Il dibattito sugli effetti dell’automazione sul mondo del lavoro oscilla – ormai da decenni – tra visioni tecnofobe che vedono un futuro prossimo di disoccupazione di massa e narrazioni iperottimistiche di una ineluttabile transizione verso nuove e migliori opportunità. Malgrado l’abbondanza di studi, la letteratura economica non ha ancora fornito risposte definitive a una domanda fondamentale: perché, in alcuni casi, l’automazione sembra deprimere i salari e l’occupazione, mentre in altri pare accadere l’esatto contrario? La questione si è fatta ancora più pressante con l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, che promette di automatizzare compiti cognitivi un tempo considerati al riparo dalle macchine.
AUTOMAZIONE E OCCUPAZIONE
Perché l’automazione può aumentare o ridurre salari e occupazione: lo studio di David Autor e Neil Thompson
Perché l’automazione a volte fa salire i salari e altre li riduce? Un nuovo studio degli economisti del MIT Autor e Thompson offre una risposta che si focalizza sul ruolo dell’expertise: l’impatto dell’automazione cambia radicalmente a seconda che, in una professione, vengano eliminati task a bassa o alta specializzazione. Se vengono automatizzati i compiti più semplici, l’expertise richiesta aumenta, spingendo i salari verso l’alto ma riducendo l’occupazione. Se invece vengono automatizzati i compiti più complessi, la professione si “dequalifica”, portando a salari più bassi ma a un aumento dei posti di lavoro…

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