AUTOMAZIONE

Meno ricavi, più profitti e tanta AI: il futuro prossimo di Mitsubishi Electric



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Mitsubishi Electric punta a una maggiore profittabilità spostando il focus dal volume al valore. Una strategia che si basa su software, servizi e intelligenza artificiale e su nuovi mercati. Questa visione si concretizza in una suite software per la digitalizzazione e in una nuova generazione di hardware intelligente…

Pubblicato il 19 giu 2025



Matteo Cerutti
Matteo Cerutti



L’unica cosa certa è l’incertezza. Potremmo definire così il 2025 che stiamo vivendo, un anno in cui, a sommarsi alle sfide della doppia transizione digitale e green, sono arrivate tensioni geopolitiche e vere e proprie guerre minando equilibri, stabilità e propensione agli investimenti delle imprese. Anche i big player dell’automazione, abituati a fare da trend-setter, devono fare i conti con le grandi trasformazioni e i mutamenti di scenario, imparando ad adattarsi all’ambiente.

In questo contesto la previsione finanziaria di Mitsubishi Electric per l’anno fiscale 2026 – dopo 4 anni di crescita a tutto tondo – suona quasi controintuitiva: un po’ di ricavi in meno (il 2% circa) a fronte di una crescita della profittabilità (il 9% circa). E no, non si tratta di un paradosso, ma della sintesi di una precisa e coraggiosa trasformazione strategica. Come ci ha spiegato da Matteo Cerutti, South Emea General Manager della divisione Factory Automation (nella foto di apertura), l’azienda sta spostando il proprio baricentro, passando da un modello basato sul volume a uno focalizzato sul valore. Una scelta che si accompagna con una ridefinizione del ruolo del colosso giapponese nell’industria, che si trasforma da fornitore di componenti a partner tecnologico per la digitalizzazione.

La piramide del valore e i nuovi motori della crescita

La visione di Mitsubishi Electric per i prossimi anni si articola su tre livelli distinti, una vera e propria piramide della profittabilità. Alla base si trovano i componenti elettromeccanici tradizionali, come inverter e pannelli operatore standard. Per questo segmento l’azienda prevede un mercato potenziale stabile, ma sempre più “price driven” e con margini di profitto in progressiva contrazione.

Il livello intermedio è occupato dai cosiddetti “core components”. Qui risiedono i prodotti a più alto tasso di innovazione, come le nuove piattaforme di controllo, il motion control avanzato e i CNC. Si tratta di un mercato in crescita, dove il valore tecnologico permette di sostenere e incrementare la marginalità. È il cuore storico e pulsante dell’offerta di automazione, che continuerà a essere presidiato con forza.

La vera svolta strategica, tuttavia, si manifesta al vertice della piramide. È qui, nell’universo del software e dei servizi ad esso collegati, che si concentra l’espansione futura. Un ecosistema di piattaforme lanciate a partire dal 2018 che, come sottolinea Cerutti, rappresenta il principale motore della crescita futura della profittabilità. Questo non significa abbandonare il passato, ma aggiungere mattoni fondamentali alla propria offerta, investendo pesantemente in competenze: l’obiettivo dichiarato dalla Corporation giapponese è passare da 10.000 a 20.000 addetti con skill specifiche per la digitalizzazione entro il 2031.

Oltre la comfort zone: i nuovi mercati nel mirino

A questa trasformazione del modello di business si accompagna anche un’evoluzione strategica dei mercati di riferimento.

Lo ha evidenziato da Marco Filippis, Marketing Manager per l’Italia della BU dedicata a Factory Automation & Mechatronics CNC: Mitsubishi Electric sta uscendo dalla propria “comfort zone”, storicamente rappresentata dai costruttori di macchine, per esplorare con decisione nuovi ambiti applicativi. I data center, le infrastrutture, il mondo del riciclo (sia di metalli che di plastiche) e il comparto power & energy sono i nuovi terreni su cui l’azienda sta portando il proprio bagaglio tecnologico. Si tratta di settori ad alta crescita dove l’integrazione tra automazione, gestione energetica e software di supervisione rappresenta un fattore critico di successo.

Marco Filippis

L’intelligenza artificiale come asset strategico

Il filo rosso che lega la crescita della profittabilità, l’espansione in nuovi mercati e la trasformazione dell’offerta è l’intelligenza artificiale. Mitsubishi Electric ha strutturato i propri sforzi in questo campo sotto il brand MAISART (Mitsubishi Electric’s AI creates the State-of-the-ART in technology), un contenitore che oggi vanta oltre 380 brevetti depositati negli ultimi sei anni.

L’applicazione dell’IA non è astratta, ma si traduce in soluzioni concrete per l’industria: dalla diagnostica integrata nei componenti per prevenire i fermi macchina alla manutenzione predittiva per i robot, fino all’analisi in tempo reale delle anomalie di processo per ottimizzare le performance.

Questa intelligenza “embedded” rappresenta un vantaggio competitivo significativo, che si estende a tutto l’ecosistema, grazie anche a partnership strategiche con giganti del cloud e del software come Microsoft e AWS. Il fulcro della nuova proposta di valore è la capacità di fornire non solo il componente, ma anche il servizio digitale che ne massimizza l’efficienza e l’affidabilità.

Il software, motore della digitalizzazione

La spinta verso la digitalizzazione non è un concetto astratto, ma si poggia su una suite di software industriali (Melsoft) sempre più completa, una vera e propria cassetta degli attrezzi per la fabbrica intelligente.

Uno dei pilastri di questo ecosistema è Genesis 11, la rinnovata piattaforma SCADA ereditata dall’esperienza di Iconics, che funge da collettore universale per i dati di macchine e impianti.

Ma la gestione del dato è solo il primo passo. La strategia si estende alla virtualizzazione con Melsoft Gemini, il software di simulazione 3D che permette di creare gemelli digitali di macchine e linee produttive. Attraverso Gemini, i costruttori possono effettuare il virtual commissioning, testando e ottimizzando il software prima ancora di aver costruito la macchina fisica, con un’evidente riduzione del time-to-market.

L’intelligenza artificiale, infine, trova un’applicazione pratica e potente in Melsoft Vixio, un software di ispezione visiva che utilizza algoritmi di deep learning per identificare difettosità sui prodotti. In questo modo, il controllo qualità viene semplificato e reso più affidabile.

Melsoft Gemini, Vixio e Genesis non sono quindi prodotti a sé stanti, ma i pilastri di una strategia che mira a generare valore attraverso l’analisi e l’utilizzo intelligente dei dati.

L’intelligenza che si fa hardware

Questa visione strategica, incentrata su software e intelligenza artificiale, si cala concretamente anche nelle principali novità di prodotto “hardware” per il 2025.

I nuovi controllori PAC Melsec MX, per esempio, sono la perfetta sintesi di questa filosofia: non solo offrono notevoli performance per controllo logico e motion control, ma integrano nativamente strumenti di ingegneria basati su IA e un’apertura al gemello digitale.

Allo stesso modo, i nuovi servoazionamenti Melservo-Jet alzano l’asticella della fascia entry-level proprio grazie al software, con algoritmi di autotuning evoluti che semplificano la messa in servizio.

Anche un componente apparentemente tradizionale come il nuovo inverter compatto FR-D800 diventa un asset per la digitalizzazione, grazie alla capacità di pilotare motori ad alta efficienza e alle funzioni di manutenzione predittiva, che trasformano i dati operativi in informazioni a valore aggiunto.

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