Economia

Inflazione, debito e crisi energetica rallentano l’economia italiana. Ecco le raccomandazioni Ocse per una crescita resiliente e sostenibile

Il rapporto di analisi dell’Ocse sull’economia italiana sottolinea una buona resilienza, anche a fronte delle attuali crisi economiche ed energetiche. Tuttavia, il debito pubblico richiede attenzione, così come le sfide legate alla bassa crescita della produttività, la scarsa partecipazione al mercato del lavoro, la povertà e i rischi legati ai cambiamenti climatici. Il rapporto fornisce diverse raccomandazioni per stimolare una crescita davvero sostenibile, inclusiva e resiliente.

Pubblicato il 22 Gen 2024

Ocse Italia

Sostenere la crescita (e renderla più inclusiva), ma al contempo orientare il debito su un percorso più prudente e accelerare la decarbonizzazione dell’economia: sono queste le linee di intervento su cui, secondo l’Ocse, l’Italia dovrebbe concentrarsi per assicurare una crescita economica resiliente e sostenibile. 

Le raccomandazioni fanno parte di una pubblicazione focalizzata sull’Italia che ne analizza lo stato dell’economia e delle riforme e fornisce alcune raccomandazioni su come intervenire in ciascuna delle aree critiche rilevate.

Il contesto economico italiano

Nonostante la resilienza dimostrata nel superare le recenti crisi, l’economia sta attualmente attraversando un periodo di decelerazione, in un contesto caratterizzato da un irrigidimento delle condizioni finanziarie.

La crisi energetica ha contribuito a rallentare l’attività economica, nonostante il sostegno fiscale e l’aumento della competitività abbiano permesso di riportare il PIL reale ai livelli pre-pandemici già dalla metà del 2021 e di mantenere la disoccupazione a livelli storicamente bassi.

Tuttavia, l’incremento dell’inflazione dovuto alla crisi energetica ha eroso i redditi reali delle famiglie e l’inasprimento della politica monetaria nella zona euro ha portato a un rapido aumento dei costi di finanziamento per famiglie, imprese e amministrazioni pubbliche.

Il settore bancario è ben capitalizzato ed è meglio preparato a resistere agli shock rispetto al passato. Tuttavia, detiene ingenti titoli del debito sovrano che richiedono un monitoraggio costante delle pressioni sui bilanci che potrebbero derivare dall’incremento dei tassi di interesse o dal rallentamento della crescita.

La politica di bilancio ha assunto un orientamento neutrale. Il sostegno pubblico connesso alla crisi energetica è stato in parte revocato e dovrebbe giungere a termine, ma il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e i tagli mirati alle imposte sul reddito sostengono la domanda.

Qualora i prezzi dell’energia aumentassero nuovamente in maniera considerevole, sottolinea il rapporto, occorrerebbe reintrodurre esclusivamente misure che siano destinate alle famiglie più indigenti.

Considerati l’elevato livello del debito pubblico e la sua traiettoria, che in assenza di cambiamenti nelle politiche prevede un incremento, occorrerà consolidare le finanze pubbliche.

Le previsioni per il biennio 2024-2025

Per il biennio 2024-2025, le proiezioni dell’Ocse prevedono una crescita economica contenuta. L’inflazione dovrebbe diminuire gradualmente, poiché lo shock dei beni energetici ha determinato pressioni più ampie sui prezzi, che richiederanno tempo per dissiparsi.

I rischi sono orientati al ribasso e la presenza di condizioni finanziarie più rigide del previsto ridurrebbe ulteriormente la domanda interna.

In un’ottica rialzista, l’accelerazione della spesa dei fondi del PNRR, anche mediante il riorientamento del Piano verso progetti di investimento di grandi dimensioni gestiti a livello centrale, come pianificato dal Governo e approvato dalla Commissione europea, potrebbe stimolare gli investimenti.

Tuttavia, il debito pubblico dell’Italia resta tra i più elevati dell’Ocse. Viste le forti pressioni sul bilancio all’orizzonte, occorrono riforme fiscali e della spesa per contribuire a portare il debito su un percorso più prudente. In assenza di queste, stimano gli analisti Ocse, il rapporto debito pubblico/PIL andrà ad aumentare.

Si stima, inoltre, che tra il 2023 e il 2040 la spesa pubblica per i costi connessi all’invecchiamento della popolazione e al servizio del debito dovrebbe aumentare di circa il 4,5 % del PIL.

Le raccomandazioni chiave dell’Ocse per sostenere la crescita e ridurre il debito

Sulla base di queste considerazioni, il rapporto dell’Ocse fornisce alcune raccomandazioni chiave per sostenere la crescita e al contempo orientare il debito su un percorso più prudente:

  • consolidare stabilmente le finanze pubbliche a partire dal 2025 per riportare il debito su un percorso più prudente
  • riorientare il PNRR sui grandi progetti di investimento gestiti a livello centrale che possono essere realizzati come previsto dalla revisione del PNRR
  • introdurre un contributo di solidarietà per le pensioni elevate non correlate a elevati contributi versati
  • rendere più ambiziosi gli obiettivi di risparmio di bilancio delle prossime revisioni della spesa

Vi sono poi le riforme necessarie a ridurre il costo del lavoro (tra i più alti dei Paesi Ocse) e ad  accelerare gli sforzi sulla lotta all’evasione fiscale.

Per raggiungere questi obiettivi, si propone di:

  • spostare l’imposizione dal lavoro ai beni immobili e alle successioni, garantendo al contempo il mantenimento o l’aumento delle entrate
  • aggiornare i parametri per il calcolo della base imponibile dell’imposta sugli immobili, tenendo conto degli impatti distributivi
  • proseguire con il contrasto all’evasione fiscale, anche continuando a promuovere l’uso dei pagamenti digitali e invertendo l’aumento del massimale per le operazioni in contanti
  • eliminare gradualmente le costose agevolazioni fiscali prive di giustificazione economica o distributiva, ad esempio limitando la copertura della detrazione per il coniuge a carico

Giovani, donne e povertà: necessario accelerare verso una crescita inclusiva

L’economia deve affrontare sfide legate alla bassa crescita della produttività, alla scarsa partecipazione al mercato del lavoro, in particolare delle donne, e alla povertà relativamente elevata.

Sarà necessario un pacchetto completo di riforme per passare a una crescita guidata dall’innovazione e rafforzare, al contempo, l’inclusività.

Nello specifico, le raccomandazioni dell’Ocse per raggiungere gli obiettivi di una crescita sostenibile e inclusiva partono dall’analisi dei problemi che frenano la competitività del sistema Paese (e gli investimenti privati), alimentano le ineguaglianze sociali e limitano la partecipazione al mercato del lavoro di donne e giovani.

Nello specifico, il rapporto suggerisce di:

  • continuare a rafforzare i legami tra la performance dai giudici, la progressione di carriera e la retribuzione, e garantire che la valutazione della loro performance sia pienamente attuata. Ciò contribuirà a combattere la bassa efficienza del sistema giudiziario italiano, che frena la competitività e disincentiva gli investimenti, pesando quindi negativamente sulla crescita della produttività
  • ridurre l’ambito di applicazione delle regole di “equo compenso” nei servizi professionali per stimolare la crescita della produttività del settore
  • proseguire nel potenziamento degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy) per contrastare i bassi tassi di iscrizione all’istruzione terziaria e la scarsa percentuale
    di laureati
  • rendere più graduale la revoca dell’assegno Adi (assegno di inclusione) e del sussidio SFL (Supporto per la formazione e il lavoro) in caso di assunzione e ampliare l’accesso al nuovo sussidio di assistenza sociale, includendo anche le persone con prospettive molto deboli sul mercato del lavoro. Queste misure sono volte a contrastare i bassi tassi di occupazione e a ridurre la povertà nella popolazione (tra le più alte dell’area Ocse)
  • ampliare in misura considerevole la copertura dei servizi per la cura della prima infanzia e incentivare il congedo di paternità (introducendo una “quota padre” o aumentando il numero di “mesi bonus” di congedo fruito dai padri). Così facendo, suggerisce il rapporto, si potrebbe incentivare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro che attualmente è tra le più basse tra i Paesi Ocse
  • rendere obbligatoria la mobilità dei dipendenti pubblici all’interno della loro amministrazione, comprese le amministrazioni locali per combattere la corruzione all’interno della pubblica amministrazione

Trasporti, energia, prevenzione degli eventi climatici estremi: come accelerare la decarbonizzazione dell’economia

Nonostante i progressi fatti in materia di decarbonizzazione dell’economia, per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050 occorrono sforzi maggiori.

La bassa intensità energetica che caratterizza l’attività economica e le abbondanti risorse di energia solare collocano l’Italia in una buona posizione per realizzare la transizione climatica.

Tuttavia, per accelerare la riduzione delle emissioni e l’adattamento ai cambiamenti climatici occorre rafforzare ulteriormente le misure esistenti e introdurre politiche aggiuntive, accelerando sulla riduzione delle emissioni e creando sia un quadro normativo mirato – attraverso, ad esempio, l’approvazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) – che un panorama di incentivi e investimenti adeguati ad affrontare la portata delle sfide.

In questo ambito, il rapporto suggerisce di:

  • Istituire un comitato indipendente sul clima incaricato di valutare le politiche e fornire consulenza per monitorare meglio i progressi
  • assicurare continuità ai piani volti ad aumentare gradualmente le accise sui combustibili fossili laddove le medesime siano basse, anche eliminando le esenzioni e gli sgravi
  • aumentare la soglia massima prevista per la realizzazione di impianti nelle aree idonee per la costruzione di nuove centrali di energia rinnovabile attraverso la “procedura di abilitazione semplificata” (PAS) e mantenere l’esenzione dalla valutazione dell’impatto ambientale (VIA) per gli impianti a bassa capacità nelle aree idonee oltre luglio 2024
  • offrire incentivi finanziari per la rottamazione delle vecchie autovetture, indipendentemente dall’acquisto di nuove e continuare a potenziare i trasporti pubblici e le reti ferroviarie regionali. Misure che secondo l’Ocse contribuirebbero a ridurre il tasso pro capite di proprietà di automobili, che è il secondo più alto il tutta l’UE
  • reindirizzare il sostegno all’acquisto di automobili verso i modelli di base (entry-level) delle autovetture elettriche ed eliminare gradualmente i sussidi per le automobili con motore a combustione interna per stimolare l’acquisto di auto elettriche, ancora troppo basso nel nostro Paese
  • integrare gli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici con prestiti e sovvenzioni mirati di lungo termine
  • garantire finanziamenti adeguati per le misure volte a ridurre i rischi di alluvioni e frane, alla luce della forte esposizione dell’Italia agli eventi climatici estremi.

Il rapporto

Di seguito vi riportiamo il rapporto completo.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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