Macchine utensili, nel secondo trimestre il calo degli ordini prosegue (e accelera)

Nel secondo trimestre prosegue il calo degli ordini già registrato a inizio anno: i dati resi noti dal Centro Studi di Ucimu – Sistemi per Produrre parlano di una diminuzione degli ordini del 31,4% rispetto all’anno precedente, un trend di cui sono corresponsabili sia l’andamento del mercato interno (-43%) sia le esportazioni (-28,5%). Oggi l’incontro sul futuro del piano Impresa 4.0.

Pubblicato il 19 Lug 2019

Foto: Ruggiero Scardigno

Che in questo 2019 si verificasse un calo degli ordini rispetto al biennio d’oro 2017-2018 era ampiamente previsto, ma la rapidità con cui questo fenomeno si sta manifestando – un vero e proprio crollo – coglie di sorpresa anche i vertici di Ucimu – Sistemi per Produrre.

Ma procediamo con ordine. Già nel primo trimestre 2019 gli ordinativi di macchine utensili avevano fatto registrare un calo dell’8,5%; nel secondo trimestre il trend si conferma, accelerando però in maniera vertiginosa la sua dinamica: i dati resi noti dal Centro Studi di Ucimu – Sistemi per Produrre parlano di un calo degli ordini del 31,4% rispetto all’anno precedente, un trend di cui sono corresponsabili sia l’andamento del mercato interno (-43%) sia le esportazioni (-28,5%).

“Se la riduzione della raccolta ordini sul mercato domestico era da mettere in conto, visto i numeri da record messi a segno nel 2017 e nella prima parte del 2018, decisamente differenti erano le aspettative legate all’andamento dei mercati esteri”, ha commentato Massimo Carboniero, presidente Ucimu – Sistemi per Produrre.

Il mercato estero

“Sul fronte estero – ha aggiunto Carboniero – le rilevazioni dell’indice elaborato dal Centro Studi di Ucimu mostrano segnali che possono destare preoccupazione in chi, come i costruttori di macchine utensili, consegna più della metà della produzione oltreconfine”.

“Il clima di instabilità politica, l’agitazione che attraversa l’Europa, i timori legati all’inasprimento del conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina, così come il calo della Germania, nostro primo mercato di sbocco, bloccata dall’effetto freezing generato per lo più dal grande interrogativo rappresentato dal settore automotive, alle prese con le trasformazioni legate alla diffusione del motore elettrico, sono alcuni dei fattori che rendono più difficile il commercio internazionale di sistemi di produzione, il cui processo di acquisto è, per sua natura, molto ponderato e facilitato da una generale stabilità geopolitica del contesto”.

Il fronte interno

Dopo il grande shock positivo provocato dai provvedimenti 4.0 “il calo degli ordini interni – ha detto Massimo Carboniero – dimostra che il mercato domestico sta tornando alle sue dimensioni fisiologiche. Ma, sebbene ci aspettassimo un cambio di passo, questo processo di normalizzazione è risultato, nei primi mesi dell’anno, particolarmente repentino, anche a causa della mancanza di chiarezza sull’operatività delle misure per la competitività che il governo avrebbe dovuto mettere a disposizione delle PMI fin da subito”.

Il riferimento è al clima di incertezze legato alla manovra di bilancio e alla fine del superammortamento, tornato in vigore poi solo con il Decreto Crescita ad aprile 2019.

“Solo ora, con la recente approvazione del Decreto Crescita che di fatto ha riabilitato il Superammortamento, affiancandolo nuovamente all’Iperammortamento – ha continuato Carboniero – le imprese manifatturiere italiane hanno chiaro il prospetto dei provvedimenti a loro disposizione per definire al meglio gli investimenti in nuove macchine. Ci aspettiamo pertanto che l’indice del terzo trimestre registri, in positivo, la riattivazione di questa misura che rappresenta lo strumento più adatto a favorire l’aggiornamento tecnologico di cui il manifatturiero italiano ha ancora bisogno”.

Oggi l’incontro sul futuro del piano Impresa 4.0

In giornata si è svolto al Ministero dello Sviluppo Economico un incontro tra imprese e Governo per definire le linee guida di un piano Industria 4.0 – Impresa 4.0 che tutti vogliono diventi strutturale.

“Alle autorità di governo – ha detto Carboniero – chiediamo di abbandonare la logica dell’intermittenza, con cui fino ad oggi è stata definita l’operatività di tutte le misure a favore delle imprese, e di prevedere un Pacchetto unico per la crescita di impresa, strutturale, liberato cioè dalle annuali attese e incertezze legate alla possibile riconferma di ciascuna delle misure in esso inserite. Il Pacchetto per la crescita di impresa dovrebbe sommare in sé tutti i vantaggi fiscali legati a ricerca e sviluppo e a superammortamento e iperammortamento per gli investimenti in nuovi macchinari, software e automazione, disegnando così un progetto di insieme di lungo periodo”.

Senza dimenticare il tema della formazione 4.0 “per la quale chiediamo che il provvedimento per il credito di imposta prosegua nella sua operatività anche nel 2020 e sia rivisto in modo che nel calcolo del credito sia incluso anche il costo dei formatori esterni, la voce di spesa più onerosa per le PMI”.

In questo articolo tutti i dettagli sull’incontro

Incentivi per Industria 4.0, verso un piano strutturale e strutturato per l’innovazione

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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