Iniziative delle persone, motivazione, volontà di sperimentare e tanta agilità. La direzione verso l’Agile enterprise nell’esperienza e nella visione di Massimiliano Gerli, Group CIO di Intercos può essere racchiusa in questi “ingredienti” fondamentali. “Può sembrare in gioco di parole – afferma – ma abbiamo voluto affrontare l’approccio all’Agile puntando proprio sulla flessibilità e sull’agilità e prestando grande attenzione agli stimoli, alle idee, alle proposte che arrivavano e arrivano dalle nostre persone e dallo sviluppo di nuove forme di collaborazione”.
Il presupposto di questa testimonianza, nata nell’ambito della community Ledaers&Tech, è legato anche a un percorso aziendale basato sul pragmatismo e sulla concretezza che ha scelto di far leva sulla capacità di incoraggiare le iniziative che arrivavano dalle persone, sia a livello di nuove idee di sviluppo, sia per quanto riguarda la sperimentazione di nuove modalità di lavoro. “Due aspetti questi – afferma Gerli – che sono alla base dell’approccio Agile e che nella nostra esperienza sono naturalmente integrati”. Nello specifico, rispetto alle prospettive dell’Agile enterprise, Intercos si trova in una posizione che può essere definita di “apprendimento sul campo” caratterizzata dalla gestione di progetti che uniscono due grandi tipologie di obiettivi: l’avvio di sperimentazioni importanti che aprono la strada alla creazione di nuovi vantaggi competitivi ma che nello stesso tempo permettono di “portare in azienda” competenze, esperienze, modalità di sviluppo e di gestione.
Indice degli argomenti
Unire Open innovation e Agile
“Possiamo dire – osserva – che stiamo unendo percorsi di open innovation con modelli Agile all’interno di un processo che è caratterizzato dalla nostra forte vocazione alla ricerca e sviluppo. Una delle principali attività Intercos – tiene infatti a precisare Gerli – è rappresentata proprio dai servizi di ricerca e innovazione che mettiamo a disposizione dei nostri clienti per la identificazione di nuovi bisogni, per l’intercettazione di nuovi trend e per la creazione e lo sviluppo di nuovi prodotti in linea con le esigenze e i gusti dei consumatori. Mettiamo di fatto la nostra capacità di innovazione al servizio dei nostri clienti e la sperimentazione di modelli Agile assume in questo senso un doppio valore: permette di aumentare la nostra efficacia e consente anche di esplorare forme di collaborazione innovative con i nostri partner e con i nostri clienti”.
L’innovazione di Intercos si concretizza infatti anche attraverso una rete di collaborazioni che coinvolgono università, realtà accademiche, partnership esterne di varia natura e le modalità stesse attraverso cui si sono sviluppare e gestire queste collaborazioni possono portare a nuove forme di valore aggiunto.
Un Agile al servizio dell’R&D
In concreto ci sono due progetti con i quali favoriamo lo sviluppo di modelli di lavoro Agile, progetti che si collocano appunto nell’ambito dell’R&D e che prevedono forme di collaborazione innovative con team multifunzionali. “Le tematiche dei progetti – spiega Gerli – insistono ad esempio su mercati che sono solitamente separati, nello specifico quelli del “make-up” e dello “skin-care” che in questo caso sono oggetto di operazioni di cross fertilization, con percorsi di innovazione che si avvalgono anche della collaborazione di partner esterni che allargano ulteriormente il raggio d’azione”.
E questo aspetto è particolarmente importante perché permette di evidenziare meglio l’approccio Intercos: “Tipicamente – prosegue Gerli – il nostro sistema di relazione è basato su due modalità: possiamo dire che lavoriamo “per” i clienti e che lavoriamo “con” i clienti. Il nostro obiettivo è quello di sfruttare la tecnologia digitale per intervenire sulle modalità di sviluppo del business con forme di collaborazione sempre più “integrata” e modalità sempre più “agili”.
Dalla sperimentazione alla industrializzazione delle best practices
Dal punto di vista operativo Gerli sottolinea un aspetto rilevante di questo approccio all’Agile: “Lo stiamo interpretando come forme di sperimentazione che hanno l’obiettivo di identificare delle best practices nelle quali si unisce la capacità di sviluppo IT in modalità Agile, con modalità organizzative adeguate, flessibili, veloci, capaci di far leva su logiche incrementali e sull’integrazione di competenze interne ed esterne. E il punto chiave – sottolinea – è quello di gestire il passaggio poi dalla sperimentazione alla identificazione di modelli di successo e alla loro industrializzazione”. In questo processo rientra la definizione di modalità di governance che permettano di replicare queste sperimentazioni rendendole scalabili e permettendo di allargare il loro raggio d’azione.
Va poi aggiunto che le esperienze legate all’area R&D contano su know how e su informazioni che arrivano da mondi spesso molto diversi e un ruolo fondamentale è svolto dalla gestione dei dati e dalla necessità di lavorare su tipologie di informazioni spesso eterogenee, con le necessità tipiche della ricerca e sviluppo, ovvero di individuare dei pattern, dei riferimenti “nascosti” che permettano di intercettare dei possibili trend. Questi progetti alzano il livello di attenzione di aspettative verso l’intelligenza artificiale, verso il Machine learning e verso l’introduzione di forme di automazione e Rpa (Robotic process automation).
Un esempio di queste esperienze arriva dagli USA dove Intercos vanta operations molto rilevanti su due plant e dove è in corso anche un importante lavoro a livello di ottimizzazione dei processi. In queste sedi ci sono team focalizzati sull’innovazione nelle supply chain che hanno sviluppato proposte basate su un coinvolgimento diretto delle persone che presidiano specifiche tematiche e che dispongono di una fortissima competenza di dominio. Persone che, grazie a logiche di extented team, sono nella condizione di “tradurre” le soluzioni identificate in applicazioni, in modo agile e veloce. Questo approccio ha permesso lo sviluppo di 15 app dedicate che rispondono in modo preciso a necessità chiaramente identificate e condivise.
Il ruolo della Governance per rendere le soluzioni sostenibili nel tempo
Il passaggio chiave di questo approccio è poi determinato dalla Governance. Come sottolinea Gerli questo percorso permette di raggiungere importanti vantaggi ma per favorire e gestire al meglio queste esperienze è necessario un “governo” molto attento da parte dell’IT che permetta di creare le condizioni per industrializzare queste soluzioni e per renderle poi sostenibili nel tempo. Il processo di “industrializzazione” di questi progetti prevede infatti attività per la documentazione, per il supporto, per stabilire come gestire i miglioramenti, ad esempio e in modo particolare, per aumentare le performance a livello di user experience.
Nella visione generale del mondo Agile Gerli sottolinea le differenze, in termini di individuazione di nuovi modelli operativi tra il mondo R&D e il mondo operations. In questo senso uno dei punti di attenzione per l’azienda è legato a un percorso culturale in cui rientra una evoluzione da un modello che vede la presenza di centri con una forte competenza di tipo “verticale” all’introduzione di modalità di lavoro e di condivisione più di tipo “orizzontale”, basati sulla condivisione delle conoscenze acquisite.
Un obiettivo che punta anche sulla realizzazione di esperienze concrete che permettano ai singoli gruppi di lavoro di disporre di una policy per governare queste collaborazioni mantenendo e anzi valorizzando ulteriormente la specifica competenza di dominio verticale. Un approccio che si può definire come “leading by examples“, e che punta sulla diffusione di esperienze positive, sulla contaminazione, sulla condivisione, valorizzazione e comunicazione dei risultati raggiunti.
Il contenuto è stato realizzato all’interno del progetto Leaders&Tech, la community di Innovatori di IBM in collaborazione con il Network
Articolo originariamente pubblicato il 05 Set 2022