Macchine utensili, ordini in forte calo. Colombo (Ucimu): “Non siamo preoccupati, ma serve continuità per il piano Transizione 4.0”

Nel primo trimestre del 2023 gli ordini raccolti dai costruttori di macchine utensili hanno fatto registrare un calo di oltre il 20% rispetto allo stesso periodo del 2022 causato dalla contrazione della domanda sia sul fronte interno che su quello estero. Un calo considerato “fisiologico”, ma che non va sottovalutato. Per questo Ucimu – Sistemi per Produrre insiste sulla necessità di aggiornare e potenziare il piano Transizione 4.0

Pubblicato il 21 Apr 2023

Foto: Ruggiero Scardigno

Nel primo trimestre del 2023 gli ordini raccolti dai costruttori di macchine utensili hanno fatto registrare un calo importante rispetto allo stesso periodo del 2022: l’indice infatti segna un calo del 23,7%, causato dalla contrazione della domanda sia sul fronte interno che su quello estero. Un dato che Barbara Colombo, presidente Ucimu – Sistemi per Produrre, non considera però allarmante: “Il calo registrato in questo primo scorcio di anno non ci preoccupa, piuttosto deve farci riflettere attentamente sulle strategie che le nostre aziende devono definire per il futuro di medio periodo”, dice.

Dalla rilevazione del Centro Studi emerge inoltre, che, nel primo trimestre 2023, l’utilizzo della capacità produttiva dei costruttori italiani di macchine utensili è risultato superiore all’86% ma vi sono anche aziende che hanno toccato il 100%. Il carnet ordini ha raggiunto, in questo trimestre, livelli mai registrati prima, arrivando a 8,6 mesi di produzione assicurata.

Vediamo i dati con maggiore dettaglio.

Il mercato interno

Sul fronte interno, gli ordini raccolti fanno segnare una contrazione del 24,1%, raggiungendo un valore assoluto di 124,8 punti. Una diminuzione dovuta innanzitutto all’anticipo degli ordini al quarto trimestre 2022, quando il credito d’imposta previsto dal piano Transizione 4.0 era al 40%, il doppio dell’aliquota attuale.

In secondo luogo – spiega Colombo – “il calo è conseguenza del naturale ridimensionamento della domanda che non poteva certo reggere i ritmi a cui ci aveva abituato negli ultimi tempi”.

Un calo dunque “fisiologico”, che però deve essere letto con molta attenzione. Da una parte infatti l’elevato valore assoluto degli ordinativi testimonia un mercato “ancora predisposto ad investire”, come dice Colombo. Questo perché “il processo di ammodernamento dell’Officina Italia non è concluso. Deve raggiungere ancora una parte delle imprese, specie quelle di piccole dimensioni, che sicuramente hanno bisogno di più tempo per approcciare un tema di questo genere che ha implicazioni sull’intera organizzazione aziendale”.

La necessità di confermare e rafforzare il piano Transizione 4.0

Di qui la richiesta da parte dei costruttori di macchina utensili di “assicurare continuità al piano Transizione 4.0”.

La proposta di Ucimu – Sistemi per Produrre era stata anticipata a Innovation Post in esclusiva un mese fa: l’incentivo, secondo l’associazione, dovrebbe prevedere tre distinte modalità cumulabili tra loro. Una prima aliquota dovrebbe premiare gli investimenti in macchinari interconnessi, come già accade adesso. Un secondo credito di imposta dovrebbe invece premiare “gli investimenti in macchinari che vengono integrati tra loro per dar vita ad un sistema che implementa le due catene del valore, fisica e digitale”, dice Colombo. “Infine il programma dovrebbe prevedere una terza misura che garantisca un credito di imposta per la sostenibilità. Questo provvedimento, nella nostra visione, dovrebbe supportare le azioni in grado di portare allo sviluppo integrato di nuove generazioni di prodotti, tenendo conto anche dell’impatto in termini di footprint ambientale, certificato secondo i relativi standard internazionali”.

L’export

Il calo degli ordinativi ha però riguardato anche i mercati esteri. In particolare, gli ordinativi raccolti all’estero risultano in calo del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore assoluto dell’indice si attesta a 125,9.

“Sul fronte estero – commenta Colombo – la diminuzione registrata in questo trimestre, considerata anche la pressoché totale saturazione della capacità produttiva delle nostre aziende, impegnate a evadere il boom di commesse pregresse, potrebbe essere determinata, almeno in parte, dalla decisione dei costruttori italiani di concentrarsi per lo più sul mercato interno il cui presidio è certamente più agevole”.

Tuttavia un atteggiamento del genere “potrebbe divenire un problema per le nostre imprese che rischierebbero così, nel lungo periodo, di perdere quote di mercato conquistate in decenni di attività”, dice Colombo.

Per contrastare questo fenomeno, in un momento di avvio della riorganizzazione delle catene del valore e del loro accorciamento, Ucimu – Sistemi per Produrre intende potenziare le iniziative a sostegno dell’attività di internazionalizzazione delle imprese. “Ne è un esempio l’avvio del progetto di rete di imprese in Vietnam, il cui obiettivo è facilitare la penetrazione delle aziende in una delle aree del pianeta più interessanti e dinamiche”, conclude Colombo.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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