La via italiana a Industry 4.0, incentivi in arrivo

Pubblicato il 18 Lug 2016

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Industria 4.0, produzione intelligente, big data, manutenzione predittiva, sistemi ciberfisici sono tutte parole che hanno ormai da tempo sfondato in maniera prorompente e consistente il muro della comunicazione. Non siamo davanti soltanto a una transizione tecnologica da un paradigma a un altro, ma a un movimento “tellurico” che da ogni direzione minaccia di sovvertire lo status quo dell’Industria italiana: ecco perché se ne parla ormai quasi quotidianamente anche sui giornali generalisti.

Dopo qualche anno di indolente attesa pare che finalmente anche l’Italia si muova. Si parte con almeno 4 anni anni di ritardo, se consideriamo che nel 2012 i Tedeschi intrapresero le prime mosse concrete di politica industrialein questo ambito.

La scorsa settimana in Veneto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha fatto sua la proposta di Alberto Baban, presidente della Piccola Industria, di “un super ammortamento al 300% per tutti gli strumenti che servono a far crescere l’industria 4.0”.

Non è la prima volta che si parla di introdurre uno strumento del genere. Lo scorso dicembre, in occasione della discussione sulla legge di stabilità, un gruppo di parlamentari aveva proposto un emendamento che prevedeva la sopravvalutazione del valore di ammortamento del bene acquisito al 70%, condizionandolo però al fatto che il bene acquisito rientri nella categoria dei “beni materiali strumentali nuovi integrati e interconnessi tra di loro attraverso una rete e in grado di generare uno scambio di dati”. Emendamento che, però, restò lettera morta.

Le richieste di Confindustria e le aspirazioni di questi parlamentari “illuminati” dovrebbero però presto trovare un riscontro nell’azione del Governo.

La relazione del Ministro Calenda

In una recente audizione alla Camera dei Deputati il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha fatto una lucida analisi del fenomeno Industria 4.0, esponendo le risultanze di un lavoro di studio il cui obiettivo è individuare un primo pacchetto di misure da inserire già nella prossima Legge di bilancio. In particolare l’azione del Governo si concentrerà su cinque aree:

  1. Investimenti in innovazione
  2. Fattori abilitanti
  3. Standard di interoperabilità, sicurezza e comunicazione IoT
  4. Rapporti di Lavoro, salario e produttività
  5. Finanza d’impresa

Una visione, quella esposta dal Ministro, che prevede un’azione su diversi piani di lavoro. In particolare, fa piacere leggere che “occorre investire sempre più – e anche orientare il nostro sistema educativo – verso lo skill empowerment dei lavoratori, con particolare riferimento alle discipline STEM (science, technology, engineering and math) e alla formazione tecnica e professionalizzante”.

Calenda ha poi confermato un “grande piano di investimenti in finanziaria”, le cui prime misure saranno rese note già nella prima settimana di agosto (grazie a Enzo per la segnalazione).

Se il referendum costituzionale del prossimo autunno non genererà effetti collaterali sul Governo, è dunque altamente probabile che il 2017 vedrà per la prima volta esplicitato un piano di investimenti per l’ammodernamento tecnologico del Paese. Quali saranno? Allo studio ci sono sicuramente misure di carattere fiscale. E si tratterà in ogni caso di “interventi orizzontali – mirati ai fattori abilitanti – e non verticali, cioè tali da fare cherry picking tra filiere industriali”, si legge nel documento. L’assoluta identità di vedute tra le frasi del Ministro e la “politica dei fattori e non dei settori” professata da Confindustria lascia ben sperare nelle possibilità concrete di vedere concretizzate almeno una parte di queste buone intenzioni.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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