, oltre a disincentivare molte PMI a svolgere affari all’interno dell’UE.

Oggi, infatti, le imprese possono trovarsi ad affrontare elevati costi di conformità per le imposte sul reddito delle società, che ammontano a 54 miliardi di euro all’anno.

Il 90% di questo importo è sostenuto dalle imprese molto piccole (meno di 10 dipendenti). Le PMI spendono circa il 2,5% del loro fatturato per adempiere ai loro obblighi fiscali, mentre le grandi imprese spendono lo 0,7%.

Il sistema fiscale della sede centrale per le PMI darà alle PMI che operano a livello transfrontaliero attraverso le  organizzazioni già consolidate all’interno dell’Unione la possibilità di interagire con una sola amministrazione fiscale – quella della sede centrale – invece di dover rispettare più sistemi fiscali.

Questa proposta aumenterà la certezza e l’equità fiscale, ridurrà i costi di conformità e le distorsioni del mercato che influenzano le decisioni delle imprese, minimizzando il rischio di doppia imposizione e di controversie fiscali.

La prevista riduzione dei costi di conformità dovrebbe, in particolare, favorire gli investimenti e l’espansione transfrontaliera nell’UE. Le PMI che operano in diversi Stati membri potranno massimizzare la libertà di stabilimento e la libera circolazione dei capitali senza essere ostacolate da inutili ostacoli fiscali.

Migliorare l’attuale contesto normativo: in arrivo anche un Rappresentante dell’UE per le PMI

Le misure volte a migliorare il contesto normativo per le PMI europee si basano sul principio “uno dentro e uno fuori”. Si tratta di un approccio regolamentativo che consiste nel compensare ogni nuovo onere per i cittadini e le imprese derivante dalle proposte della Commissione con l’eliminazione di un onere equivalente esistente nello stesso settore politico e che ha consentito di risparmiare, dalla sua entrata in vigore (circa un anno fa)  7,3 miliardi di euro netti.

Sulla scia di questo successo, le future scelte normative dell’UE dovranno migliorare l’applicazione del cosiddetto “SMEs Test” – che analizza i possibili effetti delle proposte legislative dell’UE sulle PMI – e considerando in modo coerente le esigenze delle PMI nella futura legislazione dell’UE, ad esempio attraverso periodi di transizione più lunghi per le PMI.

La Commissione nominerà un Rappresentante dell’UE per le PMI che fornirà orientamenti e consulenza alla Commissione sulle questioni relative alle PMI e difenderà gli interessi delle PMI all’esterno. Il Rappresentante dell’UE per le PMI riferirà direttamente al Presidente (mentre riferirà anche al Commissario per il Mercato interno sulle attività relative alle PMI sostenute dai suoi servizi) e parteciperà alle audizioni del Comitato di controllo normativo con le Direzioni generali sulle iniziative che hanno un elevato impatto potenziale sulle PMI.

La Commissione promuoverà inoltre l’uso di sandbox normativi per favorire la sperimentazione e l’innovazione delle PMI.

Semplificare le procedure amministrative e i requisiti di rendicontazione per le PMI

Si interverrà anche sulla semplificazione delle procedure amministrative, con il nuovo sistema tecnico Once-Only (parte del Single Digital Gateway), che verrà lanciato entro la fine del 2023.

Questo sistema consentirà alle PMI di completare le procedure amministrative in tutto il mercato unico senza la necessità di ripresentare i documenti.

La Commissione semplificherà e digitalizzerà le procedure più complesse, come le dichiarazioni e i certificati per il distacco dei lavoratori (come il cosiddetto documento A1 sui diritti di sicurezza sociale).

Inoltre, la Commissione si baserà sui passi iniziali compiuti prima dell’estate verso la riduzione del 25% degli obblighi di rendicontazione annunciata nel marzo 2023, con ulteriori proposte nelle prossime settimane, nonché misure per mappare sistematicamente tali oneri e sviluppare piani di razionalizzazione mirati per gli anni futuri.

Le altre proposte presentate a favore delle PMI

Altra linea di intervento riguarderà le competenze, altro punto debole per le PMI europee. Gli sforzi in questo area di intervento verranno intensificati anche attraverso il sostegno alle azioni di formazione fornite dai Grandi Partenariati per le Competenze nell’ambito del Patto Europeo per le Competenze e altre iniziative di sostegno volte a ridurre lo skill mismatch all’interno del mercato del lavoro europeo.

Infine, l’ultima misura presentata riguarda la revisione, entro la fine del 2023, delle attuali soglie di definizione di PMI e lo sviluppo di una definizione armonizzata, potenzialmente adattando alcuni obblighi per le piccole imprese a media capitalizzazione per liberare il loro pieno potenziale economico.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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