Ricerca in filiera, ecco come il Governo intende investire i 6 miliardi previsti dal PNRR

Il PNRR prevede investimenti per 6 miliardi dedicati a strutture che rafforzino la ricerca in filiera: partenariati estesi, centri nazionali, ecosistemi dell’innovazione e infrastrutture per ricerca e innovazione. Nella prima cabina di regia del Governo sul PNRR sono stati messi a punto il numero di queste strutture e le 20 tematiche su cui si focalizzeranno le loro attività: dall’intelligenza artificiale alle neuroscienze, dall’energia all’agritech, dalle telecomunicazioni alla mobilità sostenibile.

Pubblicato il 08 Ott 2021

Ricercatore

Si è tenuta il 7 ottobre la prima cabina di regia sul PNRR. Simbolicamente, la prima riunione ha voluto focalizzarsi sui temi relativi alla Missione 4 – Istruzione e Ricerca, mettendo a punto le linee guida per gli investimenti previsti.

Per la componente 2 dedicata al macro tema “Dalla ricerca all’impresa”, il PNRR stanzia circa 11 miliardi. Di questi, 9 miliardi di euro sono di competenza Ministero dell’Università e della Ricerca in relazione a investimenti nella ricerca.

Aumentando ulteriormente lo zoom, di questi 9 miliardi, 6 miliardi sono dedicati alla “ricerca in filiera” e distribuiti in quattro misure per le quali valgono le Linee Guida elaborate ieri dalla Cabina di Regia:

  • Partenariati estesi alle università, ai centri di ricerca, alle aziende per il finanziamento di progetti di ricerca di base (investimenti per 1,61 miliardi di euro);
  • Rafforzamento delle strutture di ricerca per la creazione di “campioni nazionali di ricerca e sviluppo” su alcune tecnologie abilitanti, individuati come Centri Nazionali (investimenti per 1,6 miliardi di euro);
  • Creazione e rafforzamento di “Ecosistemi dell’innovazione” come leader territoriali di ricerca e sviluppo (investimenti per 1,3 miliardi di euro);
  • Realizzazione di un sistema integrato di Infrastrutture di Ricerca e Infrastrutture tecnologiche di Innovazione (investimenti per 1,58 miliardi di euro).

“Nell’attuare le misure del PNRR – ha dichiarato il Ministro Cristina Messa – i finanziamenti di cui parliamo oggi riguardano la Ricerca in filiera e ammontano a 6 miliardi. Sono risorse che saranno destinate a grandi progettualità. Nell’attuare queste misure terremo conto di vari aspetti, tra cui quello del recupero dei divari di genere, generazionale e territoriali e infine il principio di merito. Tutte le proposte che arriveranno saranno valutate secondo un principio di terzietà”.

Attenzione anche alla parità di genere: “Nelle misure che saranno messe a Bando ci sarà una quota del 40% riservata alle donne. Inoltre tutti coloro, università, enti, imprese, che parteciperanno al bando per la creazione delle filiere dovranno dimostrare di avere al proprio interno un bilancio di gemere o una valutazione o un programma della parità di genere”, ha detto il Ministro.

Gli ambiti su cui si concentrerà la ricerca in filiera

Una delle novità più importanti emersi dalle linee guida riguarda i primi due punti, i Partenariati estesi e i Centri Nazionali. Nel PNRR infatti non erano dettagliati quali fossero gli ambiti della ricerca. Le Linee Guida invece li prevedono.

Per quanto riguarda i Partenariati estesi, si tratta di reti diffuse di università, enti pubblici di ricerca, altri soggetti pubblici e privati impegnati in attività di ricerca, riconosciuti come altamente qualificati.

L’organizzazione è quella dei consorzi secondo il modello Hub & Spoke. Gli 1,61 miliardi previsti finanzieranno almeno 10 grandi programmi di ricerca fondamentale e/o applicata trasversale (per ogni programma è previsto un finanziamento tra 80 e 160 milioni di euro) individuando le tematiche tra queste 15:

  • Intelligenza artificiale: aspetti fondazionali
  • Scenari energetici del futuro
  • Rischi ambientali, naturali e antropici
  • Scienze e tecnologie quantistiche
  • Cultura umanistica e patrimonio culturale come laboratori di innovazione e creatività
  • Diagnostica e terapie innovative nella medicina di precisione
  • Cybersecurity, nuove tecnologie e tutela dei diritti
  • Conseguenze e sfide dell’invecchiamento
  • Sostenibilità economico-finanziaria dei sistemi e dei territori
  • Modelli per un’alimentazione sostenibile
  • Made-in-Italy circolare e sostenibile
  • Neuroscienze e neurofarmacologia
  • Malattie infettive emergenti
  • Telecomunicazioni del futuro
  • Attività spaziali

I Centri Nazionali (“campioni nazionali di ricerca e sviluppo”) sono reti diffuse di università, enti pubblici di ricerca, altri soggetti pubblici e privati impegnati in attività di ricerca, riconosciuti come altamente qualificati. Sono anch’essi organizzati in fondazioni o consorzi secondo un modello Hub & Spoke. Per ognuno dei 5 programmi è previsto un finanziamento tra 200 e 400 milioni di euro: si occuperanno della ricerca di frontiera relativa a queste tematiche:

  • Simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni
  • Tecnologie dell’Agricoltura (Agritech)
  • Sviluppo di farmaci con tecnologia a RNA e terapia genica
  • Mobilità sostenibile
  • Bio-diversità

Per quanto riguarda gli “Ecosistemi dell’innovazione” e  le “Infrastrutture di Ricerca e le Infrastrutture tecnologiche di Innovazione” i temi non sono stati indicati, ma ne è stato individuato il numero.

Gli Ecosistemi dell’innovazione saranno un massimo di 12 (poco più di 100 milioni l’uno in media, quindi, con una forchetta compresa tra 60 e 120 milioni di euro), “con un approccio orientato alle grandi sfide con l’obiettivo di creare e promuovere innovazione per la sostenibilità dei territori”.

Le Infrastrutture di Ricerca (impianti, risorse e i relativi servizi) e Infrastrutture tecnologiche di Innovazione (strutture, strumenti, impianti, risorse e servizi) saranno invece fino a 30 (poco più di 50 milioni l’uno in media).

Valuta la qualità di questo articolo

Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5