Per vincere la partita della trasformazione digitale occorrono sinergie e nuovi incentivi

I vertici di Anie Automazione, all’interno di un evento online di Sps Italia, spronano le aziende a unire forze e risorse per fare innovazione. E chiedono nuovi incentivi strategici

Pubblicato il 30 Set 2020

digital transformation

Nell’attuale scenario competitivo, caratterizzato da velocità, volatilità, forte concorrenza e elevato tasso di innovazione, non si può pensare di fare tutto da soli. Per vincere la partita della trasformazione digitale c’è bisogno di lavorare insieme, tra fornitori di tecnologie e aziende clienti, grandi imprese e startup, anche attraverso sinergie e partnership.

Il forte cambiamento in atto presenta allo stesso tempo rischi ed enormi opportunità, ma non è un’opzione. Il tema è il come. Sappiamo ormai che, per esempio, la simulazione, attraverso modelli di digital twin, può dare una mano importante nel ridurre costi e tempi di sviluppo, ma saperlo non basta. C’è ancora bisogno di incentivi solidi – e soprattutto continuativi nel tempo – per sostenere la digital transformation.

Ne sono convinti i vertici di Anie Automazione – l’associazione confindustriale di riferimento per le imprese dell’automazione industriale, che della questione hanno discusso in occasione di una tavola rotonda in streaming online, dal titolo ‘Le nuove opportunità della digitalizzazione industriale’ all’interno del palinsesto degli SPS Italia Digital Days, iniziativa collegata all’annuale fiera SPS Italia organizzata da Messe Frankfurt Italia, quest’anno in versione solo ‘virtuale’.

“Con l’emergenza Covid 19 le aziende italiane hanno toccato con mano in maniera drammatica quanto la trasformazione digitale sia un processo indispensabile per garantire la continuità del Business, e anche per gestire in maniera remota gli impianti e le macchine”, rimarca Massimo Merli, vice presidente di Anie Automazione con delega alla digitalizzazione.

E per questo sprona a unire le forze per fare innovazione: “oggi è ancora più evidente che per crescere e sviluppare il business è utile e interessante procedere anche attraverso sinergie e partnership tra aziende, fornitori di tecnologie e clienti. Un’azienda media e piccola, da sola, non ha al proprio interno tutte le risorse e tutte le competenze necessarie per realizzare al meglio la trasformazione digitale, quindi è indispensabile crescere e svilupparsi attraverso una rete di partner che guidano e aiutano il cliente nella digital transformation”.

Un fattore di innovazione evidenziato anche da Sabina Cristini, presidente del Working group Meccatronica di Anie Automazione: “È importante lavorare insieme, aziende e fornitori e clienti, attraverso un approccio anche di open innovation, perché la trasformazione in atto ha una forte velocità di evoluzione, e con la stessa velocità cambiano gli strumenti tecnologici da sviluppare e utilizzare”.

In questo quadro, Cristini sottolinea che “i progettisti devono rendere queste nuove macchine scalabili, con prestazioni molto elevate dato che le dinamiche richieste sono elevatissime”. E osserva: “La tendenza attuale che aiuta molto questa evoluzione è la simulazione digitale, che permette di vedere e capire in anticipo se le innovazioni che vengono fatte funzionano o se ci sono errori, intoppi, inconvenienti. Inoltre, sistemi di digital twin possono poi essere usati anche per la formazione professionale degli operatori”.

Le persone restano al centro del cambiamento

La pandemia di Covid 19 “ha messo a dura prova la flessibilità delle imprese, che nella gran parte dei casi si sono rivelate molto resilienti”, fa notare Fabio Massimo Marchetti, presidente del Working group Software Industriale di Anie Automazione. Che spiega: “La progettazione di prodotto oggi va fatta con un approccio completamente diverso rispetto al passato, perché sono cambiati e cambiano il modo di organizzarsi delle imprese, il modo di realizzare le cose, la domanda del mercato”. Ma, nonostante i cambiamenti in corso, rileva Marchetti, “le persone sono e rimangono al centro del percorso di evoluzione 4.0, le tecnologie rendono ancora più importanti le persone”.

Il mondo dell’automazione industriale in Italia negli anni scorsi ha attraversato un buon trend di crescita, che ha iniziato a rallentare nell’ultimo biennio, per poi essere scosso – come ogni settore di attività – dalla pandemia mondiale del Coronavirus.

“Servono incentivi in una prospettiva di 5 anni”

Marco Vecchio, direttore Anie Automazione, rileva che “si sentono oggi proposte molto variegate per come continuare il percorso di sostegno alla trasformazione digitale”, e “noi siamo per allungare a 5 anni l’orizzonte temporale di fruizione degli incentivi agli investimenti in innovazione”. Tra le varie e possibili misure di sostegno su cui si fanno ipotesi e valutazioni, “la cedibilità del credito fiscale alla banche, come avviene per il Superbonus edilizio, può essere utile ad accelerare tutto il processo”, sottolinea Vecchio, mentre “i 27 miliardi di budget accennati per ora dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, sono un po’ pochi in un orizzonte di 5 anni, una dotazione pari a 60 miliardi – accennata di recente da altri osservatori – sarebbe una misura senza dubbio più adeguata”.

Un punto molto delicato, quello degli incentivi agli investimenti e allo sviluppo tecnologico, rimarcato anche da Massimo Merli, secondo cui “il Piano nazionale Industria 4.0 non ha avuto la continuità di un piano strategico, che deve necessariamente muoversi e svilupparsi nel medio e lungo termine. Per cui, ci sono stati rallentamenti e discontinuità, che non hanno favorito la forte e ampia diffusione dell’innovazione in tutto il tessuto manifatturiero del Paese, ma innanzitutto nelle imprese più rivolte al cambiamento e alla dinamicità di sviluppo”. Se si vuole restare competitivi sul piano internazionale “bisogna abbracciare la trasformazione digitale”, e per renderla possibile e accessibile a tutti “serve un grande sviluppo delle infrastrutture, attraverso banda larga e reti 5G”.

Il settore in cerca di un nuovo slancio

Nel 2019 il mercato dell’automazione industriale in Italia ha registrato un fatturato totale (vendite in Italia più esportazioni dirette) di 5,1 miliardi di euro, con un lieve calo (-1,2%) rispetto al 2018, e con una battuta d’arresto del trend di crescita che ne ha caratterizzato l’evoluzione nei sei anni precedenti.

Poi è arrivata l’onda pandemica del Covid 19 e, secondo un’indagine tra i soci di Anie realizzata a inizio maggio 2020, le previsioni per la chiusura dell’anno vedevano un calo di fatturato dell’8%; a inizio giugno il sentiment è poi ulteriormente peggiorato. Al contrario, per il 2021 prevale l’ottimismo: l’86% degli operatori crede che ci sarà una variazione in aumento dei ricavi. Ma per rilanciare e sostenere il settore “c’è bisogno di nuovi incentivi per riprendere a buon ritmo – rileva Vecchio – il mercato nazionale del nostro settore copre solo il 20% del giro d’affari totale, il resto va all’estero, dove ora la situazione sanitaria e anche di mercato è ancora molto difficile”.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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