Dal prossimo anno una matricola si potrà iscrivere a una laurea professionalizzante. Questa settimana il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha siglato il decreto per i nuovi percorsi di formazione triennale. Le lauree professionalizzanti saranno l’alternativa universitaria agli istituti tecnici superiori e completeranno l’offerte di istruzione terziaria nel campo delle competenze tecniche e tecnologiche per l’industria 4.0.
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Come funzionano
Le lauree professionalizzati saranno corsi triennali che dovrebbero abilitare alle professioni regolamentare in Italia, come quelle che hanno un ordine o un albo. Ad esempio i geometri o i periti agrari. Gli stessi ordini concorreranno nella pianificazione delle materie di studio. Le università potranno attivare al massimo un corso di laurea di tipo professionalizzante per anno accademico, con lezioni in aula e non online. I corsi saranno caratterizzati da tirocini e gli atenei potranno allearsi con le aziende per favorire il travaso dal mondo dell’università a quello del lavoro.
In cosa differiscono
Gli istituti tecnici superiori, invece, forniscono formazione post diploma. Il titolo di studi ora potrà essere accresciuto, agganciando al percorso degli Its un anno in università, anche se il riconoscimento non sarà di tipo accademico. Di fatto gli Its si porranno a metà strada tra la formazione secondaria e quella degli atenei, con una formula ibrida.
L’organizzazione
Il decreto firmato dalla Fedeli prevede una modifica, caldeggiata dagli stessi rettori per far fronte alle ridotte risorse con cui lavorano. Per attivare le lauree professionalizzati gli atenei potranno contare su criteri più flessibili rispetto al numero di docenti, purché gli indici economici e finanziari siano positivi.
Il commento
Per la Fedeli, “i corsi offerti dagli atenei dovranno consentire alle studentesse e agli studenti una rapida qualificazione professionale. Si potranno creare partenariati con i collegi e gli ordini professionali per l’attivazione dei percorsi”. E aggiunge: “Con l’avvio delle lauree professionalizzanti e la loro armonizzazione con l’offerta degli Its il nostro Paese si dota finalmente di un proprio modello di formazione terziaria professionalizzante. Una risposta alla necessità espressa dalle nostre e dai nostri giovani di potersi qualificare rapidamente e anche alla domanda di personale altamente formato che viene da imprese e mondo delle professioni”.