Digital Europe, al via altri 8 bandi: 200 milioni per opportunità legate a servizi cloud-to-edge, AI e data-space comuni

La Commissione Europea ha pubblicato gli otto bandi che rientrano nella terza finestra di inviti a presentare proposte del programma Digital Europe, il programma di finanziamento UE per favorire la trasformazione digitale dell’Unione. I bandi stanziano complessivamente 200 milioni di euro per progetti di implementazione di infrastrutture cloud-to-edge e in programmi di istruzione specializzata nel settore delle tecnologie digitali avanzate. Tra le opportunità aperte anche un altro bando dedicato ai Poli europei di innovazione finalizzato alla selezione di altri progetti a cui assegnare il Seal of Excellence.

Pubblicato il 30 Set 2022

digital europe bandi

La Commissione Europea ha aperto la terza call nell’ambito del programma Digital Europe, il programma di finanziamento UE per favorire la trasformazione digitale dell’Unione.

Il nuovo invito a presentare proposte mette a disposizione complessivamente 200 milioni di euro per imprese, pubbliche amministrazioni e altri soggetti degli Stati membri dell’UE, dei Paesi EFTA (Associazione europea di libero scambio) e SEE (Paesi dello Spazio Economico Europeo) e dei Paesi associati.

Nell’ambito di questa terza call – che segue le precedenti due, chiuse rispettivamente a febbraio e maggio 2022 – la Commissione ha pubblicato otto bandi per progetti di investimento in spazi di dati e nello sviluppo di una piattaforma di Intelligenza Artificiale che garantirà alle imprese e alle pubbliche amministrazioni un facile accesso a strumenti di intelligenza artificiale affidabili realizzati in Europa.

I fondi messi a disposizione per questa terza tranche di bandi verranno investiti anche in infrastrutture cloud-to-edge e in programmi di istruzione specializzata nel settore delle tecnologie digitali avanzate.

Tra i bandi aperti anche uno dedicato agli EDIH (i Digital Innovation Hub europei), i poli europei per l’innovazione digitale che avranno il compito di favorire la trasformazione digitale di imprese (con particolare focus sulle PMI) e pubblica amministrazione, a livello europeo.

Le domande potranno essere presentate entro il 24 gennaio 2023, ad eccezione della call dedicata agli EDIH, che si chiuderà il 16 novembre 2022.

Progetti pilota su larga scala per soluzioni di servizio basate sul cloud-to-edge e strutture per il testing e l’implementazione

Uno dei bandi aperti nell’ambito di questo terzo invito a presentare proposte riguarda il finanziamento di progetti pilota che favoriscano la diffusione, su scala, di servizi innovativi, sostenibili, sicuri e transfrontalieri basati sul cloud-to-edge per una serie di settori applicativi selezionati.

I progetti che verranno presentati nell’ambito del bando avranno il duplice obiettivo di essere le prime implementazioni e distribuzioni concrete della piattaforma middleware e delle sue diverse soluzioni middleware open source – per soddisfare le esigenze di un settore applicativo e di un caso d’uso specifico – e distribuire ulteriori servizi cloud-to-edge particolarmente innovativi e/o non (ancora) di interesse generale tale da essere appaltati.

In particolare, le opportunità aperte con questo bando riguardano: servizi avanzati “cloud-to-edge” in tutta l’UE; un data-space per la mobility, per la manifattura, per i media e per le comunità intelligenti, e l’implementazione di una piattaforma di AI-on demand.

Per queste, la Commissione ha messo a disposizione un budget di 118 milioni di euro, che potrebbe essere incrementato di un ulteriore 20%, distribuiti nelle sei aree di intervento.

I servizi avanzati “cloud-to-edge” dovranno riguardare servizi quali:

  • servizi di cybersicurezza edge, in particolare per le risorse edge condivise
  • servizi edge locali altamente protetti e a bassa latenza che funzionano su infrastrutture “verdi” che consentono l’Intelligenza Artificiale federata
  • gestione dei dati ultra-sicura e conforme agli standard etici, ad esempio attraverso servizi scalabili basati su blockchain
  • servizi di analisi predittiva e di visualizzazione dei dati
  • multi-tenancy nativa dell’edge-cloud

Il bando si rivolge a consorzi, che possono essere formati da partner del settore pubblico, fornitori di cloud, utenti di cloud, attori nazionali che operano nell’ambito del network di formazione e ricerca), associazioni industriali e almeno un partner industriale rilevante per i settori in cui dovranno essere sviluppati i servizi (come salute, mobilità, data-space comuni, etc.).

Le risorse messe a disposizione per quest’area di intervento sono 40 milioni di euro, che finanzieranno al 50% i progetti, come di consueto nell’ambito dello strumento del Simple Grant europeo.

Data-space condivisi per manifattura, mobilità, media e comunità intelligenti: si passa alla fasi di implementazione

L’intervento rivolto all’implementazione del data-space comune per la mobilità riguarda progetti finalizzati a sostenere la creazione e lo sviluppo di un’infrastruttura tecnica combinata con meccanismi di governance che facilitino l’accesso e la condivisione di dati chiave in questo settore, anche a livello transfrontaliero.

Anche in questo caso il bando si rivolge a consorzi, che possono includere fornitori e utilizzatori di dati sulla mobilità di città e regioni di almeno tre Paesi membri. Per questi progetti la Commissione ha stanziato 8 milioni di euro, che andranno a finanziare al 50% i progetti.

I progetti inerenti ai data-space per la manifattura dovranno contribuire allo sviluppo di ben due data-space comuni che forniranno un modo sicuro e affidabile per facilitare lo scambio di dati tra aziende fornitrici e utenti sulla base di accordi volontari.

Le soluzioni che verranno presentate nell’ambito dei data-space comuni – che secondo la Commissione beneficeranno particolarmente le PMI – dovranno essere incentrate sui consumatori e caratterizzate da un elevato grado di affidabilità, oltre a garantire la sovranità dei dati e la loro gestibilità.

La call è aperta a consorzi che devono comprendere almeno i fornitori e gli utenti, nonché i fornitori di servizi, qualsiasi altra organizzazione (come data broker, data steward, integratori di dati) che partecipi alle attività di interoperabilità dei dati e le organizzazioni.

Per questo intervento la Commissione ha stanziato 16 milioni di euro che verranno erogati attraverso lo strumento SME Support Action, vale a dire che i progetti verranno finanziati al 50%, fatta eccezione per quelli presentati dalle PMI, che verranno finanziati al 75%.

I progetti presentati nell’ambito del data-space comune per i media dovranno invece essere rivolti a creare e implementare uno spazio dati sicuro e affidabile per consentire alle organizzazioni dei media attive in tutti i sotto-settori dei media di cooperare, condividendo e accedendo ai dati in modo reciprocamente vantaggioso e nel pieno rispetto della legislazione sulla protezione dei dati.

Lo spazio dati dovrebbe combinare un’infrastruttura tecnica – dove l’interoperabilità sarà una caratteristica fondamentale – con meccanismi di governance per garantire un accesso transfrontaliero facile e sicuro ai principali set di dati del settore dei media. Il data-space, inoltre, dovrebbe implementare meccanismi di fiducia (come la sicurezza e la privacy by design) e sviluppare servizi di dati basati sui valori europei, in particolare etica, uguaglianza e diversità.

Possono partecipare alla call consorzi composti da un mix di partner rappresentativi provenienti da fornitori di tecnologia e start-up tecnologiche, da un lato, e dall’altro, garantire la rappresentatività dell’ecosistema dei media, nella misura più ampia possibile, ossia editori europei pubblici e privati, emittenti, radio, aziende pubblicitarie, PMI dei media, creatori di contenuti e start-up, produttori e distributori.

Per questo intervento la Commissione ha stanziato 8 milioni di euro, che andranno a finanziare i progetti secondo lo strumento di SME Support Action.

Per quanto riguarda le comunità intelligenti, i progetti pilota che saranno lanciati dovranno integrarsi sia con il Green Deal europeo che con le altre iniziative legate alla sostenibilità e alla lotta al cambiamento climatico, come le missioni “EU Climate-Neutral and Smart Cities” e “EU Climate Adaptation”.

Lo spazio dati per le comunità intelligenti sarà costituito dagli ecosistemi di dati locali esistenti e dagli stakeholder rilevanti, nonché da un elenco di set di dati prioritari (statici, in tempo reale e storici con importanza e utilizzo trasversale), legati alle sfide ambientali e climatiche.

I progetti pilota che verranno finanziati con i 18 milioni stanziati per questo intervento (al 100%), utilizzeranno questi set di dati per servizi intersettoriali (dai semplici servizi informativi a quelli più complessi abilitati all’intelligenza artificiale) nelle città e nelle comunità che funzionano in base a un’infrastruttura di dati locali basata su standard aperti.

Una piattaforma europea on-demand per l’Intelligenza Artificiale

Vi è poi il bando che riguarda una piattaforma di AI-on demand, anche questa passata alla fase di implementazione, che raccoglierà tutte le risorse di AI (algoritmi e strumenti) e le metterà a disposizione dei potenziali utenti, delle imprese e della pubblica amministrazione, con i servizi necessari a facilitarne l’integrazione.

La piattaforma dovrebbe diventare il punto di riferimento per qualsiasi utente (industria o servizio pubblico), uno sportello unico per accedere a strumenti di AI da integrare in soluzioni, prodotti e servizi: un bene comune e un mercato per le risorse di AI.

Implementerà i meccanismi definiti nell’azione preparatoria e collaborerà ulteriormente con le azioni corrispondenti che si svolgono in parallelo per interconnettersi con l’infrastruttura cloud-to-edge, le risorse HPC, gli spazi dati e le strutture di sperimentazione e test (TEF), fornendo alle TEF le risorse di AI pertinenti e correlate e ospitando i risultati una volta convalidati nelle TEF, a seconda dei casi.

Possono parteciparvi consorzi formati da rappresentanti rilevanti nell’ambito dell’industria europea, PMI e altri attori, per includere sia il lato di fornitori che di utilizzatori di servizi basati sull’AI. Per questo bando l’UE ha messo a disposizione 28 milioni di euro che andranno a finanziare al 100% i progetti scelti.

Altri 56 milioni per lo sviluppo di competenze digitali avanzate

L’ultimo degli otto bandi aperti nell’ambito della terza finestra del programma Digital Europe riguarda il finanziamento di programmi rivolti allo sviluppo di competenze digitali avanzate.

Le risorse stanziate (56 milioni, che saranno erogati sotto forma di Simple Grant), serviranno a aumentare e migliorare l’offerta di programmi di istruzione e il numero di studenti specializzati in aree di capacità chiave.

L’offerta sarà ampliata in termini di distribuzione geografica (comprese le regioni ultra periferiche e altre regioni svantaggiate), numero di opportunità e pertinenza agli ultimi sviluppi tecnologici.

I progetti che verranno selezionati dovranno, inoltre:

  • sostenere un maggior numero di corsi interdisciplinari in grado di dotare i professionisti di competenze digitali avanzate
  • aumentare la diversità tra gli studenti e i futuri esperti digitali (ad esempio le competenze di analisi dei dati per i professionisti di diversi settori)
  • sostenere la cooperazione tra gli istituti di istruzione superiore e il settore privato, insieme ai centri di ricerca e di eccellenza nelle tecnologie digitali, compresi quelli finanziati nelle altre azioni del programmi

L’obiettivo è incoraggiare le organizzazioni a collaborare e a sviluppare ecosistemi di eccellenza in grado di formare, attrarre e trattenere i migliori talenti digitali, anche contribuendo a colmare il divario di genere in questi settori.

EDIH, secondo bando per i progetti che mirano a ottenere il Seal of Excellence

La terza finestra di bandi di Digital Europe comprende anche una seconda call for proposal che riguarda i poli europei di innovazione, o EDIH. Per questo secondo bando sono stati stanziati 30 milioni, che andranno a finanziare quei Digital Innovation Hub europei nei Paesi dove non sono state assegnate tutte le risorse stanziate (per ciascun Paese la Commissione ha previsto un numero di EDIH e un budget) o che non hanno partecipato alla prima call.

Nel primo caso rientrano alcune regioni e città di Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Francia, Ungheria e Romania, mentre i Paesi dove non sono state presentate proposte nel corso della prima finestra sono Lussemburgo e Liechtenstein.

Per quanto riguarda l’Italia, i 13 EDIH sono già stati individuati. La pubblicazione dei nomi dei progetti selezionati – che verranno finanziati al 100% (50% dall’UE e 50% dall’Italia) – dei 17 che hanno ricevuto il Seal of Excellence – e che quindi saranno finanziati solo al 50% dall’Italia, mentre dovranno trovare da soli il restante 50% – e degli 11 esclusi, è stata seguita non da poche polemiche.

Con questo secondo bando si apre la possibilità per alcuni Paesi, tra cui l’Italia, di presentare ulteriori domande per progetti che puntano a ricevere il Seal of Excellence. A questa opportunità possono accedere “potenziali EDIH designati che mirano a ottenere il sigillo di eccellenza”, con l’esclusione dei progetti che hanno già ottenuto il riconoscimento nell’ambito della prima call (dunque gli 11 esclusi).

Tuttavia, resta da capire come verrebbero finanziati altri progetti, qualora individuati dalla Commissione, in quanto a livello nazionale sarebbero già state allocate tutte le risorse disponibili al gruppo dei 30 (tra EDIH e progetti che hanno ricevuto il sigillo di eccellenza) emerso a conclusione della valutazione delle proposte presentate nell’ambito della prima call.

Link utili

Tutti i documenti relativi alla call e le istruzioni per presentare domanda sono disponibili sul sito della Commissione, alla pagina dedicata.

Valuta la qualità di questo articolo

C
Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 3