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Il rapporto tra cambiamento e Liminal-Experience
Un’esperienza liminale in psicologia e fisiologia è un’esperienza che si pone al livello della soglia della coscienza e della percezione1. Per le organizzazioni e per gli individui la pandemia Covid-19 ha rappresentato una Liminal Experience (come viene descritto in How Has the Past Year Changed You and Your Organization? by Laura Empson and Jennifer Howard-Grenville2 in un articolo del 10 marzo 2021 su Harvard Business Review). In Antropologia un’ Esperienza Liminale è una esperienza che può essere paragonabile a quella che viene vissuta dai giovani membri di una tribù nei riti di passaggio, ossia è una esperienza che ha le caratteristiche di essere prolungata nel tempo e molto provante sia per il fisico che per la mente.
Un’esperienza Liminale, come riporta lo stesso articolo Harvard Business Review2 ha 3 elementi principali: il primo è rappresentato da una separazione forzata e prolungata dalle normali condizioni di vita. Il secondo elemento è che, anche se si ha una separazione netta dal familiare, questa non lo sostituisce completamente. In ultimo, quando un’Esperienza Liminale termina, provoca in coloro che l’hanno superata, un significativo cambiamento, ci si ritrova infatti profondamente trasformati.
Un’Esperienza Liminale offre delle lezioni preziose, modifica radicalmente il modo di pensare di chi la vive offrendo a coloro che l’hanno superata nuovi strumenti e modelli da poter sfruttare.
Le persone dovranno essere in grado di rispondere al post-Liminal Experience scegliendo tra strade che tenderanno a riportare le cose il più vicino possibile a modelli pre-Liminal Experience, ed altre che continueranno nella direzione presa in risposta all’evento di Liminal Experience.
In questi termini un evento di Liminal Experience può costituire un grande acceleratore per le organizzazioni e per la società, arricchendo le organizzazioni di modelli efficaci sperimentati per rispondere alla crisi. Tali modelli potranno poi diventare strumenti per lo sviluppo di organizzazione più resilienti.
La digitalizzazione in Italia attraverso i servizi trust
Per reagire alle mutate condizioni ed essere in grado di superare efficacemente tutti i limiti e le problematiche che la pandemia ha generato, le organizzazioni private e la Pubblica Amministrazione hanno accelerato i processi di digitalizzazione.
Una risposta efficace è stata fornita dalla diffusione dei servizi trust, governati in Italia da L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). In particolare la SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale (fonte Avanzamento trasformazione digitale AgID3), ha avuto un significativo aumento sia in termini di identità attivate che di amministrazioni e servizi che hanno aderito. A maggio 2021 infatti erano circa 21,112 milioni le SPID rilasciate. Nello stesso mese del 2020 le SPID erogate erano 7,058 milioni, mentre nel maggio del 2019 erano 4,172 milioni. Un aumento del 300% tra il 2020 e il 2021 e oltre 7600 amministrazione integrate con il Sistema di Identità Digitale.
Anche la Firma Digitale ha visto un notevole sviluppo in termini di diffusione4. Il secondo semestre del 2020 ha registrato circa 24,6 milioni di firme digitali emesse, oltre 2 milioni in più rispetto allo stesso semestre del 2019.
Le caselle PEC (Posta Elettronica Certificata) sono aumentate di oltre 1,6 milioni5, passando da 11.122.114 del bimestre gennaio-febbraio 2020, a 12.756.466 del primo bimestre 2021. Peraltro, è molto recente (14 giugno 2021) la pubblicazione da parte di AGID del documento REM SERVICES – Criteri di adozione degli standard ETSI – Policy IT 1.0 5. Un documento questo che contiene le regole tecniche del servizio di recapito certificato conforme ad eIDAS ed allo Standard REM, un importante elemento per raggiungere un sistema di interoperabilità a livello europeo e rendere così la PEC conforme al regolamento eIDAS.
Servizi trust: il confronto con l’Europa
A Livello Europeo ad oggi (giugno 2021) sono attivi 204 QTSP in 29 countries6, di cui gli attivi per l’emissione di certificati di firma digitale sono 158 (sempre in 29 paesi). Ai primi tre posti vediamo la Spagna, con 27 QTSP, l’Italia con 20 QTSP e la Francia con 15 QTSP. Rispetto alla fornitura di servizi di Marca Temporale sono attivi 116 operatori, ai primi tre posti vediamo sempre la Spagna con 24 QTSP, l’Italia con 15 QTSP e la Francia con 12 QTSP.
I dati del 2021 sono in significativo aumento rispetto alla fotografia del 6 maggio 2020, dove a parità di perimetro, 29 Paesi, si aveva un totale di 183 soggetti attivi nell’erogazione di servizi fiduciari qualificati, rispetto ai 202 attuali.
Nello specifico dei servizi trust più diffusi, da un confronto con i dati del 20206,7 risulta quanto segue:
- 145 soggetti erano abilitati ad emettere certificati di firma digitale a maggio 2020 rispetto agli attuali 158;
- 103 soggetti erano abilitati ad emettere marche temporali a maggio 2020 rispetto agli attuali 116;
Uno sguardo al DESI Digital Economy and Society Index
I servizi Trust non sono però il solo elemento attraverso il quale poter valutare il livello di digitalizzazione di un paese, pur essendo di fatto servizi critici, con un grande capacità di abilitare processi di digitalizzazione e remotizzazione. Per valutare globalmente lo sviluppo della digitalizzazione di un Paese dobbiamo necessariamente considerare anche altri fattori.
Il Digital Economy and Society Index (DESI)8 è stato creato proprio per valutare secondo una metodologia univoca il livello di digitalizzazione dei paesi in Europa.
Gli elementi che il DESI valuta sono:
- Connettività: adozione della banda larga copertura/qualità e prezzi della banda larga
- Capitale umano: la misurazione delle competenze degli utenti di internet
- Uso di Internet: uso dei servizi Internet da parte dei cittadini e transazioni online
- Integrazione della tecnologia digitale: digitalizzazione delle imprese e commercio elettronico
- Servizi pubblici digitali: e-Government, digitalizzazione della PA
Il DESI 2020, prodotto su dati relativi al 2019, rappresenta una fotografia sui 29 paesi EU che vede l’Italia al 26º posto, terzultimo in Europa. Se vediamo nel dettaglio gli indicatori che definiscono il DESI, osserviamo effettivamente un quadro generale che rispetto al 20219 offre all’Italia molte opportunità di miglioramento.
Rispetto alla connettività, analizzando complessivamente nell’indicatore sia la connettività su rete fissa che su rete mobile, l’Italia si posiziona al 18º posto.
Rispetto al capitale umano, skills internet e skill avanzati l’Italia si posiziona all’ultimo posto della classifica, 29º.
Rispetto all’uso di Internet, in generale dunque utilizzo di internet, attività online e transazioni online, l’Italia si posiziona 27º posto della classifica.
Rispetto a Integrazione della tecnologia digitale, quindi business digitale ed e-Commerce raggiungiamo il 23º posto della classifica.
In ultimo rispetto alla Digitalizzazione della PA occupiamo il 20º posto della classifica.
Da una analisi relativa alla Digitalizzazione delle aziende del paese prodotta da ISTAT9 (dicembre 2020 su indagine condotta nel periodo Maggio-Luglio 2020) non emerge un quadro generale migliore. L’indagine si basa sulla valutazione di 12 vettori in ambito tecnologico, relativi alla connessione delle aziende, utilizzo di sito web, cloud, big data, robot, stampanti 3D, addetti specialisti IT, ecc. su organizzazioni campionate con almeno 10 addetti (PMI). Complessivamente si ricava che circa l’82% delle organizzazioni non utilizza più di 6 tecnologie sulle 12 oggetto della metodologia di analisi, e le tecnologie digitali più evolute sono utilizzate da circa l’8% del campione.
Le PMI sono coscienti del ruolo determinante della digitalizzazione per il loro sviluppo, restano però frenate nell’attuare realmente strategie significative di digitalizzazione in parte anche per aspetti legati ai costi delle iniziative e dalla mancanza di cultura e competenze.
FONTI
1 https://www.treccani.it/vocabolario/liminale/ Def. Liminale
2 https://hbr.org/2021/03/how-has-the-past-year-changed-you-and-your-organization Liminal Experience (HBR)
3 https://avanzamentodigitale.italia.it/it/progetto/spid Dati SPID (Agid)
4 https://eidas.agid.gov.it/Statistiche/Diffusione.pdf
La diffusione dei servizi fiduciari qualificati (AgID)
5 https://www.agid.gov.it/it/piattaforme/posta-elettronica-certificata/statistiche-utilizzo-pec
Caselle PEC
Regolamento eIDAS
6 https://webgate.ec.europa.eu/tl-browser/#/dashboard Servizi Trust in EU – Dati eIDAS EU
7 https://www.agendadigitale.eu/cittadinanza-digitale/servizi-fiduciari-qualificati-diffusione-e-stato-dellarte-in-europa-il-quadro/ Confronto servizi fiduciari – dati situazione al 5 maggio 2020
8 https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/desi#Article Digital Economy and Society Index (DESI) 2020 (sul 2019)
9 https://www.istat.it/it/files/2020/12/REPORT-ICT-NELLE-IMPRESE_2019_2020.pdf
10 https://www.istat.it/it/archivio/251968#:~:text=Nel%202020%20l’82%25%20delle,%2C9%25%20nel%202019). Report ISTAT dic.2020