Tra le PMI cresce la consapevolezza che la trasformazione tecnologica e la digitalizzazione dei processi produttivi sono una priorità per non perdere terreno competitivo sui mercati globali: meno del 50% ritiene che digitalizzare i propri processi produttivi non sia una priorità nel proprio settore di appartenenza o che i costi siano superiori ai benefici. È quanto sottolinea la ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano.
La ricerca, presentata in occasione del convegno di apertura della 17a edizione della Fiera Internazionale A&T – Automation & Testing – dedicata a innovazione, tecnologie, affidabilità e competenze 4.0, in programma all’Oval Lingotto di Torino dal 22 al 24 febbraio – sottolinea che tra le piccole e medie imprese italiane è cresciuta la consapevolezza che digitalizzarsi, innovare i propri processi sia ormai una priorità.
Meno della metà delle PMI, infatti, considera la digitalizzazione ancora marginale rispetto ai propri settori di appartenenza oppure con costi ancora troppo elevati rispetto ai benefici, mentre la quota di PMI impegnata in progetti di digitalizzazione (o di avvicinamento al digitale) ha raggiunto il 56%.
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Le aziende del Nord-Ovest puntano sull’upskilling e il reskilling della forza lavoro
È il Nord-Ovest a dare una spinta propulsiva importante rispetto allo sviluppo tecnologico del Paese: il 62% delle piccole aziende, infatti, crede e investe nel digitale, manifestando sensibilità alle IIoT – Industrial Internet of Things – e alla formazione.
La partita dell’innovazione quindi non si gioca più solo sulla trasformazione tecnologica, bensì sull’upskilling e sul reskilling del capitale umano. Infatti, secondo la ricerca, l’89% delle imprese geograficamente collocate nel Nord-Ovest italiano ha avviato negli ultimi due anni attività di formazione per implementare le competenze digitali dei propri dipendenti, nonostante si debba osservare che spesso si tratta di eventi di formazione intrapresi in ottica estemporanea (workshop, webinar).
La vera sfida oggi è quella di sistematizzare e connettere tutte le fasi produttive, implementando la raccolta e l’analisi dei dati, fondamentali in ottica di manutenzione predittiva e interoperabilità dei processi.
PMI ancora indietro sulla realizzazione di progetti di IIoT integrati
La partita, dunque, si gioca sul terreno delle IoT Industriali (Industrial Internet of Things), ovvero tutti quei processi a trazione tecnologica che consentono alle imprese di essere efficienti, sostenibili e quindi maggiormente competitive a livello globale.
In questa direzione, i dati raccolti dall’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano collocano le PMI ancora in una posizione di retroguardia rispetto alle grandi imprese: solo il 46% delle aziende di medio-piccole dimensioni conoscono i vantaggi dell’IoT e solo il 27% ha avviato almeno un progetto associato a queste tecnologie, motivato anche dalla mancanza di risorse economiche.
Si prospetta dunque una maggiore convinzione da parte delle PMI in merito alla trasformazione infrastrutturale della fabbrica intesa come modello tradizionale, con investimenti mirati sulla digitalizzazione di impianti e processi e sulla formazione specialistica dei dipendenti.
Rimane invece ancora un forte gap, tra grandi e piccole imprese, rispetto alla realizzazione di progetti di IoT integrati, perché questo presuppone una visione e un agire imprenditoriale sinergico e sistemico.
Ecco quindi che la poca conoscenza e attenzione verso la smart supply chain (es. tracciabilità dei beni, gestione degli asset logistici) e la smart life cycle (es. ottimizzazione sviluppo prodotto, gestione fine vita dei prodotti) rappresentano per le piccole aziende un freno, prevalentemente di natura culturale, che influenza in modo rilevante la loro competitività.
“In sostanza, ciascuna impresa deve essere consapevole che, attraverso l’ecosistema di appartenenza, i benefici collettivi amplificano le utilità dei singoli, grazie all’interconnessione tra industria e territorio, dove al centro ci sono le nuove tecnologie, le nuove competenze, la nuova cultura imprenditoriale, le persone”, dichiara Claudio Rorato, direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano.
“La ricerca ha evidenziato quanto oggi sia fondamentale – guardando a una competitività non solo di breve, ma soprattutto di medio e lungo periodo – applicare in modo intelligente le nuove tecnologie. Come indicano i dati, le imprese – soprattutto le nostre PMI – hanno dimostrato di credere all’innovazione, di perseguire un nuovo trend di crescita caratterizzato dalla digitalizzazione, non solo delle macchine, ma anche del pensiero“, commenta Luciano Malgaroli, Ceo di A&T.
“Ma non è sufficiente questo: occorre operare secondo una modalità non più individuale bensì sistemica. La competitività industriale sarà sempre più caratterizzata da una forte connessione tra distretti industriali e distretti territoriali, dove sarà determinante fare squadra, essere una squadra. Questo a livello locale, nazionale ed europeo. Noi come A&T continuiamo a credere che l’industria italiana abbia bisogno di crescere aggregando, mettendo a fattor comune competenze, tecnologie, esperienze e relazioni”, aggiunge.
Proprio per favorire questa condivsione, l’edizione 2023 di A&T prevede un duplice appuntamento: oltre all’evento in corso presso Oval Lingotto di Torino – che si concluderà, ricordiamo, il 24 febbraio – è previsto un secondo appuntamento dedicato al Nord-Est, che si svolgerà dal 25 al 27 ottobre 2023, presso il nuovo Padiglione 7 della Fiera di Vicenza – Italian Exhibition Group.