Una panoramica dei principali incentivi statali ed europei per la trasformazione digitale

La trasformazione digitale richiede investimenti per dotarsi delle tecnologie abilitanti, per realizzare i necessari cambiamenti a livello di processi produttivi e organizzativi, per formare le persone, per costruire ex-novo o adattare gli ecosistemi di business nei quali le aziende operano. Per questo l’Unione Europea e l’Italia hanno messo a punto diversi strumenti volti a incentivare questi investimenti. Ecco quali sono.

Pubblicato il 28 Nov 2020

digital europe

La rilevanza strategica della trasformazione digitale è un fatto assodato: le nuove tecnologie ICT (Information and Communication Technology) stanno trasformando non solo le modalità con le quali lavoriamo – nuovi mestieri, nuovi processi produttivi, nuovi prodotti -, ma i nostri stessi  stili di vita – social, gaming, TV on-demand, shopping on-line, etc.

La pandemia di Covid-19 ha dato un’ulteriore accelerazione verso il cambiamento digitale, spingendo i Governi a investire ancora di più in aiuti alle persone e alle imprese per trasformare i modelli usuali di produzione e fruizione di beni e servizi in ottica “smart” (didattica a distanza, smart working, ecommerce, etc).

Ma la trasformazione digitale richiede notevoli investimenti per dotarsi delle tecnologie abilitanti, per realizzare i necessari cambiamenti a livello di processi produttivi, per formare le persone, per costruire ex-novo o adattare gli ecosistemi di business nei quali le aziende operano e le persone acquistano i beni o fruiscono di servizi.

I Fondi europei per la Trasformazione Digitale

Per questo motivo, la Commissione Europea ha predisposto un pacchetto di stimoli senza precedenti: il bilancio a lungo termine dell’UE, unito all’iniziativa Next Generation EU (di cui il Recovery Fund è il braccio finanziario), uno strumento temporaneo pensato per stimolare la ripresa, costituirà il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato dall’UE. Per ricostruire l’Europa dopo la pandemia di COVID-19 verrà stanziato un totale di 1.074,3 miliardi di euro. L’obiettivo è un’Europa più ecologica, digitale e resiliente (per maggiori dettagli si veda l’articolo Recovery Fund e bilancio europeo, c’è l’accordo: l’Italia ci guadagna, ricerca e digitale ci rimettono pubblicato su Innovation Post lo scorso 21 luglio).

La trasformazione digitale è tra i sei obiettivi strategici per il periodo 2021-2027. Di conseguenza, l’Unione Europea metterà a disposizione degli Stati membri ingenti fondi di investimento per la ricerca e l’innovazione. La stessa presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione al Parlamento Europeo, ha annunciato che il 20% di Next Generation EU sarà investito sul digitale, a beneficio dei cittadini e delle imprese.

L’Unione Europea contribuisce anche con due nuovi programmi 2021-2027 Horizon Europe (75,9 miliardi di euro), evoluzione del piano Horizon 2020, che dal 2015 a oggi ha messo a disposizione delle aziende Italiane ben 4,1 miliardi sul totale di 51,3 disponibili, e Digital Europe (6,76 miliardi di euro). Da non dimenticare anche il programma Connecting Europe Facility (CEF), uno strumento di finanziamento (30,4 miliardi di euro) dell’UE fondamentale per promuovere la crescita, l’occupazione e la competitività attraverso investimenti infrastrutturali mirati a livello europeo.

Horizon Europe riguarderà la ricerca e innovazione, perseguendo 5 macro-obiettivi chiaramente definiti  attraverso iniziative che verranno lanciate nel 2021: Adattamento ai cambiamenti climatici, compresa la trasformazione della società; Cancro; Città climaticamente neutre e intelligenti; Oceani, mari, acque costiere e interne sani; Salute e alimentazione.

L’obiettivo di Digital Europe è migliorare la competitività dell’Europa nell’economia digitale globale e raggiungere la sovranità tecnologica. Lo farà implementando e sviluppando nuove tecnologie digitali, al fine di supportare la trasformazione digitale che garantirà servizi pubblici di alta qualità a vantaggio dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni europee. Il programma stimolerà gli investimenti in super-calcolo, intelligenza artificiale, sicurezza informatica, competenze digitali avanzate e garantirà un ampio uso delle tecnologie digitali in tutta l’economia e la società, anche attraverso i poli dell’innovazione digitale.

Il programma Connecting Europe Facility sostiene lo sviluppo di reti trans-europee ad alte prestazioni, sostenibili ed efficientemente interconnesse nei settori dei trasporti, dell’energia e dei servizi digitali. Gli investimenti del CEF colmano gli anelli mancanti nella dorsale europea dell’energia (CEF Energy), dei trasporti (CEF Trasporti ) e del digitale (CEF Telecom). Una delle priorità chiave del CEF è consentire e rafforzare le sinergie tra i tre settori. Le azioni in tutti i settori possono consentire di ottimizzare i costi o i risultati attraverso la condivisione di risorse finanziarie, tecniche o umane, migliorando così l’efficacia dei finanziamenti dell’UE.

I Fondi italiani per la Trasformazione Digitale

Per sostenere Ricerca, sviluppo e Innovazione, l’Italia ha predisposto diversi incentivi. Abbiamo il D.l. n. 34/2020 del 19 maggio 2020 (cd. Decreto Rilancio in risposta all’emergenza Covid-19) che prevede incentivi sia in termini di investimenti di capitale che per il rafforzamento dell’ecosistema delle startup innovative. Recentemente, in attuazione di quanto ivi previsto, è stato istituito il Fondo Rilancio da 200 milioni di euro. Istituito con deliberazione del Consiglio di Amministrazione di Cdp Venture Capital Sgr – Fondo Nazionale Innovazione, avrà una durata decennale estendibile per ulteriori 3, per sostenere investimenti nel capitale di startup e PMI innovative in co-investimento con investitori regolamentati (strutturati come fondi o altri veicoli di investimento) o qualificati (acceleratori o incubatori, business angel e family office). Per maggiori informazioni si veda l’articolo Al via il Fondo Rilancio: 200 milioni per sostenere le start up e PMI innovative italiane pubblicato su Innovation Post lo scorso 27 novembre.

C’è poi il decreto attuativo della Legge di bilancio 2020 di riforma del credito di imposta Ricerca & Sviluppo, nell’ambito della revisione del Piano Transizione 4.0 per il 2021-2022.

Sono poi a disposizione fondi sia per le aziende italiane che per incrementare le risorse per l’università e per promuovere il sistema nazionale della ricerca e favorire la partecipazione italiana alle iniziative relative ai programmi quadro dell’UE:

  • Un Fondo per il trasferimento tecnologico: 500 milioni di euro per l’anno 2020, affidati a ENEA, Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile. In particolare, è stata istituita la Fondazione Enea Tech, ente di diritto privato, che dovrebbe realizzare le iniziative inerenti al Fondo per il Trasferimento Tecnologico. Possono beneficiarne le imprese italiane e, in particolare, le start up innovative.
  • Un Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione: La sua prima dotazione è di 50 milioni di euro, affidati al Ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Serviranno a digitalizzare servizi della Pubblica amministrazione ai cittadini e alle imprese, innanzitutto per aumentare la tipologia di pratiche che si possono svolgere per via telematica.
  • Il Ministero Università e Ricerca definirà con un proprio decreto un nuovo programma di Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN), destinato al finanziamento di progetti di ricerca pubblica, allo scopo di favorire il rafforzamento delle basi scientifiche nazionali, anche in vista di una più efficace partecipazione alle iniziative europee relative ai Programmi Quadro dell’Unione Europea. Il bando PRIN 2020 prevede oltre 700 milioni. Per gli anni 2021 e 2022, le risorse ordinarie destinate al PRIN si avvarranno degli importi rispettivamente di 250 milioni e di 300 milioni di euro.
  • L’incremento del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) per l’anno 2021 di 250 milioni e per l’anno 2022 di 300 milioni di euro, in forma di contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, garanzie, voucher di innovazione e credito di imposta.
  • L’incremento del Fondo per il finanziamento ordinario delle Università (FFO) per l’anno 2021 di 100 milioni di euro e dal 2022 di 200 milioni di euro, destinato alla copertura delle spese istituzionali, tra cui i costi di personale e di funzionamento.
  • L’anticipazione del decreto di programmazione di cinque bandi del MISE con finanziamenti agevolati per brevettare e valorizzare la proprietà industriale (43 milioni di euro per il 2020).

Conclusioni

Per l’Italia risulterà fondamentale sfruttare al meglio tutti questi fondi per cercare di recuperare competitività, visto che il nostro Paese è al 25º posto fra i 28 Stati membri dell’UE secondo la classifica ricavata dall’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (indice DESI).

Per migliorare la propria posizione, l’Italia dovrà investire di più e meglio nella Ricerca & Sviluppo e nell’Innovazione ICT. Con un investimento complessivo in ICT di 2,6 miliardi di euro in Ricerca & Sviluppo e Innovazione nel 2018, in crescita del 6,4% rispetto al 2017, l’Italia ha investito solo lo 0,15% rispetto al PIL, laddove la Germania ha messo sul tavolo lo 0,21% e la media Europea si è attestata allo 0,22%. Significa che per riportare l’Italia a “Livelli Tedeschi” sarà necessario investire almeno 160 milioni di euro in più l’anno (rif.  1° Rapporto Anitec-Assinform sulla Ricerca e Innovazione ICT in Italia – 2020).

Riconquistare leadership tecnologica nel settore ICT è necessario per tornare ad essere competitivi nel mercato globale. A tal fine è fondamentale essere attori protagonisti nella ricerca e innovazione pan-europea, e fare in modo che le nostre aziende possano acquisire competenze e asset strategici.

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Antonio Mosca
Antonio Mosca

Manager dell'innovazione certificato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’Ente Nazionale per la Trasformazione Digitale, Antonio Mosca è da oltre 20 anni alla guida dell'innovazione digitale e della trasformazione aziendale, sia in multinazionali (Korber, Ericsson, Microsoft, EIT Digital) che in società di consulenza (Accenture, Ernst&Young). Ha recentemente fondato la New Digital Solutions, che offre consulenza e soluzioni per l'Innovazione e la Trasformazione Digitale Con competenze approfondite in area ICT, Telecomunicazioni e Industria 4.0, Antonio è esperto di tecnologie quali Internet of Things (IoT), Artificial Intelligence (AI), Big Data e Smart City. Contribuisce come relatore al MIP-Politecnico di Milano e collabora con gli “Osservatori Digital Innovation”, un Think Tank della School of Management del Politecnico di Milano. Pubblica articoli su tematiche di business e tecnologiche, e romanzi.

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