Bonomi (Confindustria): “Per la ripresa bisogna stimolare gli investimenti privati: puntiamo subito su filiere strategiche e semplificazioni”

Mettere a terra le riforme previste nel PNRR per stimolare da subito gli investimenti privati. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, vuole assicurarsi che le risorse disponibili favoriscano davvero la ripresa del Paese. Quattro le scelte prioritarie per la ripresa italiana: supportare le filiere strategiche della manifattura italiana, spingere sulle semplificazioni, mettere in campo delle vere politiche attive per il lavoro e moltiplicare gli investimenti privati legati al PNRR

Pubblicato il 19 Mag 2021

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Le prospettive future per l’industria, il ritrovato dialogo con il Governo e i nodi da sciogliere per assicurare che le risorse messe in campo dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) portino davvero alla rinascita del Paese: sono alcuni dei punti affrontati dal Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso dell’Assemblea dell’associazione.

Secondo il Presidente Bonomi, le condizioni attuali permettono di guardare al contesto industriale dei prossimi mesi con un maggiore ottimismo. Tuttavia, persistono diverse problematicità, come l’incertezza che ancora caratterizza la domanda interna.

Come evidenziano i dati sulla produzione industriale relativi ad aprile diffusi dal Centro Studi Confindustria (CSC), infatti, la domanda interna risente ancora delle restrizioni imposte alle attività commerciali nel primo trimestre, a fronte di una domanda estera in ripresa.

Dalla campagna vaccinale al PNRR: giudizio positivo sul Governo Draghi

Risolvere l’incertezza che condiziona le dinamiche della domanda interna è uno dei compiti che il Governo Draghi dovrà affrontare con urgenza. Governo verso il quale il Presidente di Confindustria esprime un giudizio positivo. “L’avvento del Governo Draghi è stato senza alcun dubbio la novità più positiva da diversi anni a questa parte nella vita pubblica italiana”.

Un giudizio che, sottolinea Bonomi, non si fonda su pagelle politiche, ma sulla constatazione di una rottura con il precedente esecutivo su argomenti cruciali. Primo fra tutti la campagna vaccinale, che dall’avvento del Premier Draghi ha subito una notevole accelerazione. A cambiare però non è stato solo il ritmo, ma anche l’approccio, con il coinvolgimento di tutte le energie del Paese, imprese incluse, in questa accelerazione.

“Siamo fieri e orgogliosi, di fare la nostra parte per la miglior tutela dell’intera società italiana”, commenta Bonomi. Un supporto che il Presidente di Confindustria estende anche all’ambito delle politiche europee, dove l’Italia può beneficiare di una maggiore autorevolezza e credibilità proprio grazie a Draghi. “Confindustria affianca comunque il premier in questo sforzo, collaborando con le altre Confederazioni europee sulle scelte di Bruxelles e guidando quest’anno il B20, il principale tavolo globale delle business policy”, aggiunge.

Ma, soprattutto, vi è la questione del PNRR: la versione consegnata a Bruxelles dal Governo Draghi delinea un progetto di futuro per il Paese basato su riforme strutturali, come gli interventi sul blocco degli ascensori sociali, il contrasto all’aumento della povertà e dei divari, e su riforme economiche (come le misure pro- concorrenza già annunciate).

Persistono, tuttavia, ancora dei nodi da sciogliere con il Governo, come quello relativo allo stimolo degli investimenti privati, la riforma della Pubblica Amministrazione e della giustizia. Nodi che sono cruciali alla buona riuscita del PNRR e che devono essere sciolti nel pochissimo tempo a disposizione.

“Ci sono pochi mesi in cui mettere in atto ciò che al PNRR continua invece a mancare: cioè, come garantire il dispiegamento degli investimenti privati a fianco di quelli pubblici. Senza questo, lo stesso PNRR stima una crescita aggiuntiva del PIL in 6 anni tra il +1,8% e il +3,6%. Sappiamo benissimo che bisogna mirare ad altro per rendere sostenibile un debito pubblico che resterà al 150% del Pil per diversi anni”, spiega il Presidente di Confindustria.

I quattro punti cruciali per la ripresa del Paese

Per non perdere questa lotta contro il tempo, Confindustria ha avviato un confronto diretto, volto a definire al meglio alcune delle scelte prioritarie per la ripresa italiana.

La prima riguarda le filiere più importanti dell’industria italiana. In alcuni dei PNRR presentati da altri Paesi europei, come Francia e Germania, viene data un’attenzione esplicita e preminente a progetti incardinati proprio sulle maggiori filiere industriali.

Questo non è avvenuto nel caso del documento presentato dall’Italia. In questo ambito Confindustria si aspetta che la risposta dell’Italia venga dal potenziamento degli strumenti ordinari a disposizione (innanzitutto del Ministero dello Sviluppo Economico) e da nuove iniziative ad hoc. Per questo motivo ha richiesto al Governo di attivare e accelerare il confronto diretto (nel più breve tempo possibile)  sulle filiere dell’automotive, della siderurgia, dell’automazione industriale, del tessile-moda, del legno-arredo, dell’alimentare, della chimica e farmaceutica.

Filiere che, sottolinea Bonomi, stanno vivendo grandi trasformazioni a livello mondiale, anche a seguito delle fragilità che la pandemia ha portato alla luce. “La Germania, ad esempio, sta seguendo un indirizzo ben preciso per rendere le sue filiere indipendenti dagli altri Paesi, come l’Italia. Dobbiamo anche noi fare queste riflessioni, ma noto che questo problema non è stato ancora focalizzato correttamente”.

Riflessioni che sono necessarie anche alla luce delle trasformazioni digitali e green che stanno ridisegnando intere filiere, come per esempio quella dell’automotive. “Abbiamo un piano europeo che ci consente di accompagnare questa transizione, ma dobbiamo studiarla bene, altrimenti la transizione diventa uno switch off e non ce lo possiamo permettere”.

La seconda richiesta avanzata da Confindustria è di aprire un confronto analogo in merito all’identificazione delle misure da adottare sulle semplificazioni. “Nel corso degli anni abbiamo accumulato un’esperienza accurata di cosa sarebbe opportuno fare e come farlo – aggiunge Bonomi – Per questo abbiamo già inviato al Governo 80 pagine di proposte di semplificazioni necessarie per l’esecuzione del Piano”.

A questo ambito si lega il nodo della Governance relativa ai fondi messi a disposizione dal PNRR, non ancora non ben definita. Un nodo cruciale, visto che i tempi per la realizzazione delle riforme e delle opere previste dal documento presentato da Draghi sono strettissimi. “Abbiamo pochi anni per realizzare opere strategiche, in un Paese dove solitamente la realizzazione di questo tipo di infrastrutture richiede oltre 15 anni”, sottolinea Bonomi.

La terza priorità riguarda il lavoro, un tema su cui Bonomi lamenta un indirizzo ancora non chiaro da parte de Governo e su cui Confindustria ha presentato, nel luglio scorso, una proposta dettagliata di riforme: ammortizzatore universale e politiche attive, entrambi basati su formazione e rioccupabilità con il diretto coinvolgimento delle APL private – gestite con un sistema nazionale di accreditamento– accanto a soggetti pubblici, dando la libertà al lavoratore di scegliere dove impegnare un voucher di formazione-ricollocazione.

Gli strumenti introdotti dal Decreto Sostegni Bis – come il potenziamento del contratto di espansione e 26 settimane aggiuntive di CIG (cassa integrazione guadagni) per le aziende che hanno avuto una perdita di fatturato del 50% – rappresentano un buon inizio, ma Confindustria sottolinea la necessità di misure che siano rivolte a tutte le imprese.

“Se non creiamo flessibilità in entrata quel contratto di espansione è depotenziato. Anche contratto di ricollocamento è inutilizzabile da parte delle imprese. C’è ancora una visione troppo emergenziale, fino a che non si affronta seriamente la questione delle riforme politiche e sociali e delle politiche attive per il lavoro non imboccheremo strada giusta”.

Riforme che sono fondamentali per combattere le quattro disuguaglianze che caratterizzano la società italiana: le disuguaglianze territoriali, di genere, disuguaglianze generazionali e di competenze.

Infine, la quarta priorità riguarda come mobilitare e moltiplicare gli investimenti privati con i bandi del PNRR. Se, infatti, il quadro del Piano Transazione 4.0 è ormai chiaro, rimane da definire la modalità per indurre il maggior numero di imprese a coinvestire sulle missioni più essenziali del PNRR.

“La moltiplicazione che auspichiamo degli investimenti delle imprese dipenderà essenzialmente da come si scriveranno i bandi pubblici, delle gare e del procurement. È essenziale poterci confrontare preventivamente con chi nel Governo è ora chiamato a questo compito: scrivere bandi che per facoltà di accesso, chiari KPI ed espliciti obiettivi di risultato, rappresentino non solo per lo Stato, ma per tutte le imprese interessate, un volano di crescita, di redditività e di maggior occupazione”,commenta Bonomi.

Prepararsi al futuro imparando dagli errori del passato

I prossimi anni dovranno essere, dunque, caratterizzati da impegno, riforme e confronto. Ma non solo: occorre prepararsi a due grandi eventi che, se gestiti adeguatamente, possono portare al nostro Paese grandi vantaggi in termini di visibilità e ritorno economico.

Il primo è il Giubileo del 2025, evento per cui dobbiamo prepararci imparando dagli errori del passato, sottolinea Bonomi. “Dal Giubileo 2000, abbiamo imparato tante cose: in positivo e in negativo. Il bilancio finale delle tante opere previste fu alla fine contraddittorio, non mancarono tempi protratti e piani non realizzati”.

Nonostante questo, l’effetto economico complessivo fu molto rilevante. A Roma si contarono circa 30 milioni di pellegrini, +23% sull’anno precedente. Gli arrivi da Paesi stranieri crebbero dell’8,1% e raggiunsero le 137 milioni di presenze, con un aumento della spesa complessiva degli stranieri in Italia dell’8%. “Anche per tutto questo, nel 2000 il Pil italiano crebbe quasi del 3%: quell’anno l’Italia andò meglio della Germania”.

Il secondo importante evento che attirerà fedeli da tutto il globo sarà il doppio millennio del Calvario e della Crocefissione, che si celebrerà nel 2033. Per cogliere al meglio queste grandi opportunità occorre iniziare a lavorare, fin da subito, a “un grande progetto strategico basato non solo sull’impatto diretto degli eventi del Giubileo, ma su una visione a 360 gradi di innovazione. Con un masterplan che non riguardi solo turismo e ricettività, ma porti, aeroporti e intermodalità logistica, iniziative straordinarie dell’industria culturale e creativa, pianificazione dei flussi internazionali dal breve al lungo periodo, sostenibilità dei servizi pubblici a fronte degli afflussi straordinari”.

Uno stress test per il Paese, doppiamente importante perché cadrà proprio al centro di quelli che saranno gli anni (2024-2026) che vedranno la realizzazione degli interventi programmati dal PNRR. Un’occasione per testare le giuste innovazioni e capire quali davvero servono all’Italia, come spiega l’Economista Marcello Messori.

“Spesso si dà per scontato che digitalizzazione e sostenibilità siano due facce della stessa medaglia. La realtà, tuttavia, è molto più complessa: ci sono molte innovazioni digitali che hanno un grande impatto ambientale. La nostra sfida è promuovere quelle innovazioni digitali che invece hanno un basso impatto sull’ambiente. Il Giubileo del 2025, per la portata dell’evento, la quantità di persone che giungerà in Italia e le conseguenti sfide logistiche, ci dà anche la possibilità di testare queste innovazioni”, commenta.

Un progetto che non riguarda solo Roma Capitale, precisa Bonomi, ma tutto il Paese. Un appello che il Presidente di Confindustria lancia anche in vista delle ormai prossime elezioni in Campidoglio. “Se, come spero, questo nostro appello verrà raccolto, dichiaro subito che Confindustria con tutte le sue strutture e articolazioni si mette pienamente a disposizione in un ruolo impegnativo di partnership tecnica pubblico-privata. Sfiducia e rancore minano troppo in profondità la società italiana. Se non le sconfiggiamo, miniamo il futuro nostro e delle generazioni a venire”, conclude.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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