TURISMO E DIGITALE

Giuliana (Meditech): “Così AI e Blockchain riscrivono il futuro del turismo”



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La trasformazione digitale del Turismo deve far leva sui principi della Data Economy, sulla condivisione dei dati su Data Spaces sicuri e sul principio della sovranità del dato. L’AI abilita servizi predittivi e personalizzati, mentre la blockchain funge da sigillo di garanzia per la fiducia e l’affidabilità delle informazioni, aprendo gli spazi a nuove applicazioni…

Pubblicato il 25 giu 2025



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Parlare di uso “industriale” dell’intelligenza artificiale evoca quasi istintivamente scenari legati alla manifattura, alle fabbriche intelligenti e all’automazione dei processi industriali. Ma esiste un’altra grande industria nazionale, quella del turismo, che sta attraversando una profonda e non più rimandabile trasformazione digitale. Un’evoluzione in cui i dati, l’intelligenza artificiale e le tecnologie come la blockchain non sono più semplici “accessori”, ma diventano fattori abilitanti per la competitività e la sostenibilità del settore.

È questa la prospettiva delineata da Angelo Giuliana, direttore generale di Meditech, nel corso di una tavola rotonda tenutasi al Made in Italy Innovation Forum organizzato dal MICS. Il Competence Center da lui guidato, con sedi in Campania e Puglia, ha messo al centro di alcune iniziative proprio l’innovazione di questo settore strategico.

Secondo Giuliana l’idea che i centri di competenza debbano occuparsi solo di manifattura è una visione datata. Il turismo è a tutti gli effetti un sistema produttivo complesso, con una filiera che include operatori logistici, strutture ricettive, aziende di trasporto, ristorazione e un indotto tecnologico. Ignorarne le necessità di innovazione sarebbe un grave errore strategico, specialmente in territori dove questo settore rappresenta non solo un asset economico, ma una vera e propria identità culturale.

La rivoluzione data-driven è già iniziata

La trasformazione digitale del turismo è un processo in pieno svolgimento a livello europeo. Paesi come Spagna, Portogallo e Irlanda stanno investendo massicciamente per non restare indietro, e l’Italia, con il suo immenso patrimonio, non può permettersi di subire questa rivoluzione, ma deve cavalcarla.

La strada maestra, secondo Giuliana, è quella indicata dalle politiche comunitarie, come l’agenda Digital Compass 2030, che spingono verso la creazione di una vera e propria Data Economy. In questo paradigma il dato diventa la materia prima per costruire servizi turistici avanzati, intelligenti e personalizzati.

Ma come si traduce in pratica questa visione? Il cuore del sistema è rappresentato dai cosiddetti Data Spaces, ambienti digitali federati dove i diversi attori della filiera possono condividere informazioni in modo sicuro, tracciabile e controllato. Questi spazi sono il terreno fertile su cui far crescere le applicazioni di intelligenza artificiale: dalla gestione predittiva dei flussi turistici per evitare il sovraffollamento all’ottimizzazione delle risorse energetiche delle strutture, fino alla creazione di esperienze di viaggio completamente personalizzate in base agli interessi del singolo visitatore. Tuttavia, affinché questo ecosistema funzioni, il dato deve possedere tre caratteristiche imprescindibili: deve essere affidabile, sicuro e “sovrano”.

La sovranità del dato come pilastro della fiducia

Il concetto di sovranità del dato è il perno su cui ruota l’intera architettura. Significa che ogni attore – dalla piccola struttura ricettiva alla grande azienda di trasporti – deve poter mantenere il pieno controllo delle proprie informazioni, decidendo cosa condividere, con chi e a quali condizioni. Questo principio, promosso da iniziative europee come Gaia-X, è fondamentale per generare fiducia in tutto il sistema. Il turista deve essere sicuro che i suoi dati personali vengano trattati in modo trasparente e rispettoso della privacy; l’operatore, a sua volta, deve avere la garanzia che le informazioni strategiche del suo business non vengano utilizzate in modo improprio.

Abbandonare la logica dei silos informativi per abbracciare quella della condivisione federata non è solo una scelta tecnologica, ma richiede un cambio di mentalità. È il passaggio da un’economia basata sulla “gelosia del dato” a una basata sulla sua valorizzazione collaborativa. Solo costruendo questa fiducia è possibile abilitare servizi realmente innovativi.

Un esempio concreto, citato da Giuliana, è lo sviluppo di agenti conversazionali basati su AI che possano assistere il turista in tempo reale, fornendo raccomandazioni e supporto, ma operando all’interno di un’infrastruttura che garantisce la sovranità e la sicurezza del dato, senza delegare ciecamente a piattaforme esterne.

Blockchain, il sigillo di garanzia per l’informazione

Se l’intelligenza artificiale è il motore che elabora i dati per creare valore, la blockchain ne è il sigillo di garanzia. Se le informazioni possono essere facilmente manipolate, questa tecnologia offre uno strumento per certificare l’autenticità e l’integrità del dato in modo trasparente e immutabile.

Le applicazioni nel settore turistico sono potenzialmente infinite e vanno ben oltre l’ambito delle criptovalute. Si pensi, ad esempio, alla possibilità di verificare l’autenticità delle recensioni online, mettendo fine al fenomeno dei commenti falsi che danneggiano sia i consumatori che gli operatori onesti.

Meditech sta esplorando attivamente queste frontiere. La blockchain può essere usata per validare certificazioni ambientali, garantendo che un hotel “green” lo sia davvero, o per rendere trasparenti le offerte commerciali.

Un altro ambito di sviluppo particolarmente promettente è quello della gamification. Giuliana descrive la creazione di itinerari turistici in cui i visitatori possono collezionare “token” o “badge” digitali, certificati tramite blockchain, man mano che visitano luoghi o partecipano ad attività. Così non solo si rende l’esperienza più coinvolgente, ma si crea un sistema di fidelizzazione verificabile e trasparente, che apre le porte a nuove strategie di marketing territoriale basate su dati certi e su una partecipazione attiva e consapevole del turista. In questo modo, tecnologia e cultura si fondono per creare un turismo più intelligente, sicuro e sostenibile.

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