Il manifesto della FSD

Come mettere l’Intelligenza artificiale al servizio degli obiettivi di sostenibilità

Il Manifesto per la Sostenibilità Digitale dell’intelligenza artificiale della Fondazione Sostenibilità Digitale è una guida per approcciare l’AI in modo consapevole, responsabile e sostenibile. Se implementata correttamente, l’AI – sottolinea il documento – potrà giocare un ruolo di primo piano nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu

Pubblicato il 04 Ott 2023

manifesto sostenibilità digitale AI

I sistemi di intelligenza artificiale giocano un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo economico e del benessere sociale, nel rispetto dell’ambiente. Tuttavia, affinché questo ruolo possa concretizzarsi, è indispensabile associare lo sviluppo dell’AI a un quadro orientato alla sostenibilità.

È da questa riflessione che nasce il Manifesto per la Sostenibilità Digitale dell’intelligenza artificiale, un position paper su AI e sostenibilità realizzato dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale, la prima Fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale.

Un documento che vuole essere una guida per approcciare l’AI in modo consapevole, responsabile e sostenibile, attraverso tre aspetti legati all’AI snocciolati in altrettante sezioni del position paper: la descrizione del dominio dell’AI e la sua definizione; i criteri e ai principi che devono essere considerati per valutarla ed utilizzarla in modo consapevole; gli SDG di Agenda 2030 come chiave di lettura per definire i caratteri connotanti per la realizzazione di sistemi e soluzioni AI sostenibili.

I criteri di valutazione di sistemi e soluzioni di AI

Il manifesto parte dall’assunto che l’AI non deve essere considerata una commodity a cui si accede in modo inconsapevole, ma piuttosto una tecnologia che richiede consapevolezza, competenza e capacità critica. L’obiettivo è utilizzare l’AI per costruire un mondo più sostenibile, affrontando i problemi reali che la società si trova a fronteggiare.

E per raggiungere quest’obiettivo è necessario che l’AI rispetti alcune caratteristiche intrinseche che devono regolarne l’evoluzione e che sono concepite per minimizzare i rischi della sua applicazione massimizzando le opportunità che tale tecnologia dischiude.

Tale caratteristiche, secondo la Fondazione per la Sostenibilità Digitale, sono:

  • rispetto dei diritti fondamentali. I sistemi AI devono essere progettati fin dall’inizio per garantire il rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali, come definiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e della Convenzione europea dei diritti
    dell’uomo
  • privacy. L’AI deve rispettare i criteri ed i principi in tema di protezione dei dati personali, garantendo agli utenti il pieno controllo dei propri dati
  • trasparenza. L’intelligenza artificiale deve basarsi su criteri di trasparenza sia per quanto attiene i dati di training e le fonti di riferimento, che per ciò che riguarda le logiche e gli algoritmi adottati
  • non discriminatorietà. L’AI non deve creare disparità di trattamento tra soggetti o gruppi di soggetti, tanto generati da bias algoritmici derivanti dai dati di training quanto da scelte progettuali
  • sicurezza. I sistemi AI devono garantire la confidenzialità, integrità e disponibilità delle informazioni, tenere in considerazione i possibili rischi derivanti dalle interazioni con le persone e con gli altri sistemi, e prevedere meccanismi di sicurezza fin dalla progettazione, per garantire che siano sicuri in modo verificabile in ogni fase
  • interoperabilità. L’AI non deve creare nuovi “walled gardens”, ma deve basarsi su standard e protocolli aperti, in grado di garantire in maniera ottimale lo scambio e il riutilizzo delle informazioni
  • portabilità. L’utente deve avere la possibilità di esportare i propri dati (non soltanto quelli personali) in un formato strutturato e trasferirli, anche in maniera automatizzata, da un sistema all’altro
  • accessibilità. I sistemi di intelligenza artificiale devono garantire, fin dalla fase di progettazione e nelle fasi successive, l’accesso alle persone con disabilità, su base di uguaglianza e “senza lasciare indietro nessuno”.
  • revoca. Deve essere garantita la possibilità di un’efficace supervisione umana, che possa incidere ove necessario su processi e azioni governati o eseguiti dall’AI.
  • riconoscibilità. Gli utenti devono essere messi in condizione, in maniera semplice e intuitiva, di sapere che stanno interagendo con un sistema di AI. Anche i prodotti dell’AI devono essere chiaramente identificati, con sistemi standard e interoperabili.
  • proporzionalità del rischio. Nello sviluppo dell’Al deve esistere un rapporto di proporzionalità tra i modelli di implementazione, le
    dinamiche di utilizzo ed i processi regolamentari in relazione alla portata dei rischi che possono essere generati dalla sua adozione
  • efficienza energetica. I sistemi di AI devono essere progettati tenendo in considerazione l’impatto ambientale generato tanto nelle fasi di addestramento che di esercizio ed utilizzo da parte dell’utenza

Il contributo dell’AI al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (ODGs)

Un aspetto cruciale dell’AI è la sua crescente importanza nella realizzazione degli obiettivi di sostenibilità stabiliti da Agenda 2030 delle Nazioni Unite (tema che abbiamo approfondito in questo articolo).

L’AI offre soluzioni innovative per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la povertà, la salute pubblica e l’uguaglianza di genere.

Raggruppando gli SDG in 3 macrocategorie, Benessere e Sostenibilità Sociale (SDG 1, 2, 3, 4, 5, 8 e 10), Innovazione e Sostenibilità Ambientale (SSDG 6, 7, 9, 11, 12, 13, 15) e Pace, Giustizia e Istituzioni solide (SDG 16 e 17), si può osservare come l’AI, nelle sue caratteristiche specifiche può impattare il raggiungimento degli obiettivi di ogni singolo SDG.

Nello specifico, per quanto riguarda il Gruppo Benessere e Sostenibilità sociale (che risulta essere quello maggiormente sensibile alle caratteristiche intrinseche e di finalità di sistemi e soluzioni di AI), l’aspetto non discriminatorio dell’AI, come l’attenzione ai bias di genere nella fase di learning favorisce l’inclusione e la promozione dell’uguaglianza (SDG5), riducendo allo stesso tempo le disuguaglianze (SDG10).

L’interoperabilità e la portabilità sono fondamentali per il SDG3 in quanto la possibilità di scambio dati in tempo reale tra più soluzioni di AI.

La loro semplicità di adozione invece può essere determinante per la salvezza di vite umane. Il diritto di revoca dell’azione e il controllo umano sugli algoritmi possono evitare effetti indesiderati che, per rilevanza, impattano maggiormente sempre sul SDG3.

L’accessibilità è una caratteristica che riduce le disuguaglianze e deve essere un punto di riferimento per tutte le tecnologie digitali che devono tendere a favorire l’inclusione.

Infine, le caratteristiche di impatto ambientale fanno riferimento in modo particolare al SDG3 in quanto una AI sostenibile, che opera in modo ottimizzato, contenendo il consumo di risorse computazionali ha un impatto positivo sull’ambiente e di conseguenza sulla salute e il benessere delle persone.

Ma è il Gruppo Innovazione e Sostenibilità ambientale a risultare quello che può essere impattato in modo più pervasivo. L’AI può infatti contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività industriali, ad esempio, ottimizzando l’efficienza energetica nei processi industriali o dando indicazioni in merito alle perdite di acqua.

Attraverso il monitoraggio e l’analisi dei dati i processi gestiti attraverso l’AI possono promuovere un uso più sostenibile delle risorse (SDG6 e 7).

Le caratteristiche tecniche sono fondamentali per il SDG9 (Innovazione ed Infrastrutture) poiché si tratta di requisiti impliciti. SDG11 (Città e comunità sostenibili) può essere raggiunto attraverso lo sviluppo di mobilità intelligenti, come sistemi di trasporto condiviso e ottimizzazione del traffico. Contribuendo quindi a ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane.

I dati prodotti e gestiti dalle AI possono essere utilizzati per comprendere i processi legati al cambiamento climatico e per sviluppare di conseguenza nuovi modelli di previsione del clima contribuendo a migliorare la resilienza delle comunità e ad affrontare i rischi ambientali (SDG13).

Il Gruppo Pace, Giustizia e Istituzioni solide risulta influenzato da alcune delle caratteristiche dell’AI, in particolare quelle intrinseche e di finalità.

L’SDG16 si propone di promuovere società pacifiche, giuste e inclusive. Una AI non discriminatoria e progettata in modo etico consente l’implementazione di sistemi e algoritmi che evitano discriminazioni basate su caratteristiche come l’etnia, il genere o la religione.

L’AI può aiutare a garantire equità e giustizia nel processo decisionale, promuovendo un trattamento imparziale di tutte le persone, indipendentemente dalle loro caratteristiche personali. L’aspetto “inclusivo” dell’AI favorisce la coesione sociale e la fiducia tra i diversi gruppi della società, contribuendo ad eliminare pregiudizi o stereotipi, a ridurre le tensioni sociali e a promuovere la collaborazione e la costruzione di comunità pacifiche.

Per quanto concerne invece l’SDG17 (Partenariato per gli obiettivi generali), abbiamo osservato negli ultimi anni come l’AI stia trasformando diversi settori e richieda un’adeguata preparazione per poter affrontare le sfide e cogliere le opportunità che essa presenta. La literacy consente alle persone di sviluppare competenze per utilizzare l’AI in modo efficace e responsabile, promuovendo l’innovazione e la sostenibilità.

Il position paper può essere scaricato gratuitamente a questo link.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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