Ergonomia e produzione digitalizzata: le tecnologie di Bosch Rexroth al servizio del lavoratore

Nei 250 siti di produzione del gruppo Bosch, Bosch Rexroth sviluppa e sperimenta tecnologie innovative al servizio del lavoratore. Un sistema ergonomico che sfrutta robot e automazione per garantire il benessere psico-fisico e la sicurezza dell’uomo, oltre a guidarlo nelle attività produttive, riducendone drasticamente lo stress e il rischio di errore.

Pubblicato il 26 Feb 2020

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Un banco di lavoro in grado di regolarsi in base alle caratteristiche fisiche e cognitive dell’operatore, capace di indicargli le sequenze di montaggio e confermarne la correttezza, oppure un robot collaborativo in grado di percepire il campo elettrico della persona e di arrestarsi quando questa gli si avvicina troppo, proteggendone l’incolumità fisica. Sono solo alcune delle tecnologie sfruttate da Bosch Rexroth per favorire il benessere psicofisico, la sicurezza e la qualità delle performance dei dipendenti, attraverso un approccio proattivo all’ergonomia.

Nei 250 siti di produzione di Bosch nel mondo, infatti, l’azienda fornitrice di tecnologie e servizi applica il principio di “fabbrica uomo-centrica”, sfruttando le innovazioni portate dalla digitalizzazione per costruire una lean production su misura della persona che lavora all’attività di assemblaggio. Un modo decisamente pratico per sfatare il concetto dell’uomo “schiavo” della macchina: la digitalizzazione che non sostituisce, ma supporta e migliora le attività manuali.

Una postazione di lavoro intelligente che ti corregge quando sbagli

Seduta, postura, illuminazione, acustica: sono tutti fattori che influiscono sull’attività produttiva del lavoratore, incidendo sul suo benessere e, di conseguenza, sul rendimento dell’attività produttiva. Per questo l’azienda tedesca ha sviluppato postazioni di lavoro flessibili, intelligenti e interattive nel suo Manual Production System, il sistema di produzione manuale ergonomico, per personalizzare il lavoro dell’uomo.

Un modello, quello adottato da Bosch Rexroth, che punta all’interazione sicura e agevole tra uomo e macchina, coniugando l’introduzione di nuove tecnologie, competenze e modelli organizzativi con la trasformazione degli ambienti lavorativi. Prevenzione degli infortuni (che possono provenire da sovraccarico biomeccanico, postura errata, stress lavorativo o compiti ripetitivi) e sicurezza sono infatti due aspetti chiave della produzione industriale, anche quando si adottano soluzioni digitalizzate innovative.

Active Assist è la postazione di lavoro intelligente e, soprattutto, connessa (via wi-fi), punto cardine della lean production di Bosch. Si regola in base alle caratteristiche fisiche e cognitive dell’operatore (tutelandone l’apparato muscolo-scheletrico) e, per mezzo del sistema di guida assistita, lo supporta nelle operazioni di assemblaggio riducendone i rischi di errore e i tempi di apprendimento e addestramento. Il sistema di assistenza sensoriale, infatti, porta quasi a zero il rischio di errore nella procedura di montaggio, indicando all’operatore le sequenze e confermando la loro correttezza tramite i dispositivi “poka-yoke”. Il sistema prevede la verifica della qualità in tempo reale, attraverso il riconoscimento visivo della posizione della mano con un indicatore luminoso. La verifica in tempo permette di ridurre lo stress degli operatori causato dalla ripetizione di determinati errori.

La postazione di lavoro ActiveAssist

Un cobot che percepisce la presenza dell’uomo (e lo protegge)

Non solo i banchi di lavoro, ma anche i robot possono essere pensati per il benessere dell’uomo, con cui condivide l’ambiente produttivo. Una collaborazione sicura che Bosch Rexroth ottiene con APAS Assistant, un robot di classe 3 che percepisce la presenza dell’operatore dai 5 ai 10 cm di distanza e gli permette di muoversi in maniera sicura all’interno dell’area di lavoro. Con un raggio d’azione di 1100 mm e una portata massima di 10 kg, APAS può svolgere in autonomia e con grande precisione attività ripetitive o ergonomicamente sfavorevoli.

Il robot collaborativo è infatti dotato di una superficie a sensori appositamente sviluppata: se un collaboratore si avvicina troppo al cobot, quest’ultimo percepisce il campo elettrico della persona e si arresta immediatamente prima che entrino in contatto, salvaguardando le aree del corpo più critiche come la testa e garantendo un elevato standard di sicurezza, riconosciuto come il massimo livello di collaborazione tra uomo e macchina.

Il cobot APAS Assistant

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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