I DATI SIRI

I numeri della robotica in Italia: flessione nel 2024, cauto ottimismo per il 2025



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Il mercato della robotica industriale in Italia chiude il 2024 con un calo della domanda dell’11,1% (8.703 unità vendute), segnando il secondo anno di flessione. La manipolazione resta l’applicazione dominante, mentre la saldatura è in crescita. Le previsioni per il 2025 indicano una potenziale ripresa.

Pubblicato il 8 mag 2025



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Il mercato della robotica in Italia registra il secondo anno consecutivo di contrazione, dopo il brusco rallentamento già registrato nel 2023 che ha interrotto la vigorosa crescita culminata nel 2022. I dati sul 2024 presentati a maggio 2025 in occasione della fiera Lamiera da Stefania Pigozzi, Responsabile del Centro Studi di Ucimu-Sistemi per Produrre che opera anche per conto di Siri, l’Associazione Italiana di Robotica Industriale, indicano una flessione della domanda dell’11,1%.

Il mercato della robotica italiana nel 2024: prosegue la frenata dopo il picco del 2022

Il 2024 ha rappresentato un anno di netta frenata per il mercato della robotica industriale italiana, confermando il rallentamento già manifestatosi nel 2023. Dopo il record di 12.432 unità installate nel 2022, nel 2023 si era già registrato un calo significativo del 21,3% (9.788 unità). Nel 2024 l’ulteriore, sebbene meno accentuata, diminuzione dell’11,1% ha portato il totale a 8.703 unità vendute.

Il dato però – sottolinea Pigozzi – va contestualizzato. Gli investimenti sono tornati su livelli che, sebbene inferiori ai picchi recenti, si allineano ai valori record registrati fino al 2018. Questa “normalizzazione” suggerisce un riallineamento dopo un biennio di crescita eccezionale, sebbene la rapidità della discesa nel biennio 2023-2024 non possa essere interpretata unicamente come un riequilibrio fisiologico. L’incertezza macroeconomica nazionale e internazionale ha indubbiamente pesato sulle decisioni di investimento delle imprese, portando a un differimento o a una riduzione degli acquisti di tecnologie avanzate, robotica compresa.

Analisi del mercato della robotica: produzione, import e consumo

E vediamo quindi i numeri. Il consumo di robot industriali in Italia nel 2024, come anticipato, si è attestato a 8.703 unità, con un calo dell’11,1% rispetto alle 9.788 unità del 2023. La flessione è stata determinata dal calo delle importazioni, che costituiscono la quota preponderante del consumo e che sono diminuite del 12,4%, scendendo a 7.983 unità, mentre le consegne sul mercato interno da parte dei produttori nazionali sono aumentate del 6,8% (720 unità).

Anche la produzione nazionale di robot ha mostrato un segnale incoraggiante, con un incremento dell’1,1% (1.420 unità). Le esportazioni, invece, hanno subito una lieve flessione del 4,1% (700 unità).

Il confronto con i dati del settore della macchina utensile, che nel 2024 ha registrato cali nell’ordine del 40%, aiuta a contestualizzare la performance della robotica, suggerendo una tenuta relativa nonostante la diminuzione a doppia cifra del consumo.

Il parco robot installato

Nonostante la flessione degli investimenti nel 2024, il numero complessivo di robot industriali installati in Italia continua a crescere. A fine 2024 il parco robot ha superato le 106.000 unità (106.280). Questo incremento progressivo (dalle 76.738 unità del 2019) testimonia una diffusione sempre maggiore della robotica nelle imprese.

La densità di robot (numero di robot ogni 10.000 occupati nel manifatturiero) è in costante aumento: da 147 nel 2014 a 228 nel 2023. Il dato del 2024, non ancora disponibile, è atteso in ulteriore lieve crescita. L’Italia si posiziona bene a livello internazionale, superando Francia e Spagna. La densità è particolarmente elevata in settori come l’automotive (662 unità ogni 10.000 addetti), a fronte di una media, nel comparto manifatturiero, di 228.

Tipologie di robot: dominano gli articolati, soffrono cartesiani e Scara

I robot articolati si confermano i più richiesti dal mercato, rappresentando 6.835 delle 8.703 unità vendute nel 2024. Ma anche questa categoria ha subito una flessione (-9,4%) rispetto al 2023. Al secondo posto si trovano i robot SCARA (principalmente per assemblaggio e manipolazione leggera), con 1.263 unità installate, in calo del 17,5%. I robot cartesiani (movimenti lineari) hanno visto l’installazione di 344 unità, con la contrazione percentuale più elevata (-19,1%).

Applicazioni dei robot: manipolazione al primo posto, saldatura in crescita

L’analisi del parco robot installato cumulativo al 2024 conferma la preponderanza storica della manipolazione (69,2%), seguita da saldatura (14,8%) e assiemaggio (8,8%).

Venendo invece ai dati del solo 2024, la manipolazione si conferma il principale campo di applicazione (75,1% del consumo totale, 6.534 unità nel 2024), nonostante un calo del 12,4%. All’interno di questa categoria la manipolazione di materiali rappresenta la quota più rilevante con il 54,1%, seguita dalle applicazioni di carico/scarico macchine (21,4%), dalla pallettizzazione (8,8%), dallo stampaggio plastica (4,5%) e dalle applicazioni di misura (4,4%). I robot articolati dominano questo ambito con 5.486 unità impiegate.

Al secondo posto tra le applicazioni si trova l’assiemaggio (meccanico/accoppiamento e inserimento/montaggio), con 1.028 unità, in calo del 17,3%.

In controtendenza la saldatura che si posiziona al terzo posto con 660 robot e che ha registrato una crescita del +1,7% rispetto al 2023. La saldatura ad arco (519 unità) è la più significativa.

Per quanto riguarda gli altri campi di applicazione, il taglio ha visto l’installazione di 147 unità, con un calo del 20,1%, uno dei più elevati. La distribuzione di sostanze, con 91 unità, ha invece registrato una crescita notevole del +40%, seppur partendo da volumi ridotti. Le applicazioni raggruppate nella categoria “altri” (243 unità) hanno mostrato un incremento del +28,6%.

Principali settori di sbocco: metalmeccanica e automotive in testa

L’analisi dei settori di sbocco del parco robot (dati 2024) evidenzia che i prodotti in metallo si confermano come il principale settore di destinazione, assorbendo il 17,0% del parco installato. Al secondo posto, con una quota del 13,9%, si colloca il settore automotive. A pari merito, o quasi, con una quota dell’11,7% ciascuno, troviamo il settore dei prodotti chimici e della plastica e il settore alimentare. Il settore dei macchinari rappresenta il 9,1% del parco robot installato. Un ulteriore 15,0% è rappresentato da “altri” settori non specificati singolarmente, a testimonianza della diffusione trasversale della robotica.

Prospettive di mercato per il 2025: segnali di ripresa

Le previsioni per il 2025, pur in un contesto di elevata incertezza, offrono spunti di cauto ottimismo. Le ultime stime elaborate a febbraio 2025 dal gruppo statistiche Siri-Ucimu indicano una potenziale inversione di tendenza, con una crescita prevista per la raccolta ordini del +2,9% nel primo semestre 2025.

Segnali positivi a supporto di questi dati provengono da settori correlati come la macchina utensile, per cui si stima una crescita del consumo del 10% nel 2025. La raccolta ordini sul mercato interno per la macchina utensile nel primo trimestre 2025 è aumentata del +72,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, indicando una potenziale ripresa della domanda interna di tecnologie per la produzione.

Dopo due anni di flessione, quindi, il mercato della robotica industriale in Italia potrebbe tornare a crescere.

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