L'ANALISI DELL'ECONOMISTA

David Autor (MIT): “Ecco perché l’Intelligenza Artificiale offrirà nuove opportunità di lavoro alla classe media”

L’economista David Autor propone una visione anti-catastrofista del futuro in cui l’IA potrebbe contribuire a correggere i problemi causati dalla prima ondata dell’informatizzazione, offrendo nuove opportunità ai lavoratori della classe media. La chiave del ragionamento è che l’AI è in grado di arricchire, e non di erodere, l’expertise e la dignità del lavoro umano, migliorando così l’efficienza e l’accessibilità di servizi chiave come l’assistenza sanitaria e l’istruzione. Un risultato, tuttavia, nient’affatto scontato che dipenderà dalle scelte collettive che la società e i Governi faranno su come sviluppare e implementare l’IA.

Pubblicato il 12 Feb 2024

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In un’epoca segnata da visioni apocalittiche sull’avvento dell’intelligenza artificiale e sul suo presunto impatto devastante sull’occupazione – come quelle proposte da Elon Musk e Geoffrey Hinton, che dipingono un futuro in cui l’IA potrebbe rendere obsoleto il lavoro umano – un recente studio di David Autor, uno dei più noti economisti del Massachusetts Institute of Technology (MIT), offre una prospettiva diversa, decisamente più ottimistica. Autor invita a considerare l’IA non come un nemico, ma come un potente alleato capace di ampliare e valorizzare l’expertise umana.

L’AI potrebbe correggere i problemi causati dall’informatizzazione

Nel suo lavoro, Autor affronta una questione cruciale nel dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro: mentre l’informatizzazione ha portato all’automazione di molti compiti routinari e procedurali, contribuendo all’erosione del potenziale lavorativo della classe media, l’AI potrebbe ribaltare questa tendenza attraverso un processo di “democratizzazione dell’Expertise”.

La prima ondata dell’informatizzazione ha infatti favorito una concentrazione di potere decisionale tra i lavoratori altamente qualificati, ampliando il gap tra questi ultimi e i lavoratori mediamente qualificati. L’AI, fornendo supporto decisionale in tempo reale, potrebbe permettere invece a un maggior numero di lavoratori di impegnarsi in compiti decisionali complessi, potenzialmente ridistribuendo il potere decisionale e contribuendo a una distribuzione più equa delle risorse.

Questo, in sintesi, può permettere a persone con formazione meno “elitaria” di svolgere compiti precedentemente riservati a professionisti altamente qualificati, estendendo così l’ambito dell’expertise disponibili nel mercato del lavoro.

Siccome l’AI è uno strumento che richiede un terreno fertile di competenze sulle quali attecchire, Autor spiega che l’AI può contribuire a creare posti di lavoro che da un lato rispondono alla carenza di figure qualificate e dall’altro offre nuove opportunità alle classi più colpite dall’automazione e dalla globalizzazione. Questo processo, suggerisce Autor, potrebbe arrivare a compensare la perdita di impieghi dovuta all’automazione. Il risultato finale di questa complessa equazione, tuttavia, non è scontato e dipenderà dalle scelte politiche, sociali ed economiche che guideranno lo sviluppo e l’implementazione dell’IA.

L’AI come strumento a supporto dell’Expertise

Autor si dice convinto che l’intelligenza artificiale possa fungere da complemento al giudizio umano piuttosto che sostituirlo: il vero potenziale dell’IA infatti risiede nella sua capacità di ampliare l’ambito dell’expertise umana. Un esempio piuttosto chiaro riportato da Autor è quello degli innumerevoli video tutorial “how to” presenti su YouTube. Questi video – spiega Autor – sono particolarmente utili per chi ha competenze di base o intermedie in un determinato campo e desidera migliorare o ampliare queste competenze applicando le istruzioni fornite nel video, ma non consentono a una persona senza alcuna esperienza in quel campo di trasformarsi in un esperto: se qualcuno senza esperienza nel campo dell’elettricità tentasse di seguire un video su come sostituire un impianto elettrico domestico, potrebbe incorrere in gravi rischi a causa della mancanza di comprensione dei principi fondamentali e delle precauzioni di sicurezza.

Allo stesso modo l’AI si configura come strumento di supporto ed espansione dell’expertise, consentendo a chi ha delle buone competenze di base di affrontare compiti più complessi o di espandere le loro capacità.

L’AI infatti è in grado di acquisire conoscenza non strutturata e di applicarla in modo flessibile. E grazie a queste caratteristiche può essere un potente strumento di supporto alle decisioni, capace di fornire consulenza e formazione a chi deve prendere decisioni.

Nella visione di Autor, dunque, l’AI è in grado di estendere la portata e l’efficacia dell’expertise umana, piuttosto che renderla obsoleta, aiutando professionisti con formazione meno specialistica a svolgere compiti più complessi, precedentemente riservati a esperti altamente qualificati.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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