Sostenere gli sforzi dei governi e delle aziende per garantire che le donne siano equamente rappresentate sia nella progettazione che nell’implementazione dell’AI: è questo l’obiettivo di Women4Ethical AI, piattaforma lanciata dall’Unesco.
La piattaforma rientra nell’ambito dei sforzi dell’Unesco per implementare un quadro etico globale per l’intelligenza artificiale e superare l’esclusione delle donne dall’accesso alle tecnologie digitali.
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Una piattaforma guidata da 17 esperte in AI
Per accelerare la realizzazione di questo obiettivo, l’Unesco ha creato Women4Ethical AI, una piattaforma collaborativa per sostenere gli sforzi di governi e aziende.
La piattaforma riunisce 17 donne esperte provenienti dal mondo accademico, dalla società civile, dal settore privato e dagli enti normativi di tutto il mondo.
Le esperte condivideranno ricerche e contribuiranno a creare un archivio di buone pratiche. La piattaforma promuoverà i progressi in materia di algoritmi e fonti di dati non discriminatori e incentiverà le ragazze, le donne e i gruppi sottorappresentati a partecipare all’AI.
Tra gli strumenti proposti per garantire l’inclusione e l’empowerment delle donne in ogni fase del ciclo di vita dell’AI vi sono gli stanziamenti di bilancio e il sostegno alle donne nella ricerca, nel mondo accademico e nell’imprenditoria.
Dati distorti portano a risultati discriminatori
Ad oggi, le donne sono sottorappresentate nella ricerca e nella progettazione di queste tecnologie e gli algoritmi di AI, attualmente, sono spesso discriminanti nei confronti di donne e ragazze.
Secondo i dati, inoltre, le donne hanno il 25% di probabilità in meno rispetto agli uomini di sapere come sfruttare la tecnologia digitale per scopi di base, hanno una probabilità inferiore (di 4 volte) di sapere come programmare i computer e di depositare un brevetto ICT (probabilità inferiore di 13 volte).
Solo il 20% dei dipendenti che ricoprono ruoli tecnici nelle aziende di machine learning, il 12% dei ricercatori di intelligenza artificiale a livello globale e il 6% degli sviluppatori di software professionali sono donne.
“È urgente riequilibrare la situazione delle donne nell’AI per evitare analisi distorte e costruire tecnologie che tengano conto delle aspettative e dei bisogni di tutta l’umanità”, commenta Audrey Azoulay, Direttore Generale dell’Unesco.
Lo sviluppo, l’uso e la diffusione dei sistemi di AI rischiano di replicare e amplificare i pregiudizi di genere esistenti e di crearne di nuovi: la mancanza di diversità nei dati, nei team di programmazione o negli approcci porta a strumenti di AI distorti che propongono risultati discriminatori.
Questi risultati vengono utilizzati per prendere decisioni importanti che hanno un impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. Un esempio dell’impatto dannoso dei dati distorti si ha quando le diagnosi mediche si basano su prove raccolte solo da uomini.
Per risolvere questo problema, l’Unesco ha posto l’uguaglianza di genere al centro della sua Raccomandazione sull’etica dell’intelligenza artificiale, il primo strumento di regolamentazione globale in questo settore, adottato all’unanimità dai suoi 193 Stati membri nel novembre 2021.
Questo documento, che rappresenta una tabella di marcia concreta per gli Stati nella definizione delle loro politiche di AI, prevede di adottare un approccio di genere in tutti gli aspetti dell’AI.
“Dobbiamo porre l’etica e l’uguaglianza in primo piano nella discussione sulla governance dell’AI e impegnarci ad attuare raccomandazioni etiche come veicolo per proteggere i diritti umani, la libertà fondamentale e la dignità umana”, sottolinea Alessandra Sala, direttore dell’AI e della scienza dei dati presso Shutterstock e co-presidente della piattaforma.