La “rivoluzione” dei robot collaborativi che aumentano l’occupazione

Pubblicato il 23 Mag 2018

Convdegno robot sps italia


L’’Italia è la sesta nazione al mondo per numero di robot installati, con circa 62 macchine al lavoro, una classifica guidata dalla Cina, che ne ha 350 mila e che ha superato il Giappone, che era il primo al mondo, gli Stati Uniti e la Corea. Sono questi i numeri della robotica nel mondo, che sono stati raccontati nel corso di una tavola rotnda, a SPS Italia, dedicata alle principali innovazioni della Robotica tradizionale, di quella collaborativa e, più in generale, l’integrazione delle macchine con le tecnologie d’automazione.

A confrontarsi su questi temi in un dibattito condotto da Alessandro Gasparetto, Università degli Studi di Udine, alcuni dei più importanti player del comparto, Michele Pedretti, Business Development Manager ABB, Marino Crippa, Head of Sales Digital Factory Bosch Rexroth Italia, Alberto Pellero, Director Strategy & Marketing Division Industries KUKA, Marco Filippis, Product Manager Robot Div. Factory Automation Mitsubishi Electric Europe e Massimo Proverbio, Robotics Account Manager Omron Electronics. Con loro anche Domenico Appendino, Presidente SIRI – Associazione Italiana di Robotica e Automazione che ha delineato il quadro di riferimento.

Una nuova giovinezza per i robot collaborativi

“I numeri, aggiornati al 2016, delineano un quadro molto interessante – spiega Appendino – che mostra una seconda giovinezza della robotica industriale che, grazie alle macchine collaborative, ha portato a una nuova crescita. Dopo un forte incremento delle vendite fino agli anni 2 mila, il mercato sembrava avere subito una frenata. A far tornare florido il comparto, però, sono stati i costi, che sono calati, e l’introduzione dei robot collaborativi, molto più flessibili, che hanno permesso una maggiore integrazione tra uomo e macchina”.

“Nel 2013, infatti, è ripresa la crescita e oggi, nel mondo, ci sono 1,8 milioni di robot – prosegue – con una crescita del 16% rispetto allo scorso anno e con previsioni di un incremento del 14% nei prossimi anni. Un futuro che, in Italia, ha visto nuovi stimoli  grazie alle misure legate a Industria 4.0, che hanno permesso alle imprese, anche a quelle medio-piccole, di poter investire in questo tipo di macchina. Robot che sono entrati nelle imprese per affiancarsi al lavoro dell’uomo”.

Il lavoro del robot aiuta anche l’occupazione

Un’occasione interessante anche per sfatare quello che è stato, per molti anni, un leit motiv, ovvero il fatto che una maggiore automazione “ruba” il lavoro alle persone. “I dati mostrano che, oggi, nei paesi dove c’è una maggiore diffusione dei robot – prosegue Appendino – aumentano anche gli occupati. Un fatto positivo che nasce dal fatto che, se si usano tecnologie per rendere le aziende competitive i posti di lavoro crescono. Alcuni lavori, quelli più pesanti, o ripetitivi, saranno fatti dal robot, ma nasceranno anche nuove professionalità, che andranno a occupare la fascia più alta del lavoro”.

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Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

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