C’è la “necessità vitale” di un “cambio di passo della nostra Europa sulla competitività, in riferimento alle politiche industriali che grandi Paesi come Stati Uniti e Cina stanno adottando, senza farsi trascinare da politiche ambientali autolesionistiche”. A parlare è il nuovo presidente di Confindustria Emanuele Orsini, alla sua prima assemblea degli industriali.
L’industria – spiega Orsini – si trova davanti a sfide senza precedenti con impatti potenzialmente significativi sulla competitività. La risposta a queste sfide non può che passare attraverso una nuova politica industriale e l’Europa deve necessariamente cambiare passo per non perdere terreno rispetto ai concorrenti internazionali.
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La via della reindustrializzazione e la sfida delle transizioni per il sistema produttivo
Nonostante l’Italia abbia registrato un record di esportazioni pari a 626 miliardi di euro nel 2023, diventando il quarto Paese esportatore al mondo, la produzione industriale italiana è in calo da ben diciotto mesi. Orsini rileva come non vadano tanto meglio le cose spostando il faro sull’Europa nel suo insieme: “A fronte di un aumento del PIL pro capite negli Stati Uniti pari a +56,6% tra il 1993 e il post Covid, quello dell’Europa è stato della metà”, spiega Orsini.
Questa disparità evidenzia la necessità di una solida politica industriale europea, “una reindustrializzazione basata sulle tecnologie di punta, sulla produzione di materie prime, sull’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, unita a un’adeguata revisione della politica commerciale e della concorrenza”.
Le tre transizioni – energetica, ambientale e digitale – “sono vere e proprie rivoluzioni industriali” che porteranno benefici a cittadini e imprese, ma che “hanno, però, bisogno di tempo adeguato” per dispiegarsi, dice Orsini.
Che prosegue quindi criticando apertamente il Green Deal europeo, definendolo “impregnato di troppi errori che hanno messo e mettono a rischio l’industria”. E cita esempi concreti di settori in difficoltà, come l’automotive, il packaging e la ceramica, sottolineando che “la decarbonizzazione inseguita anche al prezzo della deindustrializzazione è una debacle”, ha detto riferendosi alla crisi del mercato europeo dell’auto elettrica e alle difficoltà della filiera italiana dell’Automotive.
Confindustria difende con determinazione la neutralità tecnologica e chiede un’applicazione più realistica e graduale del Green Deal.
Il futuro di Industria 5.0
Orsini ha dedicato una parte significativa del suo intervento al futuro degli incentivi per l’Industria 5.0, sottolineando come questi siano essenziali per garantire la continuità degli investimenti e la competitività delle imprese italiane. “Dobbiamo pensare ora a come proseguire con gli investimenti, come la spinta che ci deve dare Industria 5.0. Altrimenti rischiamo lo stallo o, addirittura, un passo indietro,” ha avvertito. Per questo è fondamentale proseguire gli investimenti avviati dal PNRR, evitando il rischio di stallo o di un passo indietro. Orsini chiede quindi al Governo di prevedere, nel Piano Strutturale di Bilancio, “serie politiche industriali e rilevanti incentivi agli investimenti, la risposta al post PNRR”.
Il Piano Strutturale di Bilancio dovrebbe includere riforme e investimenti significativi con una “cornice pluriennale di finanziamenti pubblici e privati per difendere e potenziare le filiere industriali strategiche”.
“Le scelte del Piano Strutturale di Bilancio non saranno essenziali solo per le transizioni, ma anche per gli investimenti nelle infrastrutture e nel potenziamento della logistica,” ha aggiunto, evidenziando l’importanza di garantire migliori afflussi e sbocchi di merci.
L’Intelligenza artificiale
Nel suo intervento Orsini ha posto l’accento anche sull’importanza dell’intelligenza artificiale per il futuro dell’industria italiana, esprimendo preoccupazione per il dibattito etico che potrebbe rallentare l’adozione di questa tecnologia.
Ha sottolineato la necessità di accelerare le sperimentazioni industriali sull’IA: “Dobbiamo cogliere tutte le opportunità che essa offre”, ha detto.
Orsini ha illustrato i potenziali vantaggi dell’IA, citando esempi come la sanità di prossimità e la cura di patologie temibili, definendola una “vera e propria rivoluzione” che coinvolgerà ogni comparto economico. Ha concluso esortando a sfruttare l’inventiva italiana per eccellere nelle nicchie verticali dell’IA, ribadendo che “abbiamo tutte le capacità per essere all’avanguardia da ogni punto di vista”.
L’appello al Governo: “Servono scelte coraggiose sul Nucleare”
Con riferimento all’azione del Governo Orsini ha sottolineato la necessità di nuove scelte coraggiose per sostenere l’industria. Una di queste riguarda il delicato tema del Nucleare. “Siamo convinti che il ritorno al nucleare sia strategico”, ha detto.
L’indipendenza energetica è infatti una questione di sicurezza nazionale. Inoltre il nucleare di ultima generazione è una soluzione praticabile e necessaria. “Tutti noi abbiamo imparato che l’indipendenza energetica è questione di sicurezza nazionale: allora perché tutti insieme non appoggiamo il nucleare di ultima generazione, invece di continuare a rifornirci a prezzi crescenti dalle vecchie centrali nucleari francesi?” ha detto Orsini, evidenziando l’urgenza di una svolta in questo settore, spiegando all’opinione pubblica che “i piccoli reattori modulari sono molto più sicuri e meno invasivi sui territori rispetto alle grandi centrali di vecchia generazione”.
Orsini ha inoltre sottolineato che, sebbene il nuovo piano energetico menzioni il nucleare, i tempi di realizzazione restano lunghi: “Sì, nel nuovo piano energetico se ne parla. Ma sappiamo tutti che, se cominciassimo oggi, ci vorrebbero almeno dodici anni per poterlo utilizzare. Non possiamo perdere altro tempo”.
La visione di Confindustria: Competitività, Produttività e Comunità
Orsini ha poi delineato la visione di Confindustria per il futuro, basata su tre direttrici principali: competitività, produttività e comunità. Ha sottolineato come la tutela dell’industria e della coesione sociale debbano andare di pari passo in una fase storica completamente diversa dalle precedenti. E ha annunciato il lancio di un Piano Straordinario di Edilizia per i lavoratori neoassunti, mirato a rispondere al bisogno primario della casa, un elemento fondamentale per affrontare dignitosamente la propria vita e costruire un futuro.
Il presidente ha poi posto l’attenzione su due sfide sociali cruciali per l’Italia: l’occupazione dei giovani e l’inclusione dei NEET (Not in Education, Employment or Training). Ha evidenziato come l’Italia sia il fanalino di coda nell’Unione Europea per la percentuale di neolaureati e neodiplomati occupati e ha sottolineato l’importanza di riportare a casa i giovani laureati e professionisti altamente specializzati che ogni anno emigrano all’estero. Riguardo ai NEET, ha affermato: “Abbiamo il dovere di trasmettere loro la cultura del lavoro e la ricchezza di avere un’ambizione.”
Orsini ha poi insistito sulla necessità di aumentare la produttività del lavoro in Italia: “Un aumento della produttività porta a una crescita del PIL, ovvero ad un miglioramento del tenore di vita, con un vantaggio per tutti”. Per raggiungere questo obiettivo, Confindustria propone di unire le forze con i sindacati per contrastare i contratti siglati da soggetti di inadeguata rappresentanza e le irregolarità fiscali e contributive presenti in troppi settori.
Il fisco
Per quanto riguarda la fiscalità, Orsini ha evidenziato la necessità di rendere permanente il taglio del cuneo fiscale per aumentare le retribuzioni e avvicinarle alla media europea. “Se le retribuzioni sono al di sotto della media europea, il costo del lavoro è più elevato,” ha spiegato, sottolineando come la competitività e la produttività debbano essere al centro delle politiche economiche.
Orsini ha chiesto poi al Governo l’introduzione di un’aliquota premiale sull’IRES per gli utili reinvestiti, l’abolizione dell’IRAP per le società di capitali senza sostituirla con una sovraliquota IRES, e il ripristino dell’ACE (Aiuto alla Crescita Economica) per incentivare la patrimonializzazione delle imprese. Queste misure, ha spiegato, sono essenziali per garantire la continuità degli investimenti e sostenere la crescita della produttività.