L’industria italiana dei robot e dell’automazione è la più grande d’Europa

Secondo un rapporto di HowToRobot e Ucima l’Italia è leader in Europa per fornitori di soluzioni di automazione e di robotica con 655 aziende censite (di cui il 70% sono integratori) a fronte di 628 e 540 aziende registrate rispettivamente in Francia e in Germania. A guidare l’adozione sono la crescita delle installazioni fuori dall’automotive, il ricorso a soluzioni di automazione e robotica (anche da parte delle PMI) in risposta alla carenza di manodopera, al bisogno di una maggiore produttività e alla centralizzazione della logistica.

Pubblicato il 31 Mag 2023

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L’Italia è leader in Europa per aziende che forniscono soluzioni di automazione e robotica, davanti anche a Francia e Germania: è quanto emerge dall’ultimo rapporto di HowToRobot, realizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Costruttori Macchine per l’Imballaggio, Ucima.

“L’Italia è tra i leader nella fornitura e nell’adozione della robotica e dell’automazione grazie alla sua industria dell’automazione ampia, diversificata e matura. Con la crescente necessità globale di soluzioni di automazione robuste e collaudate, l’Italia ha molto da offrire”, afferma Søren Peters, CEO di HowToRobot.

Robotica e automazione, i numeri del mercato italiano

Il rapporto, dal titolo “Market Analysis of Robot and Automation Firms in Italy 2023“, restituisce la fotografia del mercato italiano, composto da 655 aziende che operano nella fornitura di soluzioni di automazione e di robotica. Un numero che posizione l’Italia in cima alla classifica europea: in Francia, infatti, le aziende censite sono 628, mentre in Germania si attestano a 540.

Il 70% dei fornitori italiani di robot e automazione sono integratori, seguiti da fornitori di sub-componenti (22%), produttori di robot (5%), distributori (3%) e consulenti (1%).

L’automazione della movimentazione e del picking è la tipologia di soluzione offerta dal maggior numero di fornitori di robot e automazione in Italia (355 aziende), seguita dall’imballaggio e dalla pallettizzazione (265 aziende) e dalla lavorazione e cesoiatura (196 aziende).

Uno dei principali punti di forza dell’industria è rappresentato dalle macchine per il confezionamento e l’automazione. L’Italia detiene la quota più alta del mercato mondiale delle macchine per l’imballaggio con il 16,5% e un fatturato di 8,1 miliardi di euro nel 2021, davanti alla Germania con una quota di mercato stimata al 14,9% secondo Ucima. Le esportazioni rappresentano il 78% del fatturato delle macchine per il packaging italiane.

“L’automazione trova la sua massima espressione in Italia nel settore delle macchine per l’imballaggio e la lavorazione. Le aziende italiane sono da sempre pioniere nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni che rendono sempre più efficienti e automatizzate le linee industriali. Così, i costruttori italiani sono partner ingegneristici privilegiati di molte aziende dei settori più diversi (alimentare, bevande, farmaceutico, chimico, tissue, casa e cura della persona) in tutto il mondo”, afferma Gian Paolo Crasta, Direttore Esecutivo di Ucima.

Prospettive di crescita per l’industria dell’automazione

L’industria italiana della robotica e dell’automazione è al servizio di mercati locali e globali in cui la necessità di automazione è in aumento.

Secondo le previsioni dell’International Federation of Robotics (IFR), le installazioni di robot a livello mondiale dovrebbero passare da 517.000 nel 2021 a 690.000 nel 2025, con un tasso di crescita annuale composto del 7%.

In Italia, i robot e l’automazione sono già ampiamente adottati e si prevede che diverse tendenze aumenteranno ulteriormente la necessità di automazione, secondo il rapporto di mercato di HowToRobot.

Tra queste, in particolare, ci saranno la crescente carenza di manodopera, la crescita del commercio elettronico e le pressioni competitive per aumentare la produttività.

Problemi che devono essere inseriti nel contesto del nostro Paese: l’industria manifatturiera italiana è la seconda in Europa per valore, dopo la Germania e davanti alla Francia. L’Italia, inoltre, è il secondo più grande datore di lavoro europeo nel settore manifatturiero, con un totale di 4,3 milioni di lavoratori impiegati nel 2022.

Nonostante l’adozione di soluzioni di automazione e robotica sia più frequente tra le aziende medio-grandi, anche tra le PMI italiane – che rappresentano la gran parte del sistema imprenditoriale del nostro Paese – si stanno riscontrando segnali positivi in merito all’adozione di queste tecnologie, proprio in risposta alle sfide che le aziende stanno affrontando.

L’Italia è infatti particolarmente colpita dal problema della mancanza di manodopera: il tasso di posti di lavoro vacanti – che indicano il rapporto tra le posizioni lavorative aperte e i posti di lavoro totali nell’industria manifatturiera – ha raggiunto i livelli più alti per l’Italia registrati da Eurostat negli ultimi tre trimestri del 2022, con un picco dell’1,9%.

Con le crescenti difficoltà di assunzione, i robot e l’automazione sono visti come un modo per ridurre la dipendenza dal lavoro manuale.

Anche la costante pressione esercitata sul settore manifatturiero per aumentare la produttività, e quindi la competitività, è un fattore che spinge all’automazione. Secondo Eurostat, nel 2020 la produttività del lavoro in Italia ammontava a 60.000 euro di valore aggiunto lordo medio per persona impiegata nel settore manifatturiero, leggermente al di sotto della media UE di 64.000 euro.

L’adozione è inoltre trainata dalla crescente centralizzazione della logistica – che in Italia era invece caratterizzata da piccoli centri sparsi sul territorio – in risposta alla crescita del commercio elettronico.

Secondo il rapporto di mercato, uno dei principali punti di forza dell’industria italiana dei robot e dell’automazione è la sua capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti della domanda. L’industria è fortemente specializzata nella creazione e nell’integrazione di soluzioni di automazione collaudate per le esigenze degli utenti finali.

È possibile scaricare il rapporto completo cliccando a questo link.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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