Industry 4.0 Design Magazine – 1 – Marzo 2019

Pubblicato il 04 Apr 2019

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Industry 4.0 Design Magazine è una pubblicazione di Quine Business Publishers. L’editoriale del numero, firmato dal direttore tecnico Franco Canna, si intitola “Fari puntati su sicurezza e robotica”. Ve lo riportiamo qui di seguito. In fondo potete sfogliare l’intera rivista.

Fari puntati su sicurezza e robotica

Sicurezza e robotica sono i due argomenti principali di questo numero di Industry 4.0 Design Magazine. Una scelta, quella di trattare insieme questi due temi, che abbiamo fatto per diverse ragioni. Innanzitutto perché la sicurezza dei lavoratori e delle persone è uno degli ambiti meno discussi, ma forse più importanti, ai quali le tecnologie abilitanti per l’Industria 4.0 possono fornire un contributo. Se infatti è vero che in questi anni si è verificata una oggettiva riduzione degli incidenti sul lavoro, che ha consentito tra l’altro una importante riduzione delle tariffe INAIL (in media di oltre il 30%), nonostante la continua evoluzione normativa la sicurezza del lavoratore non è un traguardo che si possa considerare acquisito. In fabbrica ci sono ancora tanti, troppi comportamenti per così dire inadeguati, figli di una cultura che vede la sicurezza contrapposta alla produttività. Così, per fortuna, non è e in diversi contributi presenti in questo numero cercheremo di spiegarlo.

La robotica, d’altro canto, sta vivendo una stagione di particolare fermento e non solo grazie agli incentivi governativi. A livello globale, secondo le stime dell’International Federation of Robotics, le vendite sono cresciute del 30%: un trend al quale non si sottrae l’Italia, che si posiziona all’ottavo posto mondiale sia per vendite che per densità di robot.

Considerata fino a qualche tempo fa una tecnologia ormai matura, la robotica sta dimostrando di avere ampi margini di sviluppo tecnologico: i robot possono essere programmati con sistemi molto più semplici e intuitivi, sono più leggeri (o meglio, supportano carichi maggiori in rapporto al loro peso), garantiscono una maggiore efficienza energetica e una superiore capacità di manipolazione di materiali, anche grazie a innovativi sistemi di presa. E questo restando nell’ambito della robotica “tradizionale”, cioè quella che lavora all’interno delle celle.

Il discorso cambia, nel senso che l’innovazione diventa ancora più disruptive, se consideriamo la rapida affermazione dei robot collaborativi e dei sistemi robotici mobili.

Oggi cobot e robot mobili (che non vanno confusi con gli AGV e LGV) rappresentano ancora una quota molto piccola della base installata, ma i numeri dell’IFR ne confermano la crescita a un ritmo significativamente superiore a quella – già di per sé notevole – dei colleghi in gabbia. Un trend destinato a confermarsi sia nel breve termine sia considerando uno scenario più a lungo termine in cui la fabbrica diventerà modulare e adattiva: qui cobot e robot su ruote potranno porsi come fattore abilitante di nuovi modelli organizzativi in cui la produzione in linea lascerà il passo a una produzione organizzata per celle modulari.

Proprio queste due nuove tipologie di robot impongono però un’attenta riflessione sul versante normativo relativo proprio alla sicurezza dell’operatore, che oggi con questi robot si trova a condividere lo spazio di lavoro. E una riflessione anche sugli ambiti applicativi: perché se è vero che il potenziale dei cobot va ben oltre le applicazioni di assemblaggio nelle quali li vediamo sempre più spesso impegnati, è anche vero i cobot restano – e resteranno sempre – un gradino più indietro in termini prestazionali e di precisione rispetto ai robot tradizionali.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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