Riordino dei ministeri, il MISE diventa MIMIT e torna ad avere un ruolo centrale su export e politica energetica per le imprese

È stato approvato del Consiglio dei ministri il decreto-legge che dispone il riordino delle attribuzioni dei ministeri e le nuove denominazioni dei cinque ministeri che cambiano nome, compreso il Ministero dello sviluppo economico, che diventa “Ministero delle imprese e del made in Italy”. Tornano nell’alveo delle competenze del MIMIT alcuni temi che, nelle recenti riorganizzazioni, gli erano stati sottratti: il supporto all’export e un ruolo di primo piano nella definizione delle politiche energetiche per le imprese.

Pubblicato il 05 Nov 2022

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È stato approvato dal Consiglio dei ministri del 4 novembre il decreto-legge che dispone il riordino delle attribuzioni dei ministeri e le nuove denominazioni dei cinque ministeri che cambiano nome, compreso il Ministero dello sviluppo economico, che diventa “Ministero delle imprese e del made in Italy”.

A cambiare nome sono anche il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che diventa “Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e forestale”, il Ministero della transizione ecologica, che diventa “Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica”, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, che diventa “Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”, e il Ministero dell’istruzione, che diventa “Ministero dell’istruzione e del merito”.

Da MISE a MIMIT, come cambiano le competenze del Ministero delle imprese e del made in Italy

Il cambio di nome del Ministero guidato da Adolfo Urso da Ministero dello sviluppo economico in Ministero delle imprese e del made in Italy (MIMIT) non è solo un’operazione di maquillage lessicale.

Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri prevede infatti il rientro nell’alveo delle competenze del MIMIT di alcuni temi che, nelle recenti riorganizzazioni, gli erano stati sottratti. Un rientro che, se non è esclusivo, è quantomeno con il ruolo di co-protagonista.

Il nuovo Comitato Interministeriale per il Made in Italy nel mondo

Il primo di questi ambiti è quello dell’export e del commercio estero, tema da cui discende la seconda parte del nome del nuovo Dicastero, tema che era stato assegnato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale quando Luigi Di Maio si spostò da Palazzo Piacentini alla Farnesina ai tempi del Governo Conte II.

Il decreto-legge istituisce infatti un nuovo “Comitato Interministeriale per il Made in Italy nel mondo” (CIMIM) che sarà co-presieduto dai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale (in questo Governo è Antonio Tajani) e da quello delle imprese e del Made in Italy (Adolfo Urso), con il compito di indirizzare e coordinare le strategie finalizzate a promuovere, valorizzare e tutelare il Made in Italy in Italia e nel mondo.

Tra i diversi compiti di questo Comitato interministeriale c’è l’individuazione dei meccanismi di salvaguardia e di incentivazione di settori produttivi nazionali colpiti dall’imposizione di nuovi dazi, da regimi sanzionatori o da ostacoli tariffari e non tariffari sui mercati internazionali.

“Condividendo con il Ministero degli Affari Esteri il Comitato Interministeriale per il Made in Italy nel mondo per la promozione, valorizzazione e tutela del Made in Italy – commenta Urso – prevediamo misure compensative per le imprese che sono state maggiormente colpite dagli dalle sanzioni”.

Sempre in tema export vengono modificate le norme relative all’ICE (Istituto per il commercio con l’estero), a SIMEST e alla SACE, recentemente entrate nel gruppo Cassa Depositi e Prestiti e quindi sotto il diretto controllo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, stabilendo un maggiore coinvolgimento del MIMIT per la parte di competenza sulle linee di indirizzo strategico da dare al sistema pubblico per l’internazionalizzazione.

Il Comitato Interministeriale per la transizione ecologica

Altra novità è che il MIMIT avrà la co-presidenza del Comitato Interministeriale per la transizione ecologica (CITE), comitato di cui finora facevano parte il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro per la Transizione ecologica, il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro delle politiche agricole alimentari forestali.

Come si vede, il vecchio MISE faceva già parte di questo Comitato, ma ora ne avrà la co-presidenza e il Ministro delle imprese e del made in Italy presiederà le riunioni volte a elaborare le strategie energetiche per le materie legate alla politica industriale.

“Con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica condividiamo oggi la politica energetica per le imprese”, commenta Urso. “Infine grazie all’istituzione del difensore civico delle imprese decliniamo in modo tangibile la mission principale del Ministero “Non disturbare chi vuole fare””.

Il potere sostitutivo

Viene infine disposta una modifica della norma contenuta nel decreto Aiuti che amplia il potere sostitutivo del MIMIT in caso di inerzia delle Amministrazioni Centrali nei procedimenti relativi a investimenti rilevanti per il sistema produttivo nazionale. Si tratta di un potere sostitutivo valido per gli investimenti di almeno 25 milioni di euro aventi ricadute occupazionali significative. La norma prevede un’apposita struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese con specifici compiti volta a raccogliere e a dare seguito alle segnalazioni dei ritardi e dell’inerzia della PA centrale da parte delle imprese.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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