Legge di bilancio 2022, il Parlamento approva: ecco le principali novità per le imprese

Il Senato ha approvato la legge di bilancio per il 2022. Visti i tempi ristretti il testo non potrà essere modificato dalla Camera e può quindi essere considerato definitivo. In questo articolo rivediamo le principali novità per le imprese su tre fronti: incentivi agli investimenti (transizione 4.0, patent box, nuova sabatini…), fisco (riforma IRPEF, rinvio plastic tax, estensione del microcredito…) e tutela dell’occupazione (CIGS, norme anti-delocalizzazioni…).

Pubblicato il 24 Dic 2021

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Dopo una lunga maratona in Commissione Bilancio e poi l’approvazione in Senato, anche la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024” con voto di fiducia e quindi senza modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato che trovate in calce all’articolo.

La legge di bilancio per il 2022 (legge 30 dicembre 2021, n. 234) è poi stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore il 1 gennaio 2022.

Anche nell’era Draghi quindi – ed è il terzo anno consecutivo – la paura di incorrere nell’esercizio provvisorio a causa dei ritardi accumulati “supera” il bicameralismo previsto dalla Costituzione.

La legge di bilancio per il 2022 contiene numerose novità di grande interesse per le imprese, molte delle quali introdotte durante l’esame in Commissione e poi raccolte nel maxiemendamento governativo.

Vediamo le principali.

Investimenti

Viene previsto il rinnovo del Piano Transizione 4.0 per il periodo 2023-2025 (art. 1 commi 44 e seguenti). Vengono rinnovati sia il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali sia il credito d’imposta per le attività di ricerca, sviluppo, innovazione e design. C’è però un sostanziale dimezzamento delle aliquote a partire dal 2023.

Viene poi corretta la nuova disciplina del Patent Box (art. 1 comma 10), appena introdotta con il Decreto Fiscale e oggetto di pesanti critiche da parte delle imprese. Le correzioni introdotte prevedono un aumento della maggiorazione dei costi ammessi al beneficio dal 90% previsto dal decreto fiscale al 110%. Viene inoltre rimossa l’incompatibilità con il credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo. Infine è possibile “ripescare” indietro nel tempo i costi sostenuti per il brevetto fino a otto anni prima.

Anche la Nuova Sabatini, la misura che sostiene gli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese con un contributo a sostegno degli interessi pagati per il finanziamento contratto al fine di acquistare beni strumentali, è integrata con 900 milioni fino al 2027. Torna però il limite della fruizione in unica rata solo per finanziamenti sotto i 200.000 euro.

Il fondo rotativo 394, che assicura il sostegno delle attività di internazionalizzazione, viene poi incrementato di 1,5 miliardi per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026. Con 150 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026 è poi rifinanziato il fondo perduto Fondo per la promozione integrata dell’export previsto dal Decreto Cura Italia.

Rifinanziati anche i Contratti di Sviluppo con 450 milioni per il 2022 e il Fondo di garanzia con un incrementato complessivo di ulteriori 3 miliardi fino al 2027.

Viene infine istituito il fondo per la transizione industriale con una dotazione di 150 milioni di euro dal 2022. Servirà a favorire l’adeguamento del sistema produttivo nazionale alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici attraverso agevolazioni alle imprese finalizzate alla realizzazione di investimenti per l’efficientamento energetico, per il riutilizzo e l’impiego produttivo di materie prime e di materie riciclate.

Fisco

La riforma del fisco, che riguarda, oltre naturalmente ai privati cittadini, anche i professionisti e le imprese che pagano pagano l’IRPEF anziché l’IRES. La riforma prevede nuove aliquote: 23% fino a 15.000 euro; 25% oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro; 35% oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro; 43% oltre 50.000 euro. Altra importante novità è che lavoratori autonomi e professionisti non dovranno più pagare l’IRAP.

Rinviata poi al 1 gennaio 2023 l’entrata in vigore della sugar e plastic tax.

Viene poi esteso il cosiddetto microcredito. La disciplina include ora le  società a responsabilità limitata tra i soggetti beneficiari e alza da 40.000 a 75.000 euro l’importo massimo dei finanziamenti.

Viene introdotta la proroga delle scadenze tributarie in caso di infortunio o malattia del professionista. L’emendamento approvato prevede che, in caso di ricovero del libero professionista in ospedale per grave malattia, o infortunio, o intervento chirurgico, ovvero in caso di cure domiciliari, se sostitutive del ricovero ospedaliero, che comportano una inabilità temporanea all’esercizio dell’attività professionale, nessuna responsabilità è imputata al libero professionista, o al suo cliente, a causa della scadenza di un termine tributario stabilito in favore della Pubblica amministrazione.

Viene offerta la possibilità di sospendere gli ammortamenti anche nel bilancio 2021 alle imprese che nell’esercizio 2020 non hanno effettuato il 100% dell’ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni materiali ed immateriali.

Viene inoltre prorogato a fine 2022 il credito d’imposta pari al 50% delle spese di consulenza per le piccole e medie imprese che si collocano in Borsa in un paese dell’Unione europea. La norma però riduce il massimale del beneficio da 500 mila a 200 mila euro.

Occupazione e lavoro

La Cassa Integrazione straordinaria viene estesa a tutte le imprese sopra i 15 dipendenti che non sono coperte da fondi di integrazione salariale. Oltre alla riorganizzazione aziendale, la crisi aziendale o il contratto di solidarietà, tra le causali ammesse per la CIGS viene ora introdotto l’Accordo di transizione occupazionale per la realizzazione, appunto, di processi di transizione per un massimo di 12 mesi complessivi.

Viene poi introdotta una norma anti delocalizzazioni che si applica alle imprese che impiegano almeno 250 dipendenti e che intendano chiudere uno stabilimento prevedendo almeno 50 licenziamenti. La nuova norma prevede l’obbligo per il datore di lavoro di darne comunicazione tre mesi prima a sindacati, regioni interessate, Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico ed Anpal e di presentare un piano per limitare le ricadute occupazionali ed economiche derivanti dalla chiusura.

Sono invece rinnovate le agevolazioni in forma di sgravi contributivi totali per le Pmi che assumono i tirocinanti nei primi tre anni, mentre sono aumentate le multe per chi non paga l’indennità prevista.

Il testo della legge di bilancio

Qui di seguito trovate il testo finale della legge di bilancio pubblicata sulla gazzetta ufficiale del 31/12/2021. Siccome il file è piuttosto pesante (12 MB), se avete problemi a visualizzarlo potete scaricarlo anche cliccando qui

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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